10 Lug 2017

Dopo la mafia “Cambio Rotta”, un centro aperto ai giovani e alla cultura

Scritto da: Alessandra Profilio

Un bene confiscato alla mafia, una struttura a strapiombo sul mare nel comune di Altavilla Milicia, in provincia di Palermo, divenuto centro culturale polivalente aperto in particolare ai giovani. Ne abbiamo parlato con Davide Ganci, presidente del Consorzio Ulisse che gestisce lo spazio.

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Da covo della mafia e “fortezza” inaccessibile a centro culturale polivalente che valorizza il territorio promuovendo molteplici attività rivolte alla cittadinanza, con uno sguardo particolare verso le nuove generazioni. Una svolta simbolicamente segnata dal nome che è stato assegnato alla struttura situata nel comune di Altavilla Milicia, in provincia di Palermo: “Cambio Rotta”.

 

La villa un tempo nota come “Villino Geraci” – confiscata ad un imprenditore affiliato a Cosa Nostra e assassinato dalla stessa nel 2004 – è ora direttamente gestita dal Consorzio Ulisse, consorzio di cooperative sociali che dal 1997 opera a Palermo con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo di comunità attraverso la diffusione della cultura cooperativistica e della legalità. 

A raccontarci la rinascita di questo bene confiscato alla mafia è Davide Ganci, presidente del Consorzio Ulisse.

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Com’è nato il progetto Cambio Rotta?
Nel 2010 abbiamo partecipato ad un bando pubblico, che abbiamo vinto l’anno successivo. Nel 2012, quindi, il bene è stato assegnato al Consorzio Ulisse, che tuttora gestisce direttamente questa struttura. Si tratta di una villa a strapiombo sul mare, quindi con una vocazione strettamente stagionale. Nel primo anno abbiamo già avviato alcune attività, ma senza aver elaborato ancora un programma strettamente definito e senza un’attività commerciale a sostegno. Di fatto l’anno di avvio del progetto è stato il 2013.

 

Quando abbiamo preso in gestione il bene lo abbiamo trovato in uno stato di degrado, quindi è stato necessario un investimento iniziale per risanarlo. Per la sua posizione è uno dei beni più belli in tutto il territorio nazionale. Abbiamo cercato quindi di valorizzare la bellezza del luogo e dell’edificio in sé, che prima della confisca era visto dalla cittadinanza come una sorta di bunker lontano e inaccessibile. Noi abbiamo deciso di restituire questo bene ai cittadini e in particolare ai giovani. Sin da subito, infatti, ci siamo rivolti in modo particolare ai ragazzi organizzando decine di attività culturali (cinema, teatro) e ludiche, come eventi musicali.

 

Quali sono le attività portate avanti da Cambio rotta?
Il Cambio Rotta è un centro culturale Polivalente che propone attività rivolte alla comunità e in particolare ai giovani: laboratori esperienziali, mostre fotografiche, dibattiti, concerti, presentazioni di libri e attività per i bambini. Sono coinvolte molte associazioni che offrono il loro contributo nell’organizzazione del programma, sostenendo e dando linfa alle diverse attività del Cambio Rotta. Il centro è molto frequentato, in particolare durante la stagione estiva, soprattutto dai giovani che spesso ci propongono varie attività.

 

Molte delle nostre iniziative sono legate al tema della lotta alla mafia e dell’educazione alla legalità. Ogni anno il 19 luglio commemoriamo la strage di Borsellino proponendo diversi eventi, dai workshop alle manifestazioni teatrali. Nel 2015 per tutta la stagione estiva abbiamo proposto una mostra fotografica dedicata a Peppino Impastato e Rocco Chinnici. Abbiamo poi promosso molte attività legate al sociale e all’ambiente, in particolare negli ultimi due anni.

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Presso la villa è nata anche una Scuola internazionale di Cucina Mediterranea. Puoi spiegarci di cosa si tratta?
All’inizio del 2014 abbiamo partecipato ad un bando della Fondazione CON IL SUD che ci ha permesso di aprire all’interno della struttura una Scuola internazionale di cucina ed uno spazio dedicato alla ristorazione nella parte più alta della villa. Da allora vengono chef provenienti da tutto il Mediterraneo che tengono lezioni e corsi all’interno della struttura. La nostra Scuola vuole rappresentare infatti un’occasione di integrazione tra popoli ed un centro di condivisione di valori legati alle relazioni, allo sviluppo, alla creatività e alla comprensione. Nei corsi sono coinvolti chef presenti sullo scenario internazionale, che propongono sessioni pratiche di lavoro e svelano i segreti della cucina dei loro paesi di origine.

 

I corsi, rivolti a tutti gli amanti della cucina (professionisti e amatori), prevedono inoltre momenti di riflessione sul cibo e di valorizzazione della dieta mediterranea.
La Scuola e la ristorazione funzionano molto bene. Il ristorante, con 150 posti a sedere dislocati nelle terrazze della villa, propone una cucina di alta qualità e la preparazione dei piatti, a cura di chef professionisti, risente delle proposte internazionali della Scuola di cucina.

 

Quali sono i nuovi progetti in programma?
Abbiamo intenzione di aprire all’interno della villa un centro di educazione ambientale. Vogliamo realizzare in collaborazione con la facoltà di biologia marina dell’università di Palermo un museo interattivo in alcune stanze della struttura dove il pubblico avrà la possibilità di esplorare virtualmente i fondali marini, grazie a degli apparecchi per la visione in 3D. Il target di riferimento, anche in questo caso, è prevalentemente giovanile.

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Avete incontrato difficoltà in questi anni?
Purtroppo questo territorio ha subito varie vicissitudini politiche, e questo ha inevitabilmente influito sulle attività di Cambio Rotta. L’alternarsi istituzionale di questi anni non ci ha agevolato. È complicato gestire un bene confiscato se non vi è un’intesa con l’amministrazione comunale. A settembre dello scorso anno fortunatamente si è insediato un nuovo sindaco e finalmente abbiamo raggiunto una certa stabilità. Ci è stato recentemente proposto dal Comune di rendere la villa sede per la celebrazione dei matrimoni civili, e questo a mio avviso è un segnale forte.

 

I beni confiscati hanno delle potenzialità ed un significato molto importanti: togliere qualcosa ai “cattivi”, cioè ai mafiosi, per darla ai “buoni”, ovvero ad associazioni o cooperative sociali che lo gestiscono e creano occupazione. Un bene confiscato può rappresentare uno strumento formidabile, se funziona adeguatamente. E affinché ciò avvenga è necessaria una sinergia tra il soggetto che lo gestisce e l’amministrazione territoriale.

 

Qual è secondo te il risultato più significativo che avete raggiunto con Cambio Rotta?
Il progetto è molto faticoso e richiede un impegno collettivo, sia in termini di costi che di lavoro. Il fatto di esserci sinora riusciti ci rende già molto orgogliosi. Inoltre abbiamo cercato di valorizzare la bellezza di un bene confiscato alla mafia, creando opportunità di lavoro nel territorio, capovolgendo la visione di quel bene e rendendolo patrimonio collettivo attraverso l’arte, la cultura e tutte le altre attività che portiamo avanti. Questa era la nostra sfida. È per noi un grande motivo di orgoglio, dunque, essere riusciti ad individuare un’idea vincente e a portarla avanti, malgrado gli ostacoli e gli attacchi che abbiamo ricevuto in questi anni.

 

Articolo tratto da CON_Magazine, giornale online realizzato da Fondazione CON IL SUD in collaborazione con Italia che Cambia 

 

 

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