La bellezza ispira. Grazie 1000 per la Festa!
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Raccontare una festa fatta di persone, vissuti, interessi, talenti, non è compito facile. Allora si aspetta un po’, tre giorni per sentire, rielaborare. E comunque è ancora difficile trovare le parole. Perché la parte più grande, quella che rimane ancora addosso, è immateriale, è sensazione, frutto dell’incontro di sguardi, di storie, di umanità. Quella che è arrivata a Panta Rei da tutta Italia per la Festa dei 1000 era curiosa, aperta, ricca, propositiva. Testa, cuore, mani, totalità di presenza.
Affetto è la parola che continua a risuonare, un abbraccio emozionante e insieme concreto, operativo. E mi ricordo all’improvviso che affetto viene dal latino adfectus, da ad e facere, che significa “fare qualcosa per”. Questa parola esprime il riconoscimento, che crea la spinta anche emotiva ad aderire ad un progetto grande come quello della Campagna dell’1% per Cambiare l’Italia, di qualcosa che sta a cuore, che interessa, di un sogno comune al quale ognuno di noi arriva da sentieri diversi.
Allo stesso tempo ci ricorda la scelta di un modo di realizzarlo, ci ricorda che l’Italia che Cambia, la transizione verso una società più equa, giusta e sostenibile, mette al centro la persona, le relazioni umane, in un percorso non antropocentrico che va dall’individuo verso la collettività, l’Ecosistema. Un modo che include il piacere perché senza piacere non c’è affetto. E poi che per tutto questo siamo disposti a fare qualcosa, a metterci in gioco, ad intraprendere azioni concrete per sostenere la realizzazione, per prenderci cura, del sogno. Italia che Cambia in tutto questo è l’organizzazione, anche qui nel significato etimologico, dal greco ὅργανον (organon) che significa strumento. Lo strumento che “incide il sentiero”.
Condividere i talenti, come strumento per conoscerci, celebrare, per trovare il nutrimento emotivo per continuare a “fare qualcosa per”, apprendere attraverso esperienze ed incontri, sono ciò che ci ha mosso nel pensare e creare questa grande festa. Desideri realizzati. Usciamo da Panta Rei con più consapevolezza, con più forza, con più intraprendenza.
Abbiamo appreso tanto, come gruppo operativo di Italia che Cambia, compreso quanto ci sia bisogno di offrire strumenti per continuare questo percorso, dalla facilitazione per i gruppi territoriali degli Agenti del Cambiamento, a modi per connetterci meglio a livello nazionale e scoprire le competenze di tutti e tutte. Abbiamo bisogno di comunicare di più e con più efficacia per non perdersi e per far capire il valore delle azioni che Italia che Cambia propone. C’è già tantissimo di suggerito, di concreto, eppure abbiamo colto la difficoltà a capire che cosa fare.
Le campagne mensili sono lo strumento di impatto: realizzare azioni tutte e tutti insieme ha una potenzialità grandissima ed incide nella realtà oltre noi. Mappare nuove realtà sembra un’azione banale ed invece ha una portata enorme. Le Visioni2040 offrono già tantissime azioni concrete da fare da oggi scegliendo di partire da ciò che ci sta più a cuore e che ci piace di più.
Nello scarto tra il desiderio e ciò che riusciamo davvero a fare, si gioca molto. Abbiamo grandi sogni di cambiamento ma a volte la “vita” ci fa avere meno energie e tempo di quanto vorremmo per nutrirlo. E ci blocchiamo. Non c’è niente che sia poco importante e se aspettiamo di avere tutto ciò che ci serve per realizzare il sogno finale, rischiamo di non partire mai. L’arrivo finale è fatto di passi ed ad ogni passo valutiamo ciò che possiamo fare, ad ogni passo diamo il massimo di ciò che possiamo davvero dare e non di ciò che ci aspettiamo di dover dare. Così si può procedere.
È successo anche a noi. Per lanciare i primi portali territoriali, Casentino che cambia e Piemonte che Cambia, abbiamo atteso di avere tutto il budget e le risorse umane necessarie. Di partire con una mappatura estesa, video interviste alle realtà, redazione per il racconto quotidiano del territorio, facilitatori per supportare la comunità. Adesso invece, e lo abbiamo condiviso con chi era presente a Panta Rei, iniziamo ad immaginarci delle tappe di avvicinamento che permettano di fare importanti passi avanti con ciò che abbiamo e di trovare insieme le risorse per realizzarle, in una responsabilità diffusa che crea ancor più unione ed entusiasmo.
E poi c’è il rapporto con il denaro. Per offrire strumenti e rispondere ad ogni richiesta ne abbiamo bisogno, ne siamo consapevoli. Eppure ciò che ci è arrivato da quel 13% degli agenti presenti alla festa, è che sembra che non ne abbiamo bisogno, che è un’opzione accanto al tempo quasi secondaria, che non è chiaro che l’1% del proprio stipendio sono 10€ al mese se si guadagnano 1000€, simbolico, sulla fiducia, un altro modo per “fare qualcosa per” che quasi tutti possiamo permetterci. E che ci permetterebbero di investire nei territori e offrire tutto ciò che sappiamo mancare per dare ancora più forza a questo processo.
Potrei raccontare ancora tanto e sono consapevole che quanto scritto non è un esaustivo della ricchezza dei tre giorni. Ogni laboratorio o incontro proposto meriterebbe un articolo a sè. Spero che questo piccolo racconto sia stimolo e che ciò che deve ancora emergere emerga grazie a vostri commenti, domande, curiosità.
Nel cerchio di saluto abbiamo condiviso con una parola che cosa ci saremmo portati a casa e una delle parole emerse con più intensità è stata “gratitudine”. Quindi grazie, a chi c’era, a chi ha condiviso passioni, talenti, interessi, a chi ogni giorno ci sostiene, a Panta Rei, la cui bellezza ispira. Grazie a tutti e a tutte.
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