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C’è chi sceglie il sistema scolastico tradizionale, chi preferisce l’approccio libertario o l’educazione nella natura, chi, ancora, opta per l’homeschooling. Come abbiamo visto dal racconto delle esperienze che vi abbiamo proposto nel corso della nostra campagna dedicata all’educazione, esistono differenti metodi educativi che i genitori si trovano oggi a valutare, con l’intento di compiere la scelta migliore per i propri figli. Ma i bambini cosa vogliono? Qual è per loro la scuola ideale? È quanto ha deciso di scoprire Enrica Milanese, Agente del Cambiamento, che ci ha raccontato com’è nato il suo progetto della “scuola dei sogni”.
Parlaci di te e del tuo interesse verso il mondo della scuola
Mi chiamo Enrica, ho 26 anni e tre grandi passioni: l’essere umano, con il suo essere mente-corpo-anima e tutte le sue meravigliose potenzialità; la trasmissione di conoscenza, mediante la scoperta, l’avventura, l’esperienza e i racconti; le case in paglia e terracruda.
Figlia e nipote di insegnati (sia da parte di zii che di nonni), in parallelo agli studi ho sempre aiutato bambini delle elementari e delle medie a fare i compiti e/o ho impartito ripetizioni private di svariate materie a ragazzini delle superiori come a compagni di corso. Insomma, per quanto abbia tentato di staccarmene per non seguire la tradizione familiare, l’insegnamento è comunque una realtà alquanto presente nella mia vita attuale… e degli ultimi 10 anni e mi piace moltissimo!
A fine settembre 2016 sono partita per la Thailandia, come volontaria all’interno di un progetto SVE (Servizio Volontario Europeo) di 6 mesi che prevedeva, tra le varie attività, l’insegnamento della lingua inglese alla scuola materna e alla scuola elementare. Ho vestito quindi i panni di teacher per circa 4 mesi durante i quali ho avuto modo di osservare il sistema educativo thai.
Cosa è scaturito da questa esperienza?
Da questa esperienza, dall’osservazione dei bambini e dei maestri, oltre che di tutto il contesto, sono scaturiti confronti e riflessioni non solo circa le analogie e le differenze tra il sistema scolastico thailandese e quello italiano, ma anche circa il “cosa” preferiscono i maestri e il “cosa” piace ai bambini. Mi sono resa conto che, tra il materiale pedagogico “alternativo” (sistema steineriano, Montessori, home-schooling, libertario) cui mi ero interessata e di cui avevo letto e/o visto video e documentari negli ultimi anni, non ho mai trovato nulla di strettamente incentrato sul bambino. Piuttosto, mi sono imbattuta in molte letture e video per genitori, per rassicurarli circa l’effettiva efficacia di questi “altri” metodi educativi.
Insomma, un bel giorno ho pensato: “ma questi bambini, come si immaginano la loro scuola dei sogni?”.
Cosa hai deciso di fare a quel punto?
Ho iniziato a contattare amici in tutto il mondo che sapevo avere figli, nipoti e/o lavorare con bambini nella fascia d’età 6-13 anni, per chiedere loro di raccogliere la voce dei bimbi circa la loro scuola ideale: dove si trova, com’è fatta, cosa si impara, come si impara e come li fa sentire. Fino ad ora, ho ricevuto risposte dalla Thailandia e dal Kenya, dal Tagikistan e dal Madagascar, dalla Polonia e dalla Slovenia, dal Brasile e dall’Italia.
La mia idea idea di partenza era che il bambino potesse essere “intervistato” da una persona o in un contesto che lo facesse sentire libero di esprimersi e di dire qualunque cosa sognasse davvero, senza timore che la mamma o il papà potessero arrabbiarsi sentendolo dire che vorrebbe giocare tutto il tempo o non vorrebbe avere compiti (per esempio).
In seguito, alcuni amici psicologi ed educatori, mi hanno consigliato di strutturare anche un vero e proprio questionario, in quanto ritenevano che potesse essere più facile per i bambini rispondere avendo una traccia da seguire, oltre che permettere a me di essere sicura che loro rispondessero prendendo in considerazione tutti gli aspetti di mio interesse.
È anche per questo motivo che ho deciso di concentrarmi sulla fascia 6-13, in quanto è quella in cui – grosso modo – dovrebbero aver imparato a scrivere e dovrebbero essere in grado di scrivere le loro idee, anche con pensierini semplici, ma senza intermediari che possano in qualche modo influenzarli. Va detto, comunque, che fino ad ora ho ricevuto non solo risposte scritte, ma anche disegni, video e audio via whatsapp!
Qual è il ora il tuo obiettivo?
Sebbene abbia avuto dei riscontri da diversi Paesi del mondo, mi piacerebbe cercare di raccogliere un campione significativo di testimonianze almeno dall’Italia, in modo da vedere se, per caso, è possibile estrapolarne una sorta di “prototipo” e, chissà, magari un giorno realizzarla davvero una scuola dei sogni, ovviamente in balle di paglia e terracruda! Per fare questo, ho però bisogno di una grossa collaborazione ed ecco perché ho pensato di valorizzare il mio essere agente del cambiamento di Italia Che Cambia.
Passare attraverso le scuole richiede tutta una serie di passaggi burocratici che necessitano tempo ed energia, non tanto da parte mia, quanto piuttosto da parte degli insegnanti stessi, motivo per cui non sono molte le realtà – pubbliche o private – che sono riuscita a raggiungere. Molto più semplice, invece, risulta essere il contattare direttamente le famiglie e poi diffondere l’idea del progetto per “passaparola”.
Sono qui, dunque, per lanciare un appello a quanti di voi possano essere incuriositi dall’idea e abbiano voglia di darmi una mano chiedendo ai propri bambini, nipoti, figli di amici, etc. se hanno desiderio di raccontare come si immaginano la loro scuola dei sogni. Grazie anticipatamente a quanti vorranno collaborare e buonissima giornata a tutti!
Per qualsiasi altra informazione, è possibile contattare Enrica ai seguenti recapiti:
Enrica +39 340 701 6529
email: schoolofyourdreams@gmail.com
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