#22 – Andrea Saroldi: la rivoluzione dei Gas e le Reti di Economia Solidale
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Torino - Come accade spesso per molti esperimenti ben riusciti, anche nell’esperienza di Andrea Saroldi il successo dell’idea si sviluppa quasi per caso. Oggi è il presidente dell’Associazione “Gastorino”, la rete di Gruppi di Acquisto Solidale (GAS) della città, ma quando all’inizio degli anni ’90 iniziava a parlare di queste tematiche faceva parte di una piccola compagnia di amici – la Rete Lilliput – che non si aspettava di ottenere l’espansione raggiunta a partire dagli anni successivi.
Oggi in qualità di megafono della rete dei GAS, Andrea Saroldi si occupa insieme al resto dell’Associazione di dare più voce e più spazio alle loro istanze attraverso sia il confronto con la politica e le istituzioni, sia lo studio e il dialogo con i media e il mondo della comunicazione in generale.
Il primo GAS nasce a Fidenza nel 1994, tre anni dopo se ne contano dieci in tutta Italia ma da quel momento crescono esponenzialmente e oggi, arrotondando per difetto, sono oltre duemila. È difficile quantificare quante siano esattamente, proprio per la loro natura spontanea e non formalizzata, basata essenzialmente sull’iniziativa privata dei singoli cittadini. Normalmente un GAS è costituito mediamente da venticinque o trenta persone, “un numero ragionevole entro il quale si riesce a gestire un rapporto di fiducia tra il produttore e il consumatore“, spiega Saroldi. Quando un GAS inizia a ricevere più richieste di adesioni normalmente si divide, dà vita ad un nucleo nuovo e si mantiene intatto il concetto di Piccola Distribuzione Organizzata che sta alla base di questi gruppi di acquisto.
Ma cosa spinge solitamente una persona ad unirsi alla rete dei GAS? Il presidente di “Gastorino” chiarisce che secondo una ricerca di Michele Bernelli e Giancarlo Marini, i GAS della prima ora erano costituiti da persone già seriamente impegnate sui temi dell’economia e del commercio equo-solidale e che in seconda battuta si sono avvicinate all’esperienza dei gruppi di acquisto. Ultimamente invece la tendenza sembra essersi invertita: “Oggi gli utenti dei GAS sono molto più eterogenei”, considera Saroldi, “alcuni si avvicinano perché motivati dalla volontà di acquistare un prodotto più sano e approcciano solo in un secondo momento al tema del consumo critico in alternativa alla grande distribuzione e al commercio globalizzato”.
Il passo successivo compiuto da Andrea Saroldi è stato quello della costituzione delle Reti di Economia Solidale (RES), per mettere insieme tutte quelle persone che già pensavano e agivano in questa direzione. L’idea è che ognuno di noi, ai vari livelli, può fare qualcosa per cambiare il mondo intorno a sé attraverso un impegno quotidiano per modificare il proprio stile di vita. “A livello personale, territoriale e globale tutte queste azioni devono collegarsi e mettersi insieme” commenta Saroldi chiarendo il percorso di sviluppo delle Reti.
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