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Care mamme e cari papà di figli che avete deciso di vaccinare perché ritenete che sia giusto e che sia la cosa migliore per loro. Cari genitori di figli che avete deciso di non vaccinare perché, allo stesso modo, pensate che la pratica vaccinale così concepita sia ingiusta, pericolosa e ingiustificatamente coercitiva. Mi rivolgo a tutti voi.
In questo momento non importa se siete pro o contro le vaccinazioni, poiché siamo tutti cittadini dello stesso Paese. Un Paese governato da gente che preferisce imporre piuttosto che convincere, amministratori che vogliono cittadini soggiogati e non consapevoli, che vogliono imporre una scelta anziché spiegare alle persone le ragioni per cui dovrebbero farla. Questa è infatti la conseguenza che avrà il decreto voluto dalla ministra Lorenzin che sancisce i vaccini obbligatori.
Nel resto d’Europa, più della metà dei paesi (15 su 29) non obbliga i propri cittadini a vaccinarsi, eppure la copertura vaccinale scende sotto il fatidico 95% in soli 8 paesi, mentre solo in Austria è inferiore al 90% (dati dell’OECD del 2015). L’Italia è il primo paese ad avere reso di fatto obbligatorie 12 vaccinazioni – dico “di fatto” perché l’obbligatorietà è legata alla frequentazione scolastica, ma se i genitori decidono di fare homeschooling o, per le fasce di età inferiori, PGE (piccoli gruppi educativi), possono tranquillamente non vaccinare i propri figli.
Si tratta dunque di un’imposizione, accompagnata da una campagna mediatica che invece di puntare sull’informazione consapevole fa leva sulla psicosi, sulla paura e sulla creazione di faide fra i genitori favorevoli alle vaccinazioni e quelli contrari, in realtà senza approfondire le ragioni di nessuna delle due parti.
Genitori “pro-vaccini”: sappiate che chi ha una posizione contraria alla vostra non è un tifoso della squadra avversaria, ma solamente un genitore proprio come voi, che ha fatto delle valutazioni nell’esclusivo interesse della salute dei propri figli, proprio come avete fatto voi. Sappiate anche che spesso non è contrario ai vaccini, bensì alla pratica vaccinale, ovvero alle modalità con cui vengono prescritti e somministrati, che è una cosa ben diversa.
Spesso infatti ci affidiamo alla scienza medica e a volte lo facciamo ciecamente, delegando a chi l’ha studiata decisioni di vitale importanza. Ma altrettanto spesso ci dimentichiamo che sotto i camici ci sono persone. Donne e uomini con i loro dubbi e, ahimè, con le loro debolezze. A volte ci sono professionisti seri e appassionati, a volte – più raramente, per fortuna – profittatori che per mire personali non esitano a prendere decisioni poco deontologiche, per usare un eufemismo.
Che strumenti abbiamo per decidere se il dottore che ci troviamo davanti è in buona o in cattiva fede? È semplice: non dobbiamo avere paura di informarci! L’altro giorno ho sentito un papà che, in fila con il figlio che doveva vaccinarsi, diceva alla sua compagna: «Non ho capito molto su questi vaccini, ma chi siamo noi per mettere in discussione quello che ci dicono i medici e le autorità?».
Ecco, questa è esattamente la conseguenza di una pratica vaccinale forzosa, imposta dall’alto: cittadini poco informati, poco partecipi, con scarsa cultura e zero spirito critico. Già questo sarebbe sbagliato se stessimo parlando di politica economica o di contratti di lavoro, ma qui la posta è in gioco è la salute dei nostri figli! Com’è possibile delegare, non informarsi, mettersi nelle mani di “esperti”? Mi viene naturale ricordare che anche il ministro De Lorenzo era uno di questi “esperti”, eppure accettò una tangente milionaria per mentire proprio sui vaccini.
Ecco dunque che il tema di questa campagna vaccinale si sposta dall’ambito prettamente medico e sfocia in quello della consapevolezza di ciascuno di noi, dell’assunzione di responsabilità, dei diritti e dei doveri di ogni cittadino. Essere liberi di scegliere è un diritto che spetta a tutti! Sarebbe bello se la reazione dei genitori favorevoli alle vaccinazioni non fosse «Finalmente gli “antivax” hanno avuto ciò che si meritavano!».
Sogno che i “pro-vaccino” approfittino di questa occasione per alzare la voce e rivendicare anche loro la libertà di scelta, magari al tempo stesso avvicinandosi a chi la pensa diversamente e spiegando le proprie ragioni, informando e provando a convincere. Insomma, facendo ciò che il Governo non vuole fare. Ma questo succederebbe solo in un Paese popolato da cittadini uniti, consapevoli, informati, acculturati, solidali l’uno con l’altro, non egoisti, sensibili. Noi siamo così?
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