Povertà energetica: colpisce 5 milioni di italiani, ma voi sapete cos'è?
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Bologna - La povertà energetica è un killer silenzioso chi si aggira per le strade dell’Europa e dell’Italia. Il suo alleato più potente è l’ignoranza. Proprio così: molti di noi non sanno nemmeno cosa sia, chi la conosce pensa che si tratti di un fenomeno limitato a zone gelide, remote e disagiate del Pianeta. In realtà, quasi 5 milioni di italiani – ovvero l’8% della popolazione – ne sono afflitti.
C’è chi patisce il freddo – persino fino a morirne – perché non riesce riscaldare la casa e chi non può utilizzare le apparecchiature tecnologiche per i servizi più basilari, come illuminare o cucinare. Le cause sono di natura economica, spesso combinate a infrastrutture energetiche vecchie, inquinanti e poco efficienti e alla conoscenza scarsa o nulla di alternative più economiche e più ecologiche.
L’11 aprile scorso a Bologna Italia Che Cambia ha partecipato, insieme ai rappresentanti di un’altra ventina di realtà e associazioni partner, al lancio italiano del progetto Social Innovation to Tackle Fuel Poverty – in italiano, “Innovazione Sociale per Combattere la Povertà Energetica” –, un’iniziativa co-creata da Ashoka e la Fondazione Schneider Electric.
L’obiettivo principale dell’edizione 2017-2018 dell’iniziativa è quello di identificare e sostenere 15-20 organizzazioni con una forte missione sociale che offrono idee creative e innovative per risolvere la piaga della povertà energetica e promuovere la sostenibilità energetica in Italia e in altri quattro Paesi europei: Germania, Grecia, Portogallo e Spagna.
È attraverso un concorso, il cui bando aprirà il 12 giugno e chiuderà l’1 ottobre 2017, che l’iniziativa prevede di selezionare le organizzazioni più innovative, che verranno annunciate durante un evento della Fondazione Schneider Electric durante COP23 a Bonn, in Germania, a novembre 2017. Dopodiché i vincitori avranno a disposizione 12 settimane di mentoring per lavorare su una strategia di scalabilità per ampliare l’impatto positivo del proprio progetto. Il percorso si concluderà poi con un ritrovo europeo di due giorni a fine aprile 2018, durante il quale ogni organizzazione presenterà la propria strategia e riceverà un riscontro da esperti del settore.
All’incontro di Bologna c’è stato un primo approccio al lungo e importante percorso che dovrà creare una solida rete all’interno della quale tecnici e comunicatori collaboreranno per far conoscere questo drammatico e problema e promuovere l’iniziativa che elaborerà soluzioni concrete per risolverlo. A proposito di questo, molto apprezzato è stato l’intervento di Giorgio Rosso della Città Verde, cooperativa sociale che ha vinto la passata edizione e che ha già messo in campo interessanti progetti sul tema del trattamento dei rifiuti e della cura dell’ambiente.
Ma cos’è la “povertà energetica”? Generalmente in Italia si parla di povertà energetica delle famiglie intesa come l’“incapacità di acquistare un paniere minimo di beni e servizi energetici, con conseguenze sul loro benessere” (Banca d’Italia). Ma non è solo la definizione a mancare; manca anche un volto: quali sono e dove si trovano le famiglie italiane afflitte da povertà energetica? Di quali innovazioni ha bisogno il nostro Paese per aiutare queste persone?
Un world cafè fra i partecipanti dell’incontro dell’11 aprile ha provato a dare qualche risposta preliminare a queste domande. Come prima azione da compiere, è stata identificata una mappatura dell’ecosistema per poter capire meglio il fenomeno e identificare le innovazioni che possono davvero fare la differenza: ricercatori ed esperti nel campo della povertà energetica, associazioni, aziende e istituzioni pubbliche. È infatti attraverso la collaborazione tra tutti i settori della società che riusciremo a fare della povertà energetica un elemento del passato.
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