9 Mar 2017

Lake Stories: natura e narrativa si incontrano sul lago

Scritto da: Pubbliredazionale

Esperienza, scoperta, dialogo con la natura, vita comunitaria, movimento e racconto. Ecco gli elementi che caratterizzeranno il laboratorio residenziale “Lake stories” in programma ad aprile in Umbria presso il centro Panta Rei, una struttura incastonata in una cornice naturale di rara bellezza. 

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Si terrà dal 10 al 15 aprile presso il centro Panta Rei (Umbria) il laboratorio residenziale “Lake stories”  guidato dal maestro di storytelling Ron Bunzl che, insieme ad una delle organizzatrici dell’evento Deborah Rim Moiso, ci ha raccontato il significato di questa esperienza e anticipato il programma dell’evento.

 

Vista da Panta Rei

Vista da Panta Rei


 
Che cos’è Lake Stories?
È un’esperienza in cui sogniamo di combinare apprendimento esperienziale, un viaggio di scoperta e cinque giornate di vita in comunità. Ogni giorno, passeremo metà giornata in “studio”, guidati dal maestro di storytelling il “cantastorie” Ron Bunzl (americano che vive in Olanda e ha 50 anni di esperienza nel teatro e nella narrazione). L’altra metà giornata esploreremo le rive e le isole del lago Trasimeno. Il tutto nella cornice del centro Panta Rei che ci ospita, una struttura in bioedilizia dedicata all’educazione ambientale “da 0 a 100 anni”, dove vivremo insieme, contribuendo anche alla vita quotidiana della comunità di abitanti. 

 

Le nostre esplorazioni del lago ci porteranno in un dialogo con la natura, con passeggiate, momenti di meditazione, ascolto dei cinque sensi e incontro con noi stessi e gli altri/le altre partecipanti. E in un dialogo con la comunità locale, incontrando i pescatori e ascoltando le storie di chi abita questo territorio veramente speciale. Andremo sull’Isola Maggiore a parlare con la tessitrice di storie Maria Pia, che da anni organizza Fiabando, un evento sulle favole e le fiabe, e sa collezionare e raccontare con maestria storie della tradizione e del folklore locali. 

 

In un viaggio che è interiore ed esteriore, ci specchiamo nelle storie del lago e cerchiamo i fili che intessono le nostre trame con quelle del territorio. Se partiamo dalla premessa che siamo tutti collegati, le storie di ciascuno di noi, e le tradizioni di ogni territorio, si possono rispecchiare e intrecciare con il nostro vissuto individuale in una fertile “impollinazione” reciproca. In un dialogo aperto, mentre noi ci scopriamo, permettiamo anche al territorio di riscoprirsi con nuovi occhi… E alla fine chissà che non ne nasca uno spettacolo improvvisando sulle rive del lago!  propria arte e creatività. Ron ci guiderà in semplici pratiche per risvegliare la nostra voce narrativa tramite la scrittura, il racconto orale, la poesia, ma anche il lavoro corporeo, i movimenti, il teatro.

 

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A cosa vi siete ispirati?
Il laboratorio è ispirato all’idea delle “songline”, le linee del canto che, secondo la saggezza aborigena, sono insite nelle valli, nelle colline, nelle fonti, e che è compito degli umani “risvegliare” con la propria arte e creatività. Ron ci guiderà in semplici pratiche per risvegliare la nostra voce narrativa tramite la scrittura, il racconto orale, la poesia, ma anche il lavoro corporeo, i movimenti, il teatro.

 

A chi si rivolge questo laboratorio?
A chiunque abbia voglia di partecipare in un’esperienza gioiosa e profonda, di scoperta del proprio corpo, creatività, presenza, e la propria “storia”.

 

Dove nasce l’idea e qual è l’obiettivo?
L’idea è nata dalla realizzazione che l’unica cosa che noi esseri umani facciamo e di raccontare le storie di quello facciamo e di quello che ci succede. Questa storia, in sviluppo costante, la chiamiamo la nostra vita. L’idea dunque è nata dall’intuizione che ogni cosa che succede, ogni contatto, sensazione, parola, pensiero e ogni cosa che vediamo, è un filo della storia del nostro incontro con la vita. Il modo in cui noi organizziamo tutti questi elementi sulle pagina biance delle nostre esperienze da un senso al nostro racconto. Raccontare significa trasmettere ad altri ciò ci è successo e che abbiamo capito. Così scolpiamo la nostra identità e creiamo il nostro mondo.

 

Gli obiettivi sono due. Il primo è di condividere questo approccio al racconto come una pratica che facilità la crescita personale, lo sviluppo della presenza e la respons-abilità (abilità di rispondere) creativa; un modo di stare nella propria vita e nel mondo. Il secondo è quello di incoraggiare i partecipanti a sviluppare i loro talenti innati per la scrittura e la narrazione delle loro storie. Celebrando la sensibilità poetica, la presenza e la comunicazione.

 

Puoi spiegarci meglio la relazione tra l’esplorazione dell’ambiente naturale in cui sarete immersi e l’aspetto narrativo?
Questa idea parte dalla considerazione che noi siamo espressioni/creature della natura, e che dall’osservazione e l’ascolto del nostro dialogo con la natura e l’ambiente. Cosi nasce una consapevolezza della nostra appartenenza e una realtà molto più vasta e potente del nostro essere individuale. Attraverso questa visone, i nostri racconti esprimano verità universali che illuminano e toccano il nostro essere profondo.

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Natura e racconto. In che modo si legheranno questi due aspetti durante il laboratorio?
Songlines si riferisce alla tradizione degli Aborigeni Australiani che considerano il mondo come manifestazione del canto degli Dei Antenati. Seconda questa tradizione, noi siamo custodi della terra ed è nostro compito ascoltare questi canti e aggiungere le nostre voci al coro dell’esistenza. Partendo da questo modo di incontrarci con la vita, andremo fuori per ascoltare, sentire e cogliere. Poi elaboreremo queste intuizioni nei racconti che scriveremo e verranno condivisi.

 

Il lago sarà un elemento centrale di questa esperienza?
Si, il lago visto come fonte di sostenimento e come specchio. Ci avvicineremo a le sue sponde per sentire come “ci vede”, e quali consigli ci offre.  Noi ci immergeremo in tutto questo territorio per trovare ispirazione.

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Ron Bunzl è un maestro di storytelling. Puoi spiegarci meglio di cosa si occupa?

Ron è nato artista. Ha studiato pittura, musica, danza, teatro, video e fotografia – tutti mezzi per i suoi racconti. Per più di trent’anni Ron ha creato spettacoli con un linguaggio teatrale personale e poetico caratterizzato da una fisicità energica e sensibile, da una magia visiva e musicale e da testi poetici e stimolante. Negli ultimi 15 anni lui si è dedicato a lavorare soprattutto con persone d’ogni tipo per stimolarle a scoprire e raccontare le loro storie.

 

Sono state già fatte esperienze simili in italia o nel mondo?
Ron ha gia fatto progetti e laboratori basati su questi approcci in diversi paesi. 

CIRC/US (“nostro cerchio”) è il nome di un progetto a lunga scadenza che a gia prodotto diversi spettacoli in cui partecipanti, appoggiati da un team di artisti professionali, hanno potuto raccontare le loro storie in un contesto magico.

The Storytelling Body (Il Corpo Narratore) e The Storytelling Circle (Il Cerchio Del Racconto) sono progetti di laboratorio permanenti sull’arte del racconto. Questi workshop hanno accolto persone di diverse provenienze, età ed interessi, dando gli l’opportunità di sviluppare la propria creatività e presenza. “Chi Credi Di Essere?”, “Momenti Trasparenti”, “Una Lettera d’Amore Alla Vita”, “Il Viaggio Dell’Eroe Nel Labirinto”, sono alcuni temi che hanno servito come puti di partenza.

 

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