Io faccio così #157 – L'Asilo del Mare, una nuova onda nel mondo della scuola
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Roma - Alcuni di voi hanno sicuramente sentito parlare del “Nature Deficit Disorder”, la Sindrome da deficit di Natura, teorizzata dal ricercatore americano Richard Louv nel libro “Last Child in the Wood”. Nell’esperienza educativa e pedagogica dell’Associazione Manes a Ostia, raccontata qui, andiamo nella direzione opposta: ora dagli alberi e dagli animali dell’Asilo nel Bosco ci spostiamo verso il mare, per una nuova, curiosa sperimentazione in ambito scolastico e pedagogico.
L’Asilo del Mare è il nuovo progetto educativo nato nel gennaio 2017 da un’idea dell’associazione Manes in collaborazione con il Centro Habitat Mediterraneo Lipu di Ostia e l’Istituto Comprensivo Amendola Guttuso.
L’approccio educativo e la filosofia che caratterizzano questa nuova esperienza sono sempre legati all’educazione all’aperto, solo che in questo caso cambia la cornice: “Le risorse naturali di questo territorio sono sia la pineta ma anche chilometri e chilometri di spiaggia – ci racconta Danilo Casertano dell’Associazione Manes – e dopo l’archetipo del maestro contadino avevamo bisogno di trovare l’archetipo del maestro navigatore, quindi abbiamo deciso di provare anche questa strada dell’Asilo del Mare”.
Nato nel gennaio 2017, in poco tempo questa nuova esperienza ha raggiunto un quantitativo di richieste molto alto: dopo la preiscrizione partita a metà dello scorso anno, in breve tempo si sono iscritti i dieci bambini per l’avvio della sperimentazione in corso in questo primo anno, ma già per settembre 2017 ci sono richieste di iscrizione provenienti da molte famiglie per decine e decine di bambine e bambini; “questo dà l’idea della forte richiesta di modelli educativi nuovi e più a contatto con la natura in tutta Italia: noi facciamo anche formazione per chi vuole replicare la nostra esperienza, e ci stanno arrivando richieste da Genova, Marina di Grosseto, Livorno, Sorrento, Napoli, dalla Calabria e dalla Sicilia. Se l’Italia è tendenzialmente una penisola, forse scuole in stretto rapporto con il mare potrebbero essere un approccio corretto”.
Come funziona L’Asilo del Mare
L’Associazione Manes ha inaugurato questa nuova esperienza con le stesse modalità operative con cui ha dato vita alle precedenti iniziative: un protocollo d’intesa con l’Istituto Amendola Guttuso di Ostia: “La missione dell’Associazione Manes da quando è nata è sempre stata quella di fare educazione nel pubblico” ci spiega Danilo “dopo di che noi siamo in un Paese ove educazione pubblica ed educazione statale sostanzialmente coincidono. Quindi per fare educazione pubblica devi necessariamente avvicinarti allo Stato.
Siamo in una fase importante, delicata: le istituzioni si stanno aprendo ai nuovi paradigmi educativi, ma da sole non ce la fanno ad esaudire la nuova richiesta formativa. Allo stesso tempo le associazioni che hanno aspirazioni e competenze per fare una scuola pubblica di questo tipo, da sole non potrebbero: dunque l’ibrido tra istituzioni e terzo settore diventa lo strumento vincente. C’è da aggiungere anche che ci sono esperienze all’interno della scuola pubblica che sono altrettanto virtuose: da anni l’Istituto comprensivo di Santa Marina a Policastro, in Cilento, diretto dalla preside Maria de Biase, porta i bambini in spiaggia con regolarità”.
La collaborazione con il CHM Lipu di Ostia: come trasformare un luogo
Il progetto dell’Asilo del Mare si basa su una stretta collaborazione con il Centro Habitat Mediterraneo Lipu di Ostia, un centro naturalistico sviluppato dopo una complessa e vincente ricostruzione ambientale e che oggi ospita un grande lago che in pochi anni è stato ripopolato da tantissime specie di uccelli, dalle più rare a quelle di passaggio fino a quelle nidificanti. I bambini hanno a disposizione uno spazio al chiuso, il Centro Visite, all’interno dell’Oasi ed una all’aperto, un meraviglioso spazio di venti ettari dove fanno attività accompagnati anche da Alessandro Polinori, responsabile del CHM Lipu di Ostia, che intervistiamo poco dopo aver aiutato i bambini a mettere sia del cibo in una mangiatoia per uccelli che nel nutrire gli animali permanenti presenti nell’Oasi: “i bambini qui vengono portati anche all’interno dei capanni e cominciano a fare birdwatching, a scoprire le foglie delle piante, la stagionalità. Tutte attività di carattere naturalistico che vengono condotte all’interno di un’area protetta”.
È così che i bambini imparano a conoscere la natura oltre il mare, come comportarsi e come relazionarsi con essa: “la cosa che mi piace molto è che si sta portando un nuovo concetto di educazione anche qui in Italia” ci racconta Polinori. “Viaggio spesso per vari motivi in Germania, dove questo tipo di esperienza è più comune e radicata da tempo. Oggi noto con piacere che anche i genitori italiani si stanno aprendo a fare uscire i bambini in natura anche durante l’inverno: vestiti adeguatamente e con le dovute accortezze che rispettiamo, qui ci godiamo il piacere di vederli impazienti di uscire anche a gennaio, per andare a rivedere gli uccelli che avevano conosciuto il giorno prima”.
Questo luogo per molti anni, oltre ad essere stato il teatro della morte di Pier Paolo Pasolini, è stato una discarica a cielo aperto, ed è stato ripulito dalla sezione di Ostia della Lipu dopo anni di battaglie: “Siamo due organizzazioni, noi dell’Associazione Manes e il CHM Lipu di Ostia, che hanno fatto una scelta molto netta su un quadrante di città che veniva considerato un posto terribile e degradato” spiega Danilo Casertano “invece noi abbiamo voluto vedere una grandissima bellezza e cerchiamo di farla emergere, perché esiste. Amiamo questo territorio.” Un esempio davvero delizioso di cambiamento in positivo.
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