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L’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) ha deciso di respingere le evidenze scientifiche che mostrano che il controverso diserbante glifosato potrebbe causare il cancro. La valutazione dell’ECHA potrebbe ora aprire la strada al rinnovo per ulteriori 15 anni dell’autorizzazione per l’uso in UE di questo diserbante, classificato come “probabilmente cancerogeno per l’uomo” dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC).
Greenpeace sottolinea che questa conclusione dell’ECHA arriva nonostante le lampanti evidenze di cancerogenicità sugli animali emerse dai test in laboratorio e il parere contrario di oltre 90 scienziati indipendenti. Inoltre, la valutazione dell’ECHA si basa anche su studi non pubblicati commissionati dagli stessi produttori di questo diserbante.
«L’ECHA ha fatto un gran lavoro per spazzare sotto il tappeto le prove che il glifosato potrebbe causare il cancro», dichiara Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura sostenibile di Greenpeace Italia. «I dati a disposizione sono più che sufficienti per vietare il glifosato in via cautelativa, ma l’ECHA ha preferito voltare lo sguardo dall’altra parte. Ora spetta quindi all’Italia rimuovere subito il glifosato dai nostri campi, a cominciare dai disciplinari agronomici di produzione integrata, dato che persone e ambiente non possono diventare topi da laboratorio dell’industria chimica», conclude Ferrario.
Come avvenuto per il parere dell’EFSA, anche la valutazione dell’ECHA è stata preparata sulla base di un dossier iniziale redatto dall’Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi (BfR). La valutazione sul glifosato effettuata da questo istituto è stata pesantemente criticata da ONG e scienziati indipendenti, secondo i quali è in contraddizione con le evidenze scientifiche.
L’ECHA è l’ente responsabile in UE per la classificazione e l’etichettatura di sostanze chimiche pericolose. Secondo le regole comunitarie, una sostanza deve essere classificata come “probabilmente” cancerogena se è dimostrato che aumenti i tassi di cancro in almeno due studi separati condotti sulla stessa specie. Lo IARC ha trovato prove di un aumento delle incidenze di cancro in due studi sui topi, supportati anche da ulteriori evidenze, ma l’ECHA ha respinto tali evidenze.
Diverse organizzazioni per la tutela di salute e ambiente hanno inoltre sollevato preoccupazioni circa possibili conflitti di interesse all’interno della commissione incaricata della valutazione del glifosato dell’ECHA, e all’utilizzo per la propria valutazione anche di studi non pubblicati forniti dalle aziende.
Quasi mezzo milione di cittadini dell’Unione europea ha firmato in sole cinque settimane la petizione che chiede alla Commissione europea di vietare il glifosato in Ue, riformare il processo di approvazione dei pesticidi, e fissare obiettivi vincolanti per ridurre l’uso dei pesticidi nell’Unione europea.
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