La Fattoria dell’Autosufficienza: un luogo per costruire un futuro sostenibile
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Ho conosciuto Francesco Rosso in Romagna nel 2008. Era davvero giovanissimo e già allora mi colpì per la sua maturità al di fuori del comune. Pochi anni dopo il tempo ha dimostrato che la mia sensazione non era errata. Francesco, infatti, si è trovato in pochissimo tempo alla guida di un piccolo grande “colosso”, la Golden Books, nota soprattutto per il portale Macrolibrarsi, ma non solo. Ha deciso di sognare in grande, progettando una fattoria decisamente fuori dal comune, la Fattoria dell’Autosufficienza.
Tutto ha inizio nel lontano 2009 quando con la famiglia cercava una casa in campagna nei pressi di Cesena, nell’appenino romagnolo per la precisione, per poter coltivare un orto e allevare animali, con l’obiettivo – appunto – dell’autosufficienza alimentare ed energetica. “Cercando in queste zone – mi racconta Francesco – abbiamo ‘incontrato’ questa occasione: settanta ettari di terra coperti da bosco e pascoli e dieci di seminativo”.
Così è nato un progetto nuovo, la Fattoria dell’Autosufficienza che ha quattro obiettivi:
1. Autosufficienza alimentare: produrre ciò di cui necessitiamo per vivere in modo naturale, senza concimi o sostanze chimiche e riducendo al minimo l’uso di mezzi a petrolio;
2. Autosufficienza energetica: attraverso fonti rinnovabili come vento, acqua, fotovoltaico, e legna;
3. Formazione: all’ecologia e alla salute. La Macro Edizioni ormai da trent’anni propone uno stile di vita diverso, più naturale, e più salutare. Io sono nato in casa, sono stato allattato al seno, non sono stato vaccinato e non ho mai avuto problemi di salute. Insegnare alle persone a riappropriarsi dell’autosufficienza della salute;
4. Ecoturismo: nelle foreste casentinesi, area ideale per camminate, escursioni, mountain bike”.
Gli chiedo come sia stato ‘formarsi’. In effetti, ci ha investito molto. Mi racconta che i primi anni li ha trascorsi formandosi e studiando il luogo cercando di applicare i principi della permacultura, in particolare ‘osserva e agisci’.
Poi sono arrivati i primi lavori. “Abbiamo creato i contatti con l’acquedotto nuovo e poi abbiamo preparato i terreni, coltivando i primi orti, poi grani antichi, farro intervallati da legumi e così via.
Nel 2014 abbiamo messo mano alle strutture. La ristrutturazione è stata impegnativa, avendo voluto e dovuto rispettare il vincolo storico e i principi di sostenibilità”. Alla fine, però, il progetto è riuscito, i lavori sono terminati (almeno questa parte dei lavori) e presto sarà inaugurato l’agriturismo che ha quattro camere e un ristorante.
La sfida
Essere coerente al 100% ha avuto un costo sia economico che energetico. Non è stata una ristrutturazione a basso costo. Hanno lavorato tante ditte, alcune che erano abituate ai materiali naturali, altre che hanno dovuto imparare. “Ne é valsa la pena – mi assicura Francesco – dal 2011 abbiamo iniziato a organizzare in fattoria corsi su permacultura, food fortest, agricoltura, costruzioni con materiali naturali, agricoltura sinergica. Mentre impariamo, trasmettiamo, miglioriamo”.
Gli chiedo come sia avvenuto il suo incontro con la permacultura. “Fin da quando ero più giovane vivevo immerso dai libri; me capitò tra le mani ‘Introduzione alla permacultura’; me lo portai a casa, iniziai a leggerlo e non me ne staccai più. In fondo al libro c’era scritto che esisteva una accademia che organizzava corsi di permacultura. Così, di lì a poco ne ho trovato uno intensivo di due settimane, dopo il quale… non avevo capito niente! Così, nei due anni successivi, ho fatto corsi su corsi. Ho continuato a informarmi, e da lì è stato evidente che quella era la mia strada”.
Nel problema la soluzione
Questo suo amore per la terra ha radici antiche. “A sette anni vivevo in una casa di campagna continua Francesco mentre fuori inizia a piovere – le istituzioni non mi permettevano di andare a scuola perché non ero vaccinato. Passavo le giornate con i miei cani nei boschi, così il bosco è diventata la mia casa”.
Dopo la terza media è quindi stato naturale iscriversi all’istituto professionale di agricoltura… Che però lasciò dopo due anni per iscriversi ad agraria. “Pensavo che non avrei mai fatto il contadino nella vita. In questi anni forse mi sono dimenticato della mia aspirazione di vivere nei boschi. Mi piaceva viaggiare e mi sono iscritto ad economia del turismo; poi, quando avevo venti anni mia madre mi chiese di dare una mano all’azienda di famiglia, lavorando al sito di Macrolibrarsi. L’anno dopo sono diventato amministratore ed è andata bene! Eravamo sette persone e oggi siamo più di sessanta. E questo mi ha reso possibile avere un capitale da investire in questo progetto”.
Si potrebbero dire molte altre cose su questa storia, si potrebbe entrare nel merito del cosa e del come. Ma per ora vi lasciamo alla visione del video. Se volete proseguire e leggere la seconda parte, cliccate qui!
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