15 Mar 2017

Destino Vegetariano: come Alessandra e Patrizia hanno cambiato vita

Scritto da: Francesco Bevilacqua

Durante una piovosa giornata milanese, Alessandra e Patrizia hanno deciso di cambiare vita. Si sono trasferite a Pantelleria dove hanno lanciato Destino Vegetariano, un'attività basata sulla cucina vegetariana, sui principi della decrescita e sulla diffusione di una cultura sostenibile e consapevole.

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Messina - È difficile trovare un punto da cui partire per descrivere Alessandra e Patrizia: la loro vita sin qua è stata incredibilmente piena di scelte coraggiose, viaggi, iniziative virtuose e processi di cambiamento! Fino a qualche anno fa vivevano e lavoravano a Milano, inseguendo i soliti ritmi inumani della grande città. Poi è arrivata la decisione di mollare tutto e trasferirsi nella splendente Pantelleria, dove le due ragazze hanno aperto un b&b, evolutosi poi in alcuni dammusi panteschi, che fanno parte della rete di Destinazione Umana. È nato così Destino Vegetariano.

destino11Ma questo non è che l’inizio! Entrambe vegetariane, hanno deciso di diffondere sull’isola uno stile alimentare sano e sostenibile attraverso corsi, home cooking e serate a tema. Nel 2015, Ale e Pat hanno acquistato un camper e hanno girato l’Italia, visitando le aziende agricole del circuito WWOOF: un viaggio durato sei mesi alla scoperta delle realtà rurali del nostro Paese. La loro mossa successiva non poteva che essere l’adesione alla campagna dell’1%! Da qualche settimana sono Agenti del Cambiamento e stanno già progettando le prossime iniziative per continuare il loro splendido percorso.

 

Come siete arrivate alla decisione di lasciare Milano?

 

La decisione di lasciare Milano e quindi i nostri lavori, la nostra consuetudine, gli aperitivi, i meeting e quant’altro è arrivata dopo gli ennesimi mesi di pioggia. Certo, non abbiamo stravolto la nostra vita solo per due gocce, ma è stato uno spunto di riflessione molto potente. Quando Alessandra e io ci siamo incontrate avevamo entrambe il desiderio di realizzare qualcosa di più con le nostre vite. Ci aspettavamo qualcosa che a Milano non sarebbe arrivato mai.

 

Lavoravamo per poter pagare i bisogni che la stessa vita lavorativa ci richiedeva. Scarpe, vestiti, incontri di lavoro o tra amici. Un circolo vizioso che però non prendeva energie da nessuna di queste attività. Anzi, le energie e l’entusiasmo andavano diminuendo giorno dopo giorno. Le nostre competenze, attitudini e qualità generavano risultati di cui non eravamo noi a beneficiarne. In tutto questo il tempo atmosferico non aiutava. La pioggia, il grigio, la metro, la folla, l’impoverimento dei rapporti umani, le strette di mano che erano accompagnate più spesso dal “dove lavori” che dal “come ti chiami” ci hanno spinto a sognare qualcosa di più per il nostro futuro. Qualcosa in cui poter credere, qualcosa per cui valesse la pena lavorare e vivere.

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Abbiamo scelto di lasciare Milano per iniziare la nostra personale decrescita felice, abbiamo scelto un luogo che potesse permetterci il cambiamento e una vita al ritmo naturale delle cose, un luogo a sud, con l’aria pulita, con i rapporti umani al primo posto, un luogo dove poterci misurare con le nostre capacità e con il nostro futuro. Abbiamo scelto di vivere e lavorare a Pantelleria, un’isola che “galleggia” in un mare limpido, ricca di Terra fertile, posizionata in pieno sole e piena di opportunità per chi ha voglia di fare. Oggi ci prendiamo cura di due attività che ci stanno molto a cuore, l’affitto di tipici dammusi panteschi e la cucina a domicilio vegetariana e vegana. Offriamo una vacanza a tutto tondo a partire dal territorio: utilizziamo i suoi prodotti per le nostre ricette e le abitazioni in pietra lavica che godono degli antichi principi di eco-sostenibilità.

 

Potete raccontarci qualcosa del vostro viaggio in camper? Perché siete partite, con quali obiettivi? Cosa vi ha portato questa esperienza?

 

Dopo due stagioni estive sull’isola in cui abbiamo gestito un B&B abbiamo deciso di scoprire l’Italia organizzando un viaggio come woofer, scegliendo però di  portarci dietro la nostra “casa” e la gatta. Abituate a raggiungere i luoghi che con un aereo, un treno, l’auto; un casello dopo l’altro, il last minute, il check-in on-line, viaggi che erano solo il passaggio da un punto all’altro, siamo salite sul camper e siamo partite per fare tutto il contrario di quello che avevamo fatto sino a quel momento.  

 

Risalire l’Italia piano piano, goderci la sua bellezza, il paesaggio che si trasforma chilometro dopo chilometro, gli incontri casuali, seguire i fuori programma senza paura di mancare un appuntamento e in totale calma: durante il viaggio il woofing si è trasformato in un itinerario di esperienze pittoresche attraverso le realtà più disparate, niente woofing ma molta consapevolezza. Siamo passate da aziende agricole a famiglie che ci ospitavano, alle notti in camper in luoghi perduti… un’esperienza inebriante che abbiamo “sovvenzionato” organizzando corsi di cucina ad ogni tappa dal Tavoliere delle Puglie alla Valchiavenna, passando per Romagna, Piemonte, Toscana, Lazio e arrivando in Campania.

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Questo viaggio ci ha permesso di incontrare molti nostri simili, ragazzi giovani che stanno tornando alla terra, all’agricoltura, al vero valore delle cose e al vero calore dei rapporti. Persone che si impegnano per cambiare nel loro piccolo la tendenza consumistica e spersonalizzante del lavoro “in batteria”, persone che hanno voluto dare una possibilità ai propri sogni per realizzarli. La fine di questo viaggio, come spesso accade, ci ha portato in un’unica direzione: a casa. Pantelleria. Scelta come primo passo verso l’indipendenza e ora eletta a nostra nuova ed energetica dimora.

 

Com’è stata accolta la vostra iniziativa in Sicilia, una terra dalle tradizioni forti e radicate?

 

La nostra attività a Pantelleria, che è Sicilia solo geograficamente, è stata accolta benissimo; noi siamo state le benvenute così come le piccole novità che abbiamo portato sull’isola: ad oggi siamo l’unica realtà riconosciuta a offrire cucina vegana e vegetariana. Ci hanno accolto prima di tutto come persone ed è quello che conta, perché sono le persone a dare vita e credibilità alle attività. La curiosità, le chiacchiere di fronte al vino, i cancelli bassi, l’assenza della criminalità, le finestre e le macchine sempre aperte, i sorrisi.  Qui fare amicizia è come bere un bicchiere di zibibbo, è facile e buono. La tradizione locale è il nostro punto di partenza, non siamo qui per sconvolgere, siamo qui per ripartire da ciò che fa bene per l’uomo e per la terra. Da quello che si chiama, per l’appunto, tradizione.

 

Perché siete vegetariane?

 

Alessandra è diventata vegetariana otto anni fa. Cuoca per passione aveva mangiato di tutto e apprezzato il gusto delle cose. Poi il suo corpo si è ribellato e ha iniziato a chiedere semplicità, un ritorno alle origini. Da un’alimentazione onnivora è passata a quella vegetariana, quasi vegana, in maniera naturale, automatica, senza rinunce. Niente più mal di testa, si erano calmati, il gonfiore sparito, la lucidità e l’energia rinnovata. È allora che dalla sua passione per la cucina ne ha fatto un’attività lavorativa. La sua cucina è diventata a domicilio e si è specializzata per poter offrire dei piatti gustosi, sani e con materie prima di alta qualità; era il 2009 a Milano e i ristoranti vegetariani erano ancora una rarità.

 

Io sono arrivata a questa scelta con più razionalità. A Milano, con la vita frenetica d’ufficio e con poco tempo da dedicare alla cucina, avevo iniziato a non sentire più il sapore delle cose e allo stesso tempo avevo iniziato a conoscere quello che c’è dietro l’alimento. Gli allevamenti intensivi, i dosaggi ormonali, la trasformazione dei prodotti in qualcosa di mercificabile a discapito degli animali e della nostra salute. Le aziende a livello mondiale che lucravano su qualcosa di primaria e fondamentale importanza: il cibo. Mi piace sempre ricordare le famose parole dello scrittore Michael Pollan: “Il cibo a basso prezzo è un’illusione, non esiste. Il vero costo del cibo alla fine viene pagato da qualche parte. E se non lo paghiamo alla cassa, lo paga l’ambiente. E la nostra salute”.

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Grazie ad Alessandra, che cucina divinamente, sono riuscita anch’io in quello che disperatamente cercavo di fare da anni. Mangiare totalmente senza sacrificio animale. Ci sono poche regole da seguire ma alla fine il tuo corpo ti ringrazia e il giusto equilibrio tra vitamine, proteine, antiossidanti, omega 3 ecc. ti riporta alla vita. Noi cerchiamo di tornare al passato, ai rimedi naturali che abbiamo dimenticato come l’uso delle erbe selvatiche. Oggi c’è il problema delle farine, del glutine, le allergie sono sempre più diffuse così come le intolleranze. Dobbiamo conoscere e capire. Questo ci renderà liberi. Dalle medicine, dai problemi che oggi sono schedati come fossero malattie e che altro non sono che richieste d’aiuto del nostro corpo. Ecco perché siamo vegetariane, perché teniamo alla nostra vita e al mondo che ci circonda. La natura è nostra alleata, non qualcosa da sfruttare.

 

Qual è il filo rosso che lega il turismo responsabile, lo stile alimentare, i principi della decrescita?

 

La consapevolezza. Nel momento in cui ti rendi conto di quello di cui hai davvero bisogno, ti accorgi che non ha niente a che vedere con quello che hai ricercato fino a quel momento. Non ha a che vedere con il denaro, con il lavoro, non ha a che vedere con la posizione sociale. Il filo rosso, la consapevolezza, ti fa sentire parte di un sistema il cui valore più importante sei tu. Tu in relazione alla natura che da sempre ci aiuta e ci permette di vivere al massimo delle nostre capacità.

 

Cosa consigliereste a una persona che, ispirata dalla vostra storia, vorrebbe seguire le vostre tracce?

 

Di cavalcare l’entusiasmo e puntare sulle proprie qualità e competenze. Il momento più difficile non è solo “prendere e partire” ma è decidere di cambiare la propria vita abbandonando quella che tutti considerano la “sicurezza” e cioè lo stipendio a fine mese accada quel che accada, che tu abbia voglia o meno di lavorare, che tu ci creda o meno in quello che fai. Il consiglio è quello di fare un vero e proprio atto di fede nelle proprie risorse. Ovviamente parlo di chi, come noi, non può contare su proprietà e conti in banca tali da poter far fronte ai periodi di “costruzione” prima della “raccolta”. Un altro consiglio è quello di venirci a trovare, per vivere un’esperienza in prima persona di quelle che possono essere le difficoltà ma anche le bellezze di una vita diversa. Noi vediamo solo cose positive!

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Avete detto che ci sono molte cose da fare per diffondere il cambiamento in Sicilia. Qual è il primo punto sul vostro taccuino?

 

Il primo punto è l’utilizzo delle energie rinnovabili. Pantelleria è una terra benedetta dal sole, dal vento e dal mare eppure qui sembra più difficile che in altri luoghi, riuscire a rendere queste risorse parte integrante della vita quotidiana. È un po’ come a scuola, il bambino più portato per una determinata materia alla fine è quello che s’impegna di meno. Un altro punto è fare gruppo con persone che la pensano allo stesso modo, fare rete e portare avanti il rispetto per la natura come il no pesticidi. Purtroppo si guarda ancora troppo al guadagno inteso come attenzione alla quantità e non alla qualità. Siamo in un momento storico tra l’altro in cui qualità è sinonimo di costoso ma non deve essere per forza così. Bisogna impegnarsi a realizzare, riconoscere l’eccellenza che abbiamo sotto gli occhi, tornare a donarle importanza.

 

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