20 Mar 2017

Banca della Terra: anche il Trentino avvia il ripristino dei terreni incolti e abbandonati

Scritto da: Laura Pavesi

Recuperare terreni incolti o abbandonati mettendoli a disposizione dei giovani che vogliono avviare un'attività agricola. È questa la finalità della Banca della Terra, un progetto già adottato da quattro regioni italiane, che da oggi sarà attivo anche in Trentino.

Salva nei preferiti

Trentino Alto Adige - La Giunta provinciale della Provincia autonoma di Trento ha approvato l’istituzione della Banca della Terra, cioè il censimento di terreni pubblici e privati incolti che i proprietari mettono a disposizione di chiunque desideri rimetterli in produzione. Dopo Toscana, Lombardia, Sicilia e Liguria, anche il Trentino aderisce a questa iniziativa che ha la finalità di contrastare l’abbandono dei terreni e delle produzioni agricole e di favorire il ricambio generazionale in agricoltura. Il progetto, infatti, offre anche ai giovani aspiranti agricoltori che non sono “figli d’arte” e che non hanno fondi di proprietà di poter reperire terreni da coltivare.

bancaterra1Per “terreni agricoli abbandonati o incolti” – come specificato nei criteri e modalità di costituzione e funzionamento della Banca della Terra trentina – si intendono le aree di neo-colonizzazione da parte della vegetazione forestale, su cui l’attività di sfalcio, pascolo o coltivazione è documentabile negli ultimi dieci anni, e tutti i terreni incolti suscettibili di coltivazione che non siano stati destinati ad uso produttivo da almeno tre annate agrarie e che siano dichiarati disponibili dai proprietari per il ripristino dell’uso agricolo, come spiegato in questo documento.

 

I Comuni trentini hanno il compito di effettuare un censimento dei terreni abbandonati o incolti e delle aree forestali da riportare all’uso agricolo presenti sul proprio territorio e sollecitare i proprietari – sia pubblici che privati – a inserirli tali fondi nella Banca della Terra e metterli a disposizione di chi desideri ripristinarli all’uso agricolo. Chi vuole coltivare i terreni inseriti nella Banca della Terra, da parte sua, può prendere liberamente visione dell’elenco dei terreni e rivolgersi al Comune competente chiedendo i dati anagrafici del proprietario del terreno a cui è interessato, al fine di un avviare una trattativa diretta. Nel caso di terreni di proprietà pubblica la Banca della Terra trentina prevede che i contratti di affitto siano stipulati nel rispetto della vigente normativa provinciale, mentre nel caso di terreni privati i contratti saranno ai sensi della Legge 203/1982.

 

«La finalità di questo strumento – ha spiegato Michele Dallapiccola, Assessore all’agricoltura del Trentino – come previsto dalla Legge Provinciale 15/2015 per il governo del territorio, è quella di contemperare fenomeni di abbandono e mancata coltivazione dei terreni con l’esigenza di facilitare l’avviamento di nuove imprese agricole, con un conseguente ricambio generazionale o il consolidamento delle imprese agricole già esistenti. È un’opportunità per molti giovani che, pur non essendo figli di agricoltori, intendono dedicarsi all’agricoltura o all’allevamento».

 bancaterra3

La Banca della Terra, che è gestita tramite i servizi provinciali competenti in materia di agricoltura, può essere uno strumento prezioso di presidio e salvaguardia dei territori destinato ad attirare l’attenzione verso aree che spesso sono trascurate. E, nel contempo, potrà dare la possibilità ai giovani che hanno intenzione di dedicarsi all’agricoltura di reperire terreni disponibili, anche se questi non provengono da famiglie di agricoltori o non hanno terreni in proprietà.

 

«Il provvedimento – ha puntualizzato Dallapiccola – genera una sorta di anagrafe/banca dati dei terreni pubblici e privati e, nel secondo caso, prevede che il privato metta a disposizione i propri terreni ad altri coltivatori secondo una libera contrattazione tra le parti. Si tratta di uno strumento volontario fatto su base dichiarativa da parte del privato. I terreni confluiranno nella Banca della Terra e il capofila della raccolta dati sarà il Comune territorialmente competente. I vantaggi per i privati che vorranno mettere a disposizione i propri terreni incolti iscrivendoli alla Banca della terra sono due in particolare: in primo luogo, quello di essere inseriti in un canale pubblicitario di informazione e sensibilizzazione da parte del pubblico e, in secondo luogo, quello di avere la garanzia che il proprio terreno venga custodito e utilizzato in applicazione delle norme di legge».

 

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Ramona Bavassano: “Le soluzioni per affrontare la siccità stanno in una gestione comunitaria dell’acqua”
Ramona Bavassano: “Le soluzioni per affrontare la siccità stanno in una gestione comunitaria dell’acqua”

Il cambio vita di Alessandro Mancosu con Agrobass: “Scegliere cosa produrre e mangiare è un valore inestimabile”
Il cambio vita di Alessandro Mancosu con Agrobass: “Scegliere cosa produrre e mangiare è un valore inestimabile”

Oro rosso di Sicilia, la cooperativa che ha reintrodotto lo zafferano ennese
Oro rosso di Sicilia, la cooperativa che ha reintrodotto lo zafferano ennese

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

La tempesta del secolo in Spagna. Quando l’adattamento climatico non basta – #1012

|

Arghillà rinasce: la rigenerazione urbana dal basso di “uno dei luoghi più problematici d’Italia”

|

Oltre alle barriere, Capri diventa inclusiva e accessibile

|

Fabio Gerosa: “Con Fratello Sole aiutiamo il sociale a costruire un percorso di transizione ecologica”

|

Adattamento climatico: come provare a prepararsi a nuovi eventi estremi

|

In Sardegna non è Halloween, ma Is Animas, quando bambini e bambine chiedono doni per le anime

|

Il centro FuoriLuogo: una casa della cultura per sperimentare e incontrarsi

|

Scuola di Pace ODV Napoli: l’inclusione che parte dall’istruzione

string(9) "nazionale"