Il Parlamento Ue approva il CETA: a rischio salute, ambiente e democrazia
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Con 408 voti a favore e 254 contrari, il Parlamento Europeo ha deciso di ratificare il CETA, trattato economico e commerciale di libero scambio fra Unione europea e Canada. Il CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement) dovrà essere ora ratificato dal parlamento di ciascuno stato membro, ma nelle sue parti fondamentali entrerà in vigore già da aprile.
Secondo i favorevoli, l’approvazione del CETA rappresenta una risposta a Donald Trump, che ha espresso la volontà di congelare il TTIP, accordo fra Ue e Usa per abbattere i dazi doganali e uniformare i regolamenti dei due continenti con lo scopo di creare la più ampia area di libero scambio mai esistita.
Il TTIP, che il nuovo presidente americano vuole congelare, ed il CETA, che ha appena avuto il via libera, sono due di una serie di trattati internazionali fortemente contestati poiché minano molte delle norme che tutelano i cittadini su alcune tematiche di fondamentale importanza, in primis nel settore agroalimentare.
Molte le voci di protesta che si sono levate contro l’approvazione del trattato tra Ue e Canada, prime fra tutte quelle di movimenti, cittadini, sindacati e agricoltori che hanno esposto a Stasburgo frutta locale nelle cassette e striscioni all’ingresso del Parlamento per denunciare i rischi che questo accordo comporta per le produzioni locali europee.
“Un grande regalo alle grandi lobby industriali che nell’alimentare puntano all’omologazione e al livellamento verso il basso della qualità”. È quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel commentare l’impatto dell’approvazione da parte dell’Europarlamento del Ceta. “Nei trattati – sottolinea Moncalvo – va riservata all’agroalimentare una specificità che tuteli la distintività della produzione e possa garantire la tutela della salute, la protezione dell’ambiente e della libertà di scelta dei consumatori”.
“Questo accordo commerciale rischia di minare la democrazia e lo stato di diritto in Europa, a vantaggio di una manciata di multinazionali”, dichiara Federica Ferrario di Greenpeace Italia.
“L’obiettivo principale del CETA – continua Greenpeace – non è solo l’eliminazione delle barriere tariffarie, ma soprattutto la rimozione di ogni ostacolo al commercio e agli investimenti dovuto a norme differenti vigenti in Canada e in Europa. Questa operazione rischia di trasformarsi in un attacco diretto verso gli standard di protezione per persone, diritti e ambiente”.
Secondo uno studio indipendente al quale fa riferimento Greenpeace, inoltre, l’entrata in vigore del CETA causerebbe la perdita di circa 200 mila posti di lavoro nell’Unione europea e, secondo quanto stimato dalla stessa Commissione europea, con l’adozione di questo trattato, nel lungo periodo in Europa si registrerebbe una irrisoria crescita economica.
“Oggi è stata scritta una pagina oscura per la democrazia in Europa, ma non tutto è compromesso – dichiara Monica Di Sisto, portavoce della Campagna Stop TTIP Italia – La battaglia della società civile si sposta adesso a livello nazionale. Monitoreremo gli impatti dell’accordo, dimostrando che avevamo ragione a criticarne l’impianto, e spingeremo il Parlamento italiano a bloccare questo trattato dannoso per i nostri cittadini e lavoratori”.
Con l’applicazione provvisoria del CETA, sottolineano i coordinatori della Campagna Stop TTIP Italia, cadranno tariffe e quote su una vasta linea di beni e servizi commerciati tra i due blocchi, con prospettive negative per le piccole e medie imprese, i diritti del lavoro, la sicurezza alimentare, l’ambiente e i servizi pubblici.
“La campagna italiana chiede che dopo la giornata di oggi, il Parlamento italiano smetta di tenere il commercio internazionale fuori dai propri radar e metta all’ordine del giorno il dossier CETA, aprendo una consultazione con la società civile per venire a conoscenza dei gravi rischi che corrono l’economia del Paese, l’occupazione e la stessa architettura democratica”.
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