Approvata la legge regionale per il recupero degli edifici rurali abbandonati
Seguici su:
Incentivare il recupero di spazi e fare in modo che prima di consumare nuovo suolo si riutilizzino gli immobili già presenti, fatta eccezione, naturalmente, per quelli che si trovano in aree a rischio idraulico o geomorfologico elevato, è questo lo scopo della nuova norma in modifica alla legge lr 65/2014 approvata in Consiglio Regionale.
La legge si applica per le residenze rurali abbandonate, intendendo con questo termine gli edifici ricadenti nel territorio rurale come individuato dagli strumenti della pianificazione urbanistica comunale, che risultano non utilizzati da almeno 5 anni dalla data di entrata in vigore della legge, e in condizioni di degrado fisico o igienico-sanitario. Immobili caratterizzati da precarie condizioni di staticità, dovute all’usura del tempo o ad inadeguate tecniche costruttive, da diffusa fatiscenza delle strutture e delle finiture degli edifici, o tecnologicamente inadeguati, edifici in cui si riscontra mancanza o insufficienza degli impianti igienico-sanitari, sia come dotazione che come organizzazione funzionale e ridotte condizioni di abitabilità e di utilizzazione in relazione alla presenza di condizioni generali di insalubrità.
Con questa legge vengono stabilite le modalità con le quali potrà avvenire il recupero di queste residenze con condizioni vantaggiose. Il recupero funzionale ed edilizio di questi immobili potranno avvenire infatti anche attraverso il mutamento della destinazione d’uso agricola verso altre categorie funzionali, purchè previste dalla pianificazione urbanistica comunale, ed è ammessa la possibilità, per quegli immobili non sottoposti a vincolo di restauro conservativo, di un aumento volumetrico in virtù di miglioramenti dal punto di vista dell’efficientamento energetico e della sicurezza sismica. Sono anche previste riduzioni degli oneri comunali, il comune applicherà una riduzione minima pari al 50 per cento degli oneri specifici.
“La nuova legge per il recupero del patrimonio edilizio rurale – spiega l’assessore regionale all’urbanistica Vincenzo Ceccarelli – rafforza i principi che sottendono alla legge urbanistica regionale, cioè la volontà di limitare il consumo di suolo e di valorizzare gli immobili esistenti e spesso abbandonati. Nostro obiettivo è riqualificare il territorio, ma anche migliorare gli edifici stessi, infatti sono previsti incentivi crescenti man mano che nella ristrutturazione vengono applicati principi di prevenzione sismica e risparmio energetico. Vantaggi progressivi che crediamo possano dare impulso al recupero del patrimonio edilizio esistente come alternativa al consumo di nuovo suolo”.
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento