Altroché Cracco, una Guida Michelin tutta sociale
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Alessandria - La Ristorazione Sociale è un gioiellino che sorge in un angolo remoto della piccola cittadina di Alessandria. Una città conosciuta più che altro per la sua proverbiale nebbia.
Arriviamo in via Milite Ignoto 1 verso le ore 10.30 e ci accolgono Emiliano Vitaloni, uno dei due coordinatori della Ristorazione Sociale, e Riccardo Brera, responsabile delle cucina. Basta superare un solo cancello per sentirsi proiettati in un altro mondo, colmo di orti e ortaggi colorati. Questo perché l’edificio è circondato da piccoli appezzamenti di terra offerti in concensione dal Comune a pensionati che si dilettano con l’agricoltura urbana. Fuori è una giornata uggiosa e fredda, mentre dentro c’è molto fremito per l’avvio del servizio.
Ci ritagliamo uno spazio al primo piano. Il legno del controsoffitto riscalda l’atmosfera e sprigiona un senso di calore che irradia tutta la stanza. Due ragazze stanno terminando di apparecchiare i tavoli, mentre un ragazzo ci porge un caffè ancora fumante.
La Ristorazione Sociale è un progetto della cooperativa Coompany &, una cooperativa di tipo B che si occupa, principalmente, di inserimenti e reinserimenti lavorativi. Coompany & è nata circa venticinque anni fa, mentre la Ristorazione è attiva da sei anni.
L’idea di fondo è duplice, da un lato si vuole offrire un’opportunità lavorativa a persone provenienti dai più svariati contesti, dalla dipendenza all’autismo, e dall’altro permettere agli alessandrini di mangiare in un luogo inclusivo, immerso nel verde e spendendo poco.
Infatti, alla Ristorazione Sociale i prezzi sono calmierati e non si pagano l’acqua e il coperto. Questa politica di gestione è possibile perché molti prodotti, in particolare ortofrutticoli, provengono da coltivazioni curate direttamente dalla cooperativa attraverso un progetto all’interno del carcere di San Michele, a pochi chilometri da Alessandria. Inoltre, da quest’anno, visto il grande successo della coltivazione degli ortaggi da parte dei detenuti, si è introdotto un progetto di apicoltura e produzione di miele.
L’idea della Ristorazione Sociale è nata da Renzo Sacco, presidente della cooperativa Company &, anche se lui preferisce essere definito legale amministrativo, con lo scopo di creare sempre più posti di lavoro. Attualmente la Ristorazione Sociale offre lavoro a circa quindici ragazzi. Molto interessante la collaborazione con il Centro Down di Alessandria che ha permesso a due ragazze affette dalla Sindrome di Down di avere un lavoro fisso. Un altro progetto prevede l’inserimento di un gruppo di ragazzi e ragazze autistici per l’allestimento della sala, prima dell’arrivo dei clienti.
Anche la città ha dimostrato di apprezzare questo ristorante inclusivo. “Nella stagione invernale facciamo circa 150 coperti al giorno”, afferma Emiliano con tanto orgoglio, “in estate raggiungiamo i 220 coperti”. Numeri veramente molto alti, soprattutto se si considera che il locale lavora solo a pranzo.
La Ristorazione è anche sensibilizzazione, tutti i prodotti provengono da luoghi sicuri e personalmente controllati da Riccardo, come afferma lui stesso: “è fondamentale sapere da dove arriva il prodotto, non solo per me, che lo cucino, ma anche per il cliente che ha il diritto di sapere cosa sta mangiando”.
Emiliano e Riccardo non hanno dubbi; gli aspetti più positivi del loro lavoro sono i rapporti interpersonali che si instaurano lavorando fianco a fianco per tante ore al giorno. Una sorta di seconda casa. Un punto di riferimento per tanti ragazzi e ragazze.
Un luogo di lavoro capace di superare i limiti dell’obbligo e della routine, un luogo in cui crescere sia umanamente, sia professionalmente. Inoltre, tutti sono uguali alla Ristorazione Sociale, dal presidente al commis, e tutti ricevono lo stesso stipendio, proporzionalmente alle ore di lavoro svolto. La Ristorazione Sociale è veramente uno spazio in cui è possibile respirare il cambiamento. Un cambiamento che parte dal basso e che offre un possibilità anche a chi, in altri contesti, continua ad essere emarginato.
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