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Creata con il sostegno di personalità internazionali, ong e movimenti civici provenienti da ogni parte del mondo, la Fondazione Tribunal Monsanto ha radunato lo scorso ottobre a L’Aja giuristi di altissimo livello, avvocati e giudici provenienti dai 5 continenti, per un processo esemplare che, pur non avendo valore effettivo dal punto di vista legale, riveste un valore simbolico di enorme importanza.
Come reso noto dalla fondazione stessa: “Attraverso quest’azienda (Monsanto, ndr), il Tribunale intende puntare il dito sull‘intero sistema agroindustriale. Si tratta di […] un processo esemplare per denunciare non solo Monsanto ma anche tutte le multinazionali e le aziende il cui comportamento imprenditoriale ignora i danni alla salute e all’ambiente causati dalle loro decisioni. […] Il lavoro del Tribunale contribuirà al dibattito internazionale per l’introduzione del reato di ecocidio nel diritto internazionale. Inoltre, renderà disponibile un ricco archivio legale per futuri procedimenti legali in qualsiasi parte del mondo contro Monsanto o industrie chimiche simili”.
Come in ogni processo degno del suo nome, la multinazionale americana è stata invitata a presentarsi all’udienza extragiudiziale per far valere i propri argomenti, rispondendo alle accuse dei numerosi querelanti provenienti da tutte le parti del mondo, ma la Monsanto non ha voluto né essere presente, né essere rappresentata e neppure fornire dei testimoni.
Corinne Lepage, ex Ministro francese dell’ambiente, in risposta alla lettera aperta diffusa da Monsanto che sostanzialmente non riconosce alcuna legittimità al Tribunal Monsanto, ha dichiarato in apertura dei lavori che “il processo che è stato iniziato non ha nulla di fittizio ed il verdetto che verrà preso dai giudici, qualunque esso sia, sarà valido in quanto il diritto è una cosa reale”.
La Presidentessa del Tribunal Monsanto, Françoise Tulkens, vice-presidente della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), in chiusura del processo ha spiegato: “Questo tribunale è un tribunale d’opinione che permette alla società civile che ha preso l’iniziativa di dare la parola ai testimoni, per far capire al pubblico gli impatti delle attività di Monsanto sulle persone e sull’ambiente. Ciò che verrà fatto sarà dare un’opinione consultativa ma autorevole, che effettuerà delle constatazioni e delle raccomandazioni secondo il diritto internazionale e grazie soprattutto al mandato popolare che l’ha istituito”.
Mentre attendiamo con ansia che venga diffuso il parere legale da parte dei giudici del Tribunal Monsanto ad aprile, abbiamo purtroppo appreso negli scorsi mesi che l’Unione Europea, in barba al principio di precauzione che dovrebbe sempre essere attuato per evitare che la popolazione corra gravi rischi per la salute, ha recentemente prolungato i permessi per l’utilizzo del glifosato. La sostanza contenuta nell’erbicida più diffuso al mondo della Monsanto, al centro di annose controversie perché ritenuta potenzialmente cancerogena da autorevoli organismi competenti.
Abbiamo inoltre accolto con grande inquietudine anche la notizia che il colosso agroindustriale americano è stato acquistato dalla Bayer, altra azienda chimica tra le più potenti al mondo, produttrice tanto di farmaci, quanto di pesticidi, già al centro a sua volta di innumerevoli controversie.
La strada è lunga ed impervia, ma uniti si vince sempre! Se anche voi vorrete manifestare il vostro appoggio alla fondazione Tribunal Monsanto ed al suo encomiabile impegno, come hanno già fatto migliaia di rappresentanti della società civile, potrete farlo tramite la campagna di crowdfunding o anche semplicemente apponendo la vostra firma come semplice cittadino o come organizzazione.
Non mancheremo di riaggiornarvi sulla questione ad aprile!
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