Un bando per diffondere le antiche cultivar
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Il vivaio forestale di Cerreta, all’interno del Parco Nazionale, nella foresta di Camaldoli, è uno dei fiori all’occhiello del Casentino. Un impianto storico che secondo “Il Registro Storico della foresta demaniale inalienabile di Camaldoli” risale addiruttura all’anno 1881 e in cui oggi si producono piantine per gli imboschimenti, i rimboschimenti e per i miglioramenti ambientali, nonché piante per uso ornamentale e per la produzione di frutta. Si producono piantine adatte alle zone della montagna appenninica quali abete bianco, aceri, castagno, carpini, ciliegio, douglasia, faggio, frassini, noce, ontani, olmi e specie quercine; specie arboree e arbustive autoctone quali biancospino, ginestre, maggiociondolo, orniello, rosa canina, salici, sorbi, destinate al recupero di ambienti degradati e alla loro rinaturalizzazione. E si riscoprono, valorizzano e conservano antiche varietà locali di frutti a rischio di estinzione.
Per questo a Cerreta si adottano metodi di coltivazione tradizionali che richiedono un’accurata lavorazione del terreno e limitano l’uso di prodotti chimici che possono avere un impatto ambientale. La raccolta dei semi viene fatta direttamente prelevando il materiale tra le migliori piante madri autoctone, con la raccolta di marze e successivo innesto.
Il nuovo bando è riservato alle aziende agricole, con vincolo di messa a dimora all’interno dei confini del parco nazionale (province di Arezzo, Firenze e Forlì-Cesena), con un minimo di dieci e un massimo di cinquanta piante ciascuna. La concessione sarà gratuita per le piante disponibili: melo (57 cultivar), pero (36 cultivar), ciliegio (14 cultivar), pesco (2 cultivar), susino (6 cultivar), cotogno, nespolo comune, mandorlo, nocciolo e noce nazionale.
I titolari delle aziende interessate dovranno far pervenire (a mano, per posta, corriere o PEC) la richiesta all’Unione dei Comuni Montani del Casentino, via Roma 203, 52014 Ponte a Poppi (AR), indirizzo PEC: unione.casentino@postacert.toscana.it).
L’istruttoria amministrativa sarà effettuata dall’Unione dei comuni montani del Casentino in collaborazione con l’ente Parco.
La concessione delle piante sarà effettuata dando priorità alle aziende iscritte all’elenco regionale degli operatori biologici.
“Questo progetto, che recupera e favorisce la diffusione di antiche specie di grande pregio agronomico e nutrizionale abbandonate nel corso del ‘900 per fattori contingenti, investe sulla biodiversità dell’area protetta. Ma articola anche un tema cardine dello sviluppo sostenibile: la finalità di conservazione, tra le mission di tutte le riserve del mondo, diventa opportunità per le realtà imprenditoriali del territorio”. Luca Santini, presidente del Parco nazionale.
Informazioni sull’iniziativa e la disponibilità di piantine potranno essere chieste al responsabile del vivaio Cerreta (Fabio Ciabatti, fabiociabatti@casentino.toscana.it, tel.0575. 507283) e agli uffici dell’ente Parco nazionale (Alessandro Fani, 0575 503030; alessandro.fani@parcoforestecasentinesi.it).
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