Io faccio così #148 – Masseria Miele, un’oasi sostenibile alle porte di Lecce
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Lecce, Puglia - Animali liberi di scorrazzare e terreni coltivati senza neanche l’ombra di un prodotto chimico. La masseria Miele è una vera e propria oasi di sostenibilità a meno di un chilometro da Lecce.
Dopo 22 anni di totale abbandono, l’Associazione ARCI Miele ha preso in gestione questo bellissimo edificio creando un’atmosfera il più possibile vicina alla sua antica vocazione, quella di un’esistenza improntata alla semplicità e alla condivisione.
Loris Novelli, fondatore e membro dell’associazione, racconta dall’inizio questa avventura. Dapprima faceva parte di una cooperativa, “Natura Mediterranea”, ma – come ci tiene a spiegare e a ricordare – la sua vera indole è quella associativa e ben presto trasforma appunto il proprio statuto e decide di affiliarsi all’ARCI.
Tutto quello che vediamo adesso non è un’azienda agricola (perché i prodotti non vengono venduti) e soprattutto non vengono sfruttati gli animali. «Non solo non li uccidiamo per mangiarli», specifica Loris, «non li sottoponiamo ad alcun trattamento per la produzione di derivati. Non mungiamo nemmeno le mucche». L’unica cosa che viene “sfruttata” sono le uova, ma persino alcuni amici vegani accettano di mangiarle qui – racconta Loris – perché sanno che non c’è dietro alcuna sofferenza dell’animale.
La masseria è concepita prima di tutto come un luogo di condivisione e le attività che si organizzano sono moltissime. Dagli incontri con le classi scolastiche per riavvicinare i bambini alla natura, fino ai concerti, i circoli di lettura o ai laboratori di scrittura creativa. Molte delle attività dipendono anche dalle velleità dei soci perché il posto è aperto a qualunque iniziativa individuale.
Tra le tante idee che hanno preso vita, quella più riuscita è senz’altro l’orto sociale. All’interno dell’ampio terreno che circonda la masseria, c’è una parte adibita ad orto e aperta a tutti i soci tesserati. La vera innovazione è la gestione di questo spazio attraverso il social coin.
Le persone che fanno parte dell’associazione scrivono periodicamente le proprie disponibilità e le ore dedicate al lavoro nell’orto o ad altre mansioni interne alla masseria. In base al numero di ore che viene raggiunto si assegna un certo numero di social coin che corrisponde a una determinata quantità di prodotti della terra. Ma i soci possono anche decidere di rinunciare alla spesa dei prodotti e piuttosto consumare un pranzo o una cena in compagnia all’interno della masseria. Come suggerisce Loris, questo può anche essere un modo intelligente per fare fronte alle difficoltà economiche e arrivare alla fine del mese con meno difficoltà.
In alcuni periodi dell’anno, in base alla stagione, si organizzano giornate a tema per la condivisione del lavoro: la raccolta del pomodoro, la raccolta dei peperoncini, e così via. Al termine della giornata si chiude in bellezza gustando tutti assieme i frutti del duro lavoro.
Ma la masseria Miele apre anche a chi non è socio e in alcuni mesi dell’anno, durante la domenica a porte aperte, tutti gli interessati possono godere di quest’oasi anche semplicemente passeggiando attraverso i prati.
Intervista e riprese: Daniel Tarozzi e Roberto Vietti
Montaggio: Paolo Cignini
Sigla: “L’Italia che cambia siamo noi” di Stefano Fucili
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