Corea del Sud: finalmente al bando la macellazione dei cani
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Da maggio 2017, stop alla macellazione di cani a Seongnam, Corea del Sud, grazie alla decisione presa da Lee Jae-Myung, Sindaco della città, insieme all’associazione di venditori. La notizia è stata accolta come una grande vittoria dal popolo animalista che da tempo si batte per la chiusura del mercato di Moran, situato all’interno della città e considerato il più grande centro coreano di carne canina.
Dalle sue macellerie provengono un terzo dell’intero consumo nazionale della carne di questa specie. Il primo cittadino, durante una conferenza stampa, ha dichiarato: “Questa iniziativa va verso la risoluzione dei problemi legati al consumo di carne. Speriamo, con questa scelta, di sradicare l’immagine negativa detenuta dal mercato di Moran”. Il suo intervento si è concluso con la celebre frase di Gandhi: “Grandezza e progresso morale di una nazione si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali”. “La decisione presa dal Sindaco della città coreana rappresenta una svolta epocale che potrebbe cambiare per sempre il rapporto tra uomini e animali, non solo nella Corea del Sud, ma in tutti quei paesi dove è ancora ritenuto lecito uccidere e mangiare il “miglior amico dell’uomo”.
Il movimento animalista internazionale ha ottenuto una vittoria importantissima, una di quelle che possono preludere a grandi cambiamenti, ma la guerra non è ancora vinta. Molto resta ancora da fare, nella stessa Corea, a partire dalla concreta applicazione del bando. Confidiamo in un effetto domino che contagi tutta l’Asia sino ad arrivare al famigerato Festival di Yulin, Cina” ha dichiarato Carla Rocchi, Presidente dell’Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA), per commentare lo storico stop, la quale ha anche scritto a Lee Jae-Myung per esprimergli “il plauso di soci e sostenitori dell’associazione e di tutti i cittadini sensibili ai temi della tutela animale”.
Le associazioni animaliste locali si impegneranno a controllare se effettivamente il bando verrà davvero applicato nella città in quanto l’attività di macellazione di cani non è vietata dalla legge. L’amministrazione, per agevolare il provvedimento, ha deciso di concedere delle sovvenzioni pubbliche ai 22 macellai che attualmente lavorano in questo settore, per dargli la possibilità di riconvertire la propria attività. I venditori sembrano già aver iniziato a rimuovere le strutture di macellazione e le gabbie dove i cani vengono stallati prima di essere uccisi.
Il Sindaco sembra aver pensato proprio a tutto, ma c’è da chiedersi, dal momento che non è stata fatta nessuna comunicazione ufficiale, se il primo cittadino ha anche riflettuto sul destino dei cani attualmente allevati e detenuti dagli allevatori. Saranno macellati? Saranno trasferiti in altri impianti di macellazione sparsi nel Sud della Corea? Quello che ci auguriamo vivamente è che non sia una squallida mossa per ripulire l’immagine della città e spostare le attività in altri luoghi proprio perché non esiste ancora una legge, purtroppo, che vieti la macellazione dei cani in tutto il Paese.
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