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Abbiamo incontrato il noto epidemiologo e ricercatore dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, Franco Berrino, insieme all’attore e scrittore Jacopo Fo, in occasione della conferenza “Arte e Salute”, tenutasi il 24 novembre scorso a Milano.
Un’occasione rara, quella che ha visto sedere allo stesso tavolo un medico ricercatore ed un rappresentante del mondo dell’arte a tutto tondo dialogare con il pubblico sulla necessità di considerare l’essere umano nel suo complesso, quando ci si vuole prendere cura della sua salute e del suo benessere.
Appare infatti anacronisitico che la medicina tradizionale si ostini ad adottare terapie mirate alle singole parti che compongono quel sistema complesso che è l’uomo, anziché favorire un approccio interdisciplinare capace di sfruttare le interrelazioni esistenti ad esempio tra corpo e mente, alla luce di alcune importanti scoperte scientifiche che ne determinerebbero la necessità.
Vi abbiamo già raccontato di quel posto speciale chiamato Alacatraz, che è insieme fucina di idee, centro benessere ed ecovillaggio fondato da Jacopo Fo 35 anni fa sulle colline umbre; non potevamo che avervi già parlato anche di Franco Berrino, medico da sempre impegnato nella ricerca di approcci alternativi alla scienza tradizionale, nonché risoluto sostenitore di una dieta sana e prettamente vegetale come base per la prevenzione e la cura delle malattie oncologiche.
La conferenza milanese aveva lo scopo di presentare il percorso sperimentale che si terrà dal 2 al 10 maggio nella Libera Università di Alcatraz, in cui 40 persone potranno beneficiare degli effetti positivi di un approccio globale al benessere immerse nella natura, mangiando cibo sano e biologico, facendo yoga, meditazione, recitazione, grasse risate e tanto altro ancora.
Come mai questo connubio originale e forse molto coraggioso tra scienza ed arte, da cosa è nata l’idea?
Berrino: Bisogna allenare l’intuizione, poi quando ti viene l’idea, fai le cose che ti portano ad attuare il tuo progetto. Noi in primavera ci troveremo, lavoreremo insieme durante questi dieci giorni e così avremo un riscontro empirico per vedere se l’idea era buona o meno.
Fo: È stato un incontro che in realtà aveva altri scopi, poi una volta che abbiamo iniziato a chiacchierare ci sono venute in mente diverse idee. Perché cerchiamo di non avere un atteggiamento settario, ma aperto, cerchiamo di sviluppare al meglio un progetto partendo dalle risorse che abbiamo e secondo me questo è un atteggiamento non estremista ma più rivoluzionario. Apparentemente meno incisivo di un atteggiamento estremista, ma in realtà molto più potente. Evidentemente siamo entrambi stanchi di una certa ideologia, di gente che ha la verità in tasca…
Berrino: Sì: mettiamo tutto in discussione; oggi è un momento in cui ci sono questi guru che vendono le soluzioni, che “hanno in tasca” le pillole della longevità: diffidate da quelli che dicono di sapere!
Ciò che farete a maggio vuole essere una sorta di esempio empirico in grado di offrire eventualmente qualche spunto per la ricerca alla classe medica?
Berrino: La classe medica non è tanto sensibile agli spunti, è molto ferma nei suoi protocolli. Oggi all’Istituto Nazionale dei Tumori abbiamo commemorato la figura di Umberto Veronesi, il quale diceva che “l’importante per un medico che vuole progredire è essere curioso ed essere trasgressivo” e forse la trasgressività è quello che manca alla classe medica oggi, ma non solo alla classe medica, un po’ a tutti.
Fo: C’è comunque da sperare… riuscendo a mettere assieme un dialogo che prenda in considerazione tanti aspetti dell’essere umano dal taglio dei capelli, all’arte, all’alimentazione, al gioco, al momento comico, alla passeggiata, alla respirazione, alla meditazione, al massaggio: tutte queste cose qui in mezzo al verde, con cibo buono e biologico, cucinato con amore e arte, e riuscissimo a verificare degli effetti positivi, potrebbe anche essere l’apertura di un movimento che parte da delle esperienze, che magari potrebbe progredire. In fondo noi crediamo che la settorializzazione della cura da una parte, dell’arte e della spiritualità dall’altra non funzioni.
Incredibilmente oggi, neanche se uno è miliardario esiste nel mondo una struttura terapeutica alla quale si possa rivolgere che contemporaneamente prenda in considerazione tutto l’insieme dell’essere umano. È un’assurdità, una cosa che non ha senso! Questa io credo che sia una delle prime offerte che non è settorializzata. Attorno a noi abbiamo messo insieme delle intelligenze che affrontano il problema in tante direzioni diverse: la biodiversità è buona, affrontare i problemi da diversi punti di vista fa bene perché tutti siamo diversi e la terapia che va bene per me, potrebbe non andare bene per un’altra persona.
Noi di Italia che Cambia non possiamo che provare grande interesse per questo progetto e farvi un grande in bocca al lupo… dopotutto, i tempi non sono forse maturi per parlare di approccio olistico nelle scienze?
Berrino: Sì, ma non vecchi atteggiamenti fideistici new age. Nel percorso all’interno dell’associazione che ho contribuito a fondare, La Grande Via, attraverso diversi approcci simultanei: la via del cibo, del movimento, della spiritualità, cerchiamo comunque di basarci su esperienze che abbiano una solida base, pur esplicitando sempre l’incertezza che c’è attorno alle conoscenze. Se poi sperimentiamo cose nuove che magari non hanno necessariamente solide basi scientifiche, dichiariamo apertamente che stiamo sperimentando delle cose che non hanno una solida base scientifica. Comunque sì, è vero, si percepisce un aumento e una volontà di consapevolezza, una voglia di rompere gli schemi precostituiti…
Fo: Anche perché se non si rompono gli schemi, poi ci troviamo con Trump e gli schemi li rompe lui!
Note
Per ulteriori informazioni circa l’esperienza ad Alcatraz della prossima primavera, contattate direttamente la segreteria della Libera Università o quella de La Grande Via.
Per saperne di più sull’esperienza benessere che si terrà in primavera, potrete vedere il video girato direttamente da Jacopo Fo.
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