A cosa servono i Vecchioni?
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C’erano una volta paesi di montagna molto popolati. Famiglie in cui si lavorava sodo la terra per vivere, in cui gli uomini andavano alla “macchia” a tagliar legna e a far carbone, abbandonando casa e affetti per otto o nove mesi all’anno…
Che c’entrano i “vecchioni” con tutto questo? E che cosa sono?
Si dice che i vecchioni siano “nati” proprio per dare un allegro saluto a quanti rimanevano a casa. E per fare questo i giovanotti si mascheravano per divertirsi e divertire. Per non pensare, almeno per un giorno, al lavoro che li attendeva.
La gente del paese accoglieva con gioia l’allegra brigata nel suo girovagare nella vigilia dell’Epifania. Si diceva che i vecchioni fossero di buon auspicio per l’anno da poco iniziato e la gente si preoccupava quando mancavano all’appuntamento annuale.
Una tradizione che negli anni si è persa per poi rifiorire grazie alle comunità e al sostegno dell’Ecomuseo del Casentino.
Così per le strade e le frazioni di Montemignaio sono tornati i personaggi mascherati: il “giudice” con il suo potere indiscusso di “condannare” chicchessia a dare offerte, con tanto di sentenza in versi satirici; la “signorina”; il “cancelliere”, che porta sulla schiena il grosso libro delle sentenze che vengono lette dal giudice; la “vecchia”, vestita da Befana; il “neonato”; “frati”; “preti”, “carabinieri”. Accompagnati dal suono della fisarmonica.
Questo è quello che accadeva e accade a Montemignaio ma che troviamo anche a Cetica. Tradizioni rituali legate all’avvento del nuovo anno che si trovano anche a Badia Prataglia, dove una delle tradizioni più importanti è la “Cenavecchia”, nella notte della vigilia dell’Epifania, i bambini del paese si mascherano e si travestono da “befani” e “befane” e poi girano per tutto il paese, circa all’ora di cena, casa per casa, cantano, ballano, accompagnandosi con strumenti improvvisati, e da ogni famiglia ricevono un compenso, che poi dividono tra di loro. A Soci ogni anno centinaia di persone si riuniscono in piazza Garibaldi per assistere alla sfilata della Befana Ernesta che su un carro, come nella befana di Bibbiena, gira per il paese lanciando caramelle fino a tardi, quando viene bruciato il fantoccio della befana di paglia e cartapesta alto oltre sei metri, simulacro che rappresenta “il vecchio” per propiziare l’anno nuovo.
Che senso hanno queste attività oggi? Quale è il loro ruolo culturale e sociale per il presente ed il futuro delle comunità?
È quello che la tavola rotonda del 17 dicembre vuole indagare. Un evento che si inquadra nella più ampia programmazione dell’Ecomuseo del Casentino dedicato al “Paesaggio, Bene Comune”.
Un momento di riflessione, confronto e festa che inizierà alle 15:30 nella sala polivalente “G. D’Alessandro” a Montemignaio con il saluto degli Amministratori e l’inaugurazione dell’esposizione fotografica documentaria: Cenavecchia, Befane e Vecchioni. Tradizioni rituali itineranti per il passaggio dell’anno in Casentino a cura del CLUB FOTOGRAFICO AVIS di Bibbiena.
Seguirà l’introduzione a cura di Andrea Rossi, responsabile dell’Ecomuseo, su “Salvaguardare le relazioni” e gli interventi di Antonella Tarpino, antropologa, membro della Fondazione “Nuto Revelli”, autrice di libri i cui contenuti (memoria, abbandono, rinascita, ritorno, futuro) bene si legano ai temi della giornata, sul tema “Per un nuovo sentire dei luoghi alla ricerca di altre direzioni di senso”; di Marco Magistrali e Filippo Marranci, dell’associazione culturale “La leggera”, dal titolo “Re-esistere nel paesaggio, la Befanata in Val di Sieve”; Gualtiero Gori, dell’associazione culturale “L’Uva Grisa”di Bellaria che parlerà della Pasquella in Romagna.
Parteciparanno alla conversazione anche i Vecchioni di Montemignaio, i Vecchioni di Cetica, i befani e le befane de La Cenavecchia di Badia Prataglia, i suonatori e cantori della Befana della Banda di Bibbiena e i partecipanti della Befana dei rioni a Soci.
Alle ore 19 in Località Castello, incursione nelle case del borgo dei bambini di Badia Prataglia con La Cenavecchia.
Alle ore 20, Cena a buffet (crostini, affettati, formaggi, dolce, acqua e vino) al costo di € 14, con prenotazione obbligatoria entro il 15 dicembre allo 0575.542040.
A seguire: “Padron di casa vi chiediam permesso!”, estratti dal vivo da i Vecchioni di Montemignaio e da i Vecchioni di Cetica e Veglia a ballo con i Suonatori della Leggera dalla Val di Sieve e i Suonatori della Vallesanta.
Evento promosso da Unione dei Comuni Montani del Casentino, EcoMuseo del Casentino e Regione Toscana in collaborazione con Associazione Culturale LA LEGGERA, Club Fotografico Avis di Bibbiena, Pro Loco Badia Prataglia, Pro Loco di Cetica, Pro Loco di Soci, Filarmonica “Sereni di Bibbiena”, Centro Culturale Calandra – Montemignaio.
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