30 Nov 2016

I veterinari etici di Armonie Animali

Scritto da: Francesco Bevilacqua

Vi presentiamo Armonie Animali, un'associazione che riunisce decine di veterinari in tutta Italia accomunati da una visione etica e sostenibile della professione, basata sulla medicina non convenzionale e sulla grande attenzione al benessere psicofisico dei pazienti. Armonie Animali è anche la prima associazione ad aver aderito alla campagna "L'1% per cambiare l'Italia"!

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Armonie Animali è un’associazione nazionale che raccoglie veterinari che vogliono proporre una riflessione e una conseguente azione capace di modificare il rapporto con gli animali, basata sul benessere psicofisico e sulla sostenibilità ambientale. È anche un gruppo di persone consapevoli e desiderose di cambiare, come testimonia il fatto che è la prima associazione ad aver aderito alla campagna dell’1% di Italia Che Cambia. Ce ne parlano Pietro Venezia e Stefano Cattinelli.

armonie4In cosa differisce il vostro approccio rispetto a quello dei veterinari convenzionali?

 

La salute umana, animale e ambientale sono inestricabilmente connesse (One Health). Su questi temi Armonie Animali si sta interrogando su due questioni fondamentali: l’impatto ambientale della convivenza con gli animali e la farmacoresistenza. In Italia condividiamo la terra a nostra disposizione con circa 9 milioni di bovini, 10 milioni di suini, quasi 13 milioni tra ovini e caprini, 500 milioni di polli da carne, 50 milioni di ovaiole e 100 milioni di conigli. A questi si aggiungono gli animali da compagnia: sono circa 60 milioni, ossia uno per ogni abitante. Questo grande numero di animali necessita di terra coltivabile per la sua alimentazione, lo smaltimento delle deiezioni e il movimento (pascoli ecc). La metodologia con la quale vengono allevati questi animali può generare un sistema in equilibrio o un sistema patologico.

 

Come vi ponete quindi nei confronti dell’allevamento?

 

Armonie Animali rifiuta gli allevamenti industriali, che per struttura gestionale generano tecnopatie, ossia patologie che sono generate dalle tecniche di allevamento che costringono gli animali a un tipo di vita non consono alle loro caratteristiche specie specifiche. Negli allevamenti industriali gli animali non si ammalano di patologie comuni che normalmente affrontiamo nelle differenti specie ma sono portati ad ammalarsi in quanto non hanno spazi adeguati e sufficienti per vivere, socializzare e muoversi, viene negata la possibilità di riprodursi in maniera naturale (fecondazione artificiale) vengono alimentati in maniera errata (malnutrizione) e vengono richieste prestazioni fisiche estreme in quanto a velocità di crescita (produzione di carne) e produzione di latte. Queste tecniche costrittive ed estreme utilizzate negli allevamenti intensivi ledono pesantemente la salute degli animali e quindi la definizione corretta è tecnopatie​, ossia patologie generate dalla tecnica di allevamento. Anche i pet, tra cui cani e gatti (più di 15 milioni di esemplari in Italia) non sono esenti da questi problemi.

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Quali sono le conseguenze più gravi di questo sistema?

 

L’allevamento industriale e l’ipermedicalizzazione degli animali sono concause del fenomeno della farmacoresistenza. In Italia, ogni anno utilizziamo almeno 1300 tonnellate di antibiotici, più del 70% di questa montagna di principi attivi viene utilizzata negli animali e si riversa nei terreni, nelle acque superficiali e profonde. Alcuni tra i più comuni batteri sono diventati resistenti agli antibiotici generando patologie incurabili che solo nel nostro Paese causano ogni anno tra 5000 e 7000 decessi. L’utilizzo delle MNC (Medicine Non Convenzionali), modalità di allevamento adeguate alle diverse specie, la drastica riduzione del consumo di proteine animali, concorrono automaticamente e per ragioni evidenti al mantenimento della salute umana, animale e ambientale. Il concetto di salute, seguendo l’approccio delle medicine non convenzionali come ad esempio l’omeopatia, è formato da un insieme di parametri inscindibili tra loro. Ai veterinari che aderiscono al progetto di Armonie Animali non interessa che un sintomo sparisca nel più breve tempo possibile, quanto piuttosto che l’animale riacquisti nuovi livelli di benessere, sia fisico che psichico, all’interno del suo ambiente famigliare, urbano o rurale che sia.

 

Come dovrebbe cambiare il nostro modo di relazionarci con gli animali?​

 

Se parliamo di realtà rurali bisogna tornare a conoscere l’etologia specie specifica degli animali per allevarli nella maniera consona alle loro caratteristiche di razza. È fondamentale riconoscere che l’animale possiede un mondo emozionale simile al nostro e che questo suo mondo è la porta di accesso a quello esterno, nella relazione con gli eventi che gli capitano e soprattutto con noi. Noi e gli animali siamo imprescindibilmente legati proprio grazie all’esperienza interiore comune ad entrambi, in città come in campagna.

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Come cambia la vita dell’animale se ci si prende cura di lui in modo più etico e sostenibile?

 

Non cambia solo la vita dell’animale ma dell’intero nucleo familiare che lo accoglie. L’animale è inserito in un contesto globale. Ogni azione che facciamo nei suoi confronti (banalmente cosa scegliamo di fargli mangiare o come lo curiamo, per esempio) incide enormemente sull’intero ecosistema Terra. Al giorno d’oggi l’intera evoluzione dell’umanità è nelle nostre mani. Ecco perché nel progetto di Armonie Animali è presente una forte componente informativa ed educazionale. Desideriamo che, attraverso i libri che pubblichiamo in collaborazione con la casa ​ editrice Macro (collana ​Qua la zampa), attraverso gli articoli che presentiamo grazie alla rivista ViviConsapevole di Macrolibrarsi e grazie al nostro sito e alla nostra pagina facebook, le persone possano accrescere il loro livello di responsabilità nei confronti dell’intero regno Animale.

 

Che riscontro avete avuto da parte dei clienti che si rivolgono a voi?

 

Ci sono parecchie persone che si curano con le MNC e scelgono uno stile di vita più consapevole e quindi vogliono comportarsi alla stessa maniera con i loro animali. Nel caso dei pet, oramai membri della famiglia, le persone cercano sistemi di cure e di convivenza più appropriate ai loro stili di vita familiari. C’era una difficoltà da parte delle persone di trovare veterinari con competenze diverse da quelle convenzionali, Armonie Animali si propone di colmare queste distanze.

 

E i vostri colleghi veterinari come hanno preso l’iniziativa?​

 

In pochi mesi di vita Armonie Animali ha raccolto circa 50 soci. Siamo felici di questo risultato e siamo consapevoli che molti colleghi stanno osservando con interesse questa nuova realtà. L’obiettivo è che i veterinari si uniscano al progetto in modo da dare forza a questa nuova visione dell’animale e dell’ambiente nel quale vive. C’è bisogno di nuove riflessioni, di nuove visioni, di nuove scelte. Tutti conosciamo il costo monetario del cibo per umani e animali, chi convive con animali conosce bene quanto costa una visita dal veterinario, ma pochi conoscono il costo non finanziario di questo cibo e delle cure che forniamo ai nostri animali. Quanto incidono, dal punto di viste ambientale, sull’intero ecosistema? Quanto incide, in termini ambientali, proporre un modello di allevamento intensivo somministrando quotidianamente antibiotici o, piuttosto, incentivare un tipo di allevamento biologico con le eventuali terapie omeopatiche? Armonie Animali nasce per ragionare anche su questi temi.

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Cosa vi ha spinto ad aderire alla campagna L’1% per cambiare l’Italia?​

 

​Entrare in contatto con la realtà di ​Italia che Cambia ci conforta e allo stesso tempo ci fa sentire a casa. Sapere che ci sono tantissimi italiani che hanno già compiuto un cambio nello stile della propria vita… beh, che dire, è proprio commovente! Come persone vogliamo fare parte di questo movimento e come medici veterinari vogliamo contribuire portando, ­ perché no?, ­ anche sulla tavola le nostre conoscenze e competenze.

 

Cosa può fare ciascuno di noi per supportare la vostra attività e contribuire a diffondere l’approccio che proponete?​

 

L’esperienza più importante per noi è quella di entrare in una rete di realtà che possano riconoscere e condividere la nostra proposta. Noi saremmo davvero felici se Italia Che Cambia ci potesse aiutare a far conoscere alle persone che convivono con un animale (e non parliamo solo di cani e gatti ma anche di conigli, tartarughe, pappagalli e di tutti gli animali usualmente denominati “esotici e non convenzionali”) che esistono professionisti, medici veterinari formati e competenti in Medicina Non Convenzionale. Insieme possiamo riuscire a creare una rete di agroallevatori responsabili, gettando un ponte tra agroecologia, permacultura e approcci psicoemozionali alle diverse esperienze animali (urbane e rurali). Iinsieme riusciremo a far crescere una massa critica capace di incidere sulle politiche nazionali per la costruzione di un nuovo rapporto con Madre Terra e i suoi abitanti. Come ultima cosa ci auguriamo, dal profondo del cuore, che la nostra lunga esperienza possa stimolare i giovani colleghi veterinari a percorrere strade diverse da quelle proposte fino ad oggi dagli enti preposti alla formazione, partire da Università e formazione postuniversitaria.

 

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