18 Nov 2016

Una scuola in fattoria alle porte di Milano

Scritto da: Veronica Tarozzi

Un progetto innovativo a pochi chilometri dal capoluogo lombardo per “imparare facendo” e divertendosi, nel rispetto delle persone e dell’ambiente. Abbiamo visitato la Scuola in Fattoria di Cascina Santa Brera, un luogo dove si praticano varie attività culturali e didattiche per adulti e bambini.

Salva nei preferiti

Due venerdì al mese, dieci chilometri a Sud di Milano, c’è la possibilità di far vivere un’esperienza davvero unica ai propri bambini con la Scuola in Fattoria di Cascina Santa Brera: un progetto realizzato da un gruppo di donne, per dare modo ai bambini di imparare sperimentando nella pratica, sia ciò che nella scuola normale viene insegnato solo attraverso i libri, che tante altre cose utili nella vita.

dscn9898

Naturalmente anche il luogo è speciale: un’antica cascina nel cuore del Parco Agricolo Sud che è stata restaurata secondo i principi della bioarchitettura, con attorno 25 ettari di terreno coltivato secondo i metodi dell’agricoltura biologica e i principi della permacultura.

Cascina Santa Brera è un luogo dove si praticano varie attività culturali e didattiche per adulti e bambini. In particolare, ciò che vi vogliamo raccontare oggi, sono i laboratori didattici, integrativi rispetto al programma della scuola dell’obbligo, organizzati durante tutto l’anno dalla cooperativa sociale Praticare il Futuro, per bambini e scolaresche dai 3 ai 13 anni di età.

Prima ancora di recarmi in cascina, una delle educatrici, Sandra Cangemi, ci spiega: “Dal 2013, con le educatrici della cooperativa, abbiamo attivato dei laboratori con bambine/i della scuola dell’infanzia e della scuola primaria e secondaria di primo grado, due venerdì al mese dalle 8.00 alle 16.00. Qui ad esempio la matematica viene praticata in cucina, la geometria tridimensionale, la misura e il calcolo nella bottega del falegname; le scienze nella cura dell’orto e degli animali; l’italiano, la storia, la geografia, l’economia e l’ecologia nella ricerca sul consumo critico e sulla cittadinanza attiva”.

Nella falegnameria  i bambini mettono in pratica la geometria e la matematica

Nella falegnameria i bambini mettono in pratica la geometria e la matematica

Quando il tempo non consente attività all’aperto, come quando sono andata la scorsa settimana, le attività al coperto che vengono scelte per e con i bambini non sono certo meno creative e stimolanti. Poco prima che arrivassi, infatti, le educatrici e i bambini avevano fatto una riunione per decidere tutti insieme cosa fare. Una volta arrivata, ho avuto il piacere di vedere all’opera una classe di bambini tra i 3 e i 5 anni: tutti in piedi attorno ad un grande tavolo, intenti a ritagliare dei personaggi di carta che avevano disegnato, che erano i protagonisti di una storia inventata da loro.

Tra un’attività e l’altra ho avuto modo di chiacchierare con la coordinatrice del progetto e responsabile della didattica Loredana Mercadante, ex insegnante, formatrice esperta di teorie e modelli disciplinari, metacognitivi e di potenziamento. “Stiamo facendo – ci spiega Loredana – un piccolo progetto creativo. Seguire le tappe dello sviluppo di un progetto è importante perché ti insegna un metodo. Quindi i bambini cominciano a ragionare partendo da una loro idea, disegnando le singole parti del progetto, ritagliandole e ricomponendole per realizzare ciò che hanno pensato. Per fare questo è necessario pianificare: ‘Cosa devo fare per primo, per secondo, per terzo? Quali sono i materiali che mi servono, etc?’.

Dopo l’attività i bambini hanno cominciato a prepararsi per il pranzo. Anche questa è stata un’attività dove i più piccoli erano parte attiva: alcuni, dopo aver raccolto le verdure dall’orto, preparavano gli ingredienti, calcolando con l’aiuto delle educatrici la quantità da utilizzare; altri spazzavano a terra e apparecchiavano la tavola. In vita mia non avevo mai visto dei bambini tanto entusiasti di dare una mano anche con le pulizie, è stato davvero sorprendente!”.

Dopo il pranzo i bambini aiutano nelle pulizie

Dopo il pranzo i bambini aiutano nelle pulizie

Come ci racconta Loredana in cucina imparano ad impratichirsi con le unità di misura, a rapportarsi con problemi pratici come: “Quanto mangia una persona? Quanto pesa un pezzo di pane? Che forma ha ogni parte di ciò che dobbiamo realizzare? Che dimensioni?”. Hanno preparato una torta seguendo proporzioni ben precise: due porzioni di farina, una di zucchero, una di burro, formando così 4 mucchietti proporzionati fra loro. I bambini imparano così a ragionare. Questo è l’approccio che ci differenzia dall’istruzione classica. In questo modo riusciamo a monitorare dei progetti per la realizzazione di qualcosa di pratico e realmente utile. Ponendo l’attenzione sul come si realizza una certa cosa.

I bimbi hanno preparato pasta, sformato di broccoli dell’orto ed una crostata con la marmellata fatta con i frutti della cascina: tutto squisito! E dopo il pranzo ognuno di loro ha lavato il proprio piatto, la propria posata e il proprio bicchiere e rassettato la sala da pranzo.

Dopodiché Loredana mi porta a fare un giro per la cascina, mostrandomi la falegnameria dove i bambini mettono in pratica la geometria e la matematica mentre costruiscono oggetti di vario tipo, utilizzando gli attrezzi necessari: il seghetto, il martello, il metro, etc.

Mi mostra anche un piccolo orticello delimitato da una cordicella e mi spiega: “Questo è un metro quadro di orto, in cui i bimbi hanno seminato 25 chicchi di grano. Prima di tutto hanno calcolato quanta terra serviva, poi hanno realizzato una cordicella per delimitare le zone di semina, in seguito hanno calcolato quante spighe producono i chicchi, quanti chicchi di grano si raccoglieranno alla fine ed anche per quanto tempo potranno mangiare con questa coltivazione”.

L'orticello

L’orticello

In seguito Loredana mi mostra l’orto didattico grande: quello che si trova dietro la cascina e che utilizzano per lavorare quando arrivano le scolaresche e i bambini sono più numerosi. Tutt’attorno si respira aria di campagna, di fieno, di erba fresca e di animali e i miei polmoni ringraziano!

Mi ero già recata in Cascina Santa Brera qualche anno fa per un corso d’introduzione alla permacultura, ma devo dire che ritrovarmi lì, attorniata com’ero da bambini felici ed educatrici sorridenti, indaffarati in attività così inusuali per una scuola, è stata un’esperienza totalizzante e di grande ispirazione. Specialmente per una come me che ha sempre vissuto con grande disagio l’atmosfera che si respira nelle scuole, dove i bambini sono costretti fin dalla più tenera età a stare seduti e zitti per numerose ore al giorno, davanti ad un libro o alla maestra che spiega.

L’intera giornata è stata una meravigliosa esperienza, degna di essere replicata e, naturalmente, diffusa!

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Irene Guerrieri: “Vi spiego come progetto i giocattoli per bambine e bambini”
Irene Guerrieri: “Vi spiego come progetto i giocattoli per bambine e bambini”

Viaggi scolastici e turismo educativo e responsabile: le nuove frontiere dell’istruzione
Viaggi scolastici e turismo educativo e responsabile: le nuove frontiere dell’istruzione

Famiglie in crisi: a Genova arriva il servizio pedagogico gratuito a sostegno della genitorialità
Famiglie in crisi: a Genova arriva il servizio pedagogico gratuito a sostegno della genitorialità

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Cosa dice il nuovo codice della strada e che ricadute avrà sulla mobilità sostenibile – #1024

|

La biblioteca su due ruote KORABike regala storie in giro per le strade

|

Educare al biologico: serve più consapevolezza verso salute e ambiente

|

Promemoria Auschwitz, perché davvero non accada mai più

|

Cammini e sentieri: ecco come custodire e valorizzare un tesoro lungo 150mila chilometri

|

La Robbia, il laboratorio sardo di tintura naturale che cuce tradizione e sostenibilità, dalla terra al tessuto

|

Nuove case: come devono essere per stare al passo con un mondo che cambia?

|

CereAMO: per mangiar bene dobbiamo “tornare indietro” di 80 anni

string(9) "nazionale"