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Viaggiare senza spendere, grazie allo scambio basato sulla fiducia reciproca, e senza inquinare, grazie a un utilizzo più razionale dei mezzi di trasporto. Sono questi gli obiettivi di Equostop, il progetto che unisce la sharing economy con la mobilità sostenibile.
A promuovere l’iniziativa è Terre di Lago, l’associazione che fa capo alla rete di economia solidale del luinese, di abbiamo già parlato presentando il progetto di energia condivisa Adotta una centrale. Anche in questo caso, si parte dalla lunga esperienza dei gruppi di acquisto solidali per ideare un sistema di scambio che mette al centro la relazione di fiducia fra i partecipanti.
Oggetto dello scambio sono i passaggi, ovvero modalità di spostarsi da un punto all’altro. L’obiettivo che sta alla base di Equostop è infatti la riduzione delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera limitando le auto in circolazione grazie alla costruzione di un rapporto fiduciario tra chi guida un mezzo e chi ha bisogno di un passaggio.
L’iniziativa è di grande attualità, poiché grazie alle conferenze sul clima di Parigi e di Marrakech, la politica internazionale ha intrapreso la strada del contenimento delle emissioni e, conseguentemente, della temperatura globale. Il tema non è affatto nuovo per Terre di Lago, che nel novembre del 2015 ha organizzato insieme ad altre associazioni una grande marcia per il clima a cui hanno partecipato migliaia di persone.
I trasporti infatti, sono la seconda fonte di emissioni di CO2 dopo la produzione di energia elettrica. Per com’è organizzata oggi quindi, la mobilità è del tutto insostenibile. Basti pensare che, come evidenzia l’associazione nel documento di presentazione di Equostop, il 76% degli italiani utilizza l’auto per spostarsi. Se consideriamo che il coefficiente medio di riempimento è di 1,2 passeggeri per auto, appare evidente come sia necessario razionalizzare le modalità di utilizzo del mezzo privato.
Non solo l’Italia è al quarto posto in Europa per quanto riguarda l’indice di motorizzazione, con 61 auto ogni 100 abitanti, ma il parco macchine italiano è il più vecchio del continente. Naturalmente i costi di questo sistema di mobilità non sono solo ambientali. Il traffico e i congestionamenti stradali, le spesa economica mal distribuita, la necessità di creare sempre più infrastrutture contribuiscono a rendere questo modello insostenibile.
È qui che entra in gioco l’economia della condivisione! In Italia si cominciano già a vedere i primi strumenti di mobilità condivisa, come il car sharing e il car pooling, incoraggiati da piattaforme come BlaBla Car o Jungo. È proprio da queste esperienze che trae spunto Equostop per aumentare il
coefficiente di riempimento delle auto in circolazione puntando sulla creazione di una “comunità” solidale e sensibile ai problemi della mobilità.
Ma come funziona? Chi aderisce riceverà una “card” – come avviene con Jungo – che verrà però riconosciuta alle persone che operano presso un’associazione del territorio che condivide i principi della mobilità sostenibile espressi in una “carta della mobilità sostenibile”. In questo modo si creerà una comunità di persone che dimostrano che ci si può muovere condividendo un bene diffuso, ovvero l’auto privata.
Una campagna di sensibilizzazione sul territorio avrà lo scopo di convincere gli utenti che dare un passaggio ai possessori della card Equostop può far bene a tutti, ambiente compreso. Chi usufruisce del passaggio, contribuisce alle spese di viaggio attenendosi a un contributo volontario fisso. Inoltre, ogni card sarà collegata a un’app che conteggerà i punti NO-CO2, cioè crediti che le amministrazioni comunali potranno riconoscere in termini di benefit – ingressi gratuiti nei musei, accesso gratuito agli erogatori dell’acqua, bonus per parcheggi, detrazioni sulle tasse locali – sia a chi darà il passaggio sia a chi ne beneficerà. L’app avrà anche lo scopo di rendere più immediato ed efficace il servizio, un po’ come avviene per Uber.
Il calendario prevede una fase di sperimentazione per coinvolgere una massa critica di utenti, implementare le infrastrutture informatiche, sensibilizzare gli enti locali convincendoli ad aderire e coinvolgere le numerose realtà della società civile potenzialmente interessate, dal CAI ai gruppi d’acquisto, dalle banche del tempo ai distretti di economia solidale. È previsto che il progetto pilota si svolga nella Comunità Montana Valli del Verbano, che conta circa 80mila abitanti, ma una volta terminata la fase sperimentale si potrà replicare ovunque. La prima parte del progetto è già stata finanziata dal Fondo Solidarietà e Futuro 2015 di CO-Energia.
Vogliamo parlare di risultati? Ecco cosa si potrà ottenere se Equostop avrà una diffusione efficace e capillare: riduzione del numero di auto circolanti e dell’occupazione di parcheggi e strade; conseguente riduzione delle emissioni di CO2 nell’atmosfera; creazione di nuove relazioni tra le persone che condividono il viaggio; una riduzione dei costi di trasporto (carburante, parcheggi, manutenzione) se ricevi il passaggio; un contributo alle spese di gestione della tua auto se dai un passaggio; benefit riconosciuti dalle amministrazioni pubbliche grazie ai punti NO-CO2.
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