Clima: l’accordo di Parigi supera la prima prova alla Cop22
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Si è chiusa il 18 novembre la COP22 sul Clima di Marrakech. A guidare il team del WWF presente ai lavori c’era Manuel Pulgar-Vidal, già ministro dell’Ambiente peruviano e presidente della COP20 di Lima, oggi leader Clima ed Energia del WWF Internazionale che ha dichiarato: “Il meeting di Marrakech ha prodotto ciò di cui avevamo bisogno, mettendo sostanza dietro le promesse dell’accordo di Parigi così che questo possa essere totalmente attuato.
Il lavoro qui a Marrakech non è stato dei più affascinanti, ma è stato un passaggio chiave per ‘dare gambe’ all’accordo di Parigi. L’impegno dei Paesi nell’attuare l’accordo di Parigi ha anche passato il suo primo test importante: nonostante il risultato delle elezioni degli Stati Uniti, si è ribadito che si continua a lavorare per obiettivi a lungo termine. Il mondo sta andando avanti e il processo verso la decarbonizzazione è irreversibile: questo slancio influenzerà tutti i settori della società”.
Già 111 paesi hanno ratificato l’accordo, sottolineando la sua storica importanza. Le nazioni i inoltre hanno iniziato a presentare le loro tabelle di marcia a lungo termine per la decarbonizzazione.
“C’è ancora molto lavoro da fare, il ‘gap delle emissioni’, cioè il divario tra gli obiettivi necessari per prevenire il cambiamento climatico più pericoloso, seguendo anche e indicazioni della comunità scientifica e gli obiettivi dei governi finora dichiarati, continua a crescere. La drastica e urgente riduzione delle emissioni e l’adattamento al cambiamento climatico già in atto sono essenziali per la futura prosperità, sicurezza e salute del mondo”. Ha aggiunto Mariagrazia Midulla, responsabile Cima ed Energia del WWF Italia che spiega: “A Marrakech si è deciso di fare ogni sforzo perché nei prossimi due anni si lavori per arrivare a obiettivi più ambiziosi: la condizione necessaria perché venga vinta la sfida posta dall’Accordo di Parigi, rimanere entro 1,5° C di aumento medio della temperatura globale rispetto all’era preindustriale”.
Nelle conclusioni dei negoziati di Marrakech ci sono ancora lacune in materia di finanza e adattamento, nonostante alcuni annunci positivi fatti sui finanziamenti per misure di adattamento e capacity building. “Ci aspettiamo di vedere i paesi sviluppati – sottolinea Manuel Pulgar-Vidal – impegnarsi in modo significativo sulla finanza e altre forme di sostegno, e segnali incoraggianti arrivano dalla Cina e altri paesi, che hanno intensificato la loro cooperazione con i paesi del Sud del mondo”.
È stato importante l’annuncio del ‘Climate vulnerable Forum’, un gruppo di circa 50 Paesi che si impegna a rivedere e migliorare gli obiettivi attuali in materia di taglio di emissioni nel 2018, con l’obiettivo di raggiungere il 100% di energie rinnovabili entro il 2050.
“Qui a Marrakech è stato fissato un percorso per aumentare le ambizioni e aprire la strada a stringenti impegni nazionali, nonché fornire un sostegno finanziario in linea con le indicazioni della comunità scientifica e con i principi dell’equità – conclude Midulla -. Nel corso dei prossimi anni, ci aspettiamo il calo dei costi delle energie rinnovabili e un’azione in scala da parte di tutti gli attori (settore privato, municipalità, investitori, governi di tutto il mondo) per accelerare la transizione verso la decarbonizzazione e lo sviluppo sostenibile. Come WWF, lavoreremo per questo”.
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