27 Set 2016

Il benessere dei bambini in natura

Scritto da: Daniela Bartolini

Ecco la seconda parte del racconto di quanto accaduto durante la presentazione del progetto Asilo nel Bosco del Casentino! Grazie alla Dott.ssa Cecilia Gandolfo parliamo di come un'educazione all'aria aperta porti beneficio anche alla salute e allo sviluppo del bambino. Sfatando alcuni miti...

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Ogni volta che si parla di educazione all’aria aperta, di passare del tempo all’esterno non solo quando fa bel tempo, appare la preoccupazione per la salute dei bambini.
Si bagneranno? Avranno freddo? Si ammaleranno di più?
Una prima risposta dovrebbe arrivarci dalle esperienze già in atto da molti anni, infondo gli Asili nel Bosco sono nati in Nord Europa, dove sicuramente il clima è meno clemente in temperature e precipitazioni di quello del centro Italia. Molte di queste esperienze hanno modelli sicuramente diversi: alcune propongono un’educazione totalmente outdoor (senza cioè un edificio di supporto per stare eventualmente al coperto) e per poche ore al giorno, altre si avvalgono di strutture interne e di coperture esterne che riparino da pioggia e neve pur permettendo le attività all’esterno.

Parlando di educazione e di bambini dovrebbe essere scontata l’attenzione primaria al loro benessere e alla loro salute e l’educatore è prima di tutto custode attento di questo e dei bisogni del bambino. Nessuno lo obbligherà mai ad uscire contro la sua volontà perché questo, ed è anche una questione di buonsenso, è contrario a questo nuovo paradigma educativo. Le prime uscite in momenti di pioggia o condizioni metereologiche simili, è fatta con gradualità, per tempi brevi, generalmente in accordo con i genitori che vengono avvertiti prima e con i quali ci si confronta poi per comprendere che cosa hanno osservato una volta a casa, in un dialogo costante tra chi conduce e osserva l’esperienza e i genitori. E comunque, come ci insegnano sempre i nostri fratelli del Nord, un’abbigliamento adeguato permette di uscire con qualsiasi condizione.

Nell’Asilo nel Bosco del Casentino che il gruppo co-creativo ha immaginato, si è pensato di coinvolgere per questo anche la pediatra e medico di base Cecilia Gandolfo. A lei sono state poste dunque le domande per capire se, come e quanto un’educazione all’aria aperta potesse supportare il benessere fisico del bambino e il suo sviluppo. E le risposte hanno superato le aspettative.

Ammalarsi

La premessa è che i bambini si devono ammalare 4-5 volte a inverno, soltanto così il loro sistema immunitario sarà stimolato a crescere bene. La malattia non è dunque sempre qualcosa di negativo e da combattere ma qualcosa che serve allo sviluppo stesso del bambino.
Le malattie che si manifestano con raffreddore e febbre sono spesso di natura infettiva sono cioè causate da germi (virus o batteri), che entrano nell’organismo e lo disturbano. La trasmissione dei germi avviene da persona a persona principalmente tramite le goccioline di saliva che rimangono in sospensione nell’aria (anche mentre respiriamo e parliamo). Aria, vento e freddo non sono quindi la causa di raffreddore, febbre o bronchite.
In inverno ci ammaliamo di più ma questo avviene sopratutto perché si sta al chiuso. In una classe ci sono circa 30 bambini e visto che i bambini si ammalano normalmente 4/5 volte ad inverno, sono 120-150 le volte che in classe c’è almeno un bambino che emette milioni di goccioline infette.
Questo vale anche per l’otite: il nostro canale auricolare è aperto e esposto, significa che l’orecchio si è evoluto per sopportare vento, freddo e acqua. L’otite infatti è un’infezione portata dal catarro causato dai virus. Evitare di stare all’aria aperta o indossare il cappello non serve a prevenirla. Così come per la congiuntivite che si trasmette come le altre malattie con più velocità e virulenza in ambienti chiusi.
La febbre poi non è, come si pensa comunemente, una malattia ma un sintomo, e nemmeno dei più importanti. Con la febbre quindi non si deve andare a scuola ma si può uscire. La valutazione deve essere fatta sullo stato generale: non tutti i bambini sono abbattuti quando hanno la febbre e necessitano di stare a letto.

L’aria aperta: il posto migliore dove proteggere i bambini

Stare all’aperto aumenta lo spazio fra persone, il vento allontana velocemente le goccioline infette ed i raggi solari diretti sono un potente antibatterico. Se non sono filtrati dai vetri, i raggi del sole hanno moltissime funzioni: sono potenti antibiotici naturali che uccidono la maggior parte di virus e batteri, stimolano la produzione di vitamina D (necessaria per assorbire il calcio), potenziano il sistema immunitario, difendono dalle allergie, difendono dallo sviluppo di certi tumori.
La terra, spesso assimilata ad un’idea di “sporco”, può essere alleata del bambino con le dovute precauzioni. Toccare e giocare con la terra è infatti utile per la crescita ma può portare al contatto con parassiti (ossiuri) la cui trasmissione avviene per via orale. Le uova degli ossiuri si trasmettono anche indirettamente, ad esempio se un bambino con le mani sporche di terra tocca un giocattolo con cui poi gioca un altro bambino. Per prevenire le tossinfezioni alimentari basta rispettare le norme igieniche: tenere le unghie corte e lavarsi bene le mani.
L’esplorazione dello spazio aperto ha una funzione importante: la prima matematica è esperienziale e si apprende con l’esplorazione dello spazio, preferibilmente quello naturale più ricco di stimoli. Gli schemi corporei che il bambino apprende con il movimento libero (avanti-dietro, prima-dopo, alto-basso ecc.) sono infatti prerequisiti per la matematica.

Bambini meno miopi all’aria aperta

Su un campione di 4132 bambini di 6 e 12 anni è stato osservato che quelli che fanno attività sportive e ricreative all’aria aperta sono meno miopi.
All’aria aperta siamo “immersi” nella luce ed abbiamo una profondità di campo maggiore, ciò porta ad avere una visione più distinta. La retina viene inoltre stimolata a rilasciare dopamina, un neurotrasmettitore che sembra inibire o rallentare l’allungamento del bulbo oculare tipico dei miopi (Università di Sidney, studio pubblicato sulla rivista Ophtalmology, 17 marzo 2008).

Ruolo delle emozioni: ridare importanza alla tristezza

Ritornare alla realtà «cruda» della Natura, attraverso l’esperienza diretta del ciclo della vita, è un’opportunità che stimola un sano sviluppo emotivo, indispensabile per il benessere del bambino.

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