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Dieci migranti provenienti dai paesi africani e ospitati nel nostro territorio, hanno lavorato insieme a dieci studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze per realizzare le opere in mostra dal 24 settembre presso Hymmo Art Lab, spazio espositivo nato dalla volontà di Rossella Del Sere e Paolo Fabiani, di aprire la propria casa-studio a progetti incentrati sull’arte contemporanea.
Due mostre quindi che raccontano del dialogo come necessità per capire se stessi e per aprire il Casentino ad una diversa visione della realtà. La mostra Stand Up For Africa, dei lavori dei dieci studenti dell’Accademia, a cura di Giandomenico Semeraro, nasce dalla relazione empatica tra migranti e artisti; nello stesso spazio espositivo, Click to Remind, a cura di Anna Pagani, mostra fotografica che rende pubblici gli scatti fatti dai migranti con i cellulari, a documento della loro sfera affettiva, dei loro costumi e delle loro tradizioni, delle loro condizioni di disagio.
Il progetto Stand Up For Africa, arte contemporanea per i diritti umani, vincitore del bando della Regione Toscana, Toscanaincontemporanea 2016, è stato presentato a Cetica – Castel S. Niccolò (AR) in occasione della Festa del Carbonaio presso l’Ecomuseo, con una giornata dal titolo, Chi ha paura dell’uomo nero? dedicato alle migrazioni di ieri e di oggi.
Step successivo, la residenza e il workshop dal 23 al 31 agosto, a Pratovecchio negli spazi di HYmmo Art Lab con gli studenti dell’Accademia, che hanno lavorato a stretto contatto con i ragazzi africani realizzando delle opere a loro ispirate.
Aahmoo, nome d’arte di Elia Zampini e Mo Alla Seconda, alias Jacopo Buono, entrambi street artistes di Prato, di 28 e 26 anni, hanno lavorato sulle pareti esterne di Hymmo Art Lab, realizzando un grande graffito. Daniele Acciai, casentinese di Soci, studente dell’Accademia, 27 anni, ha realizzato una scultura sul corpo, riproducendo tratti somatici e fisiognomici suoi e di Ebrima Jatta, 34 anni del Gambia, formando un tutt’uno scultoreo. Adriana Amoruso, 25 anni pugliese di Trani e Ishac Issifou, 21 anni del Benin, hanno lavorato ad un progetto che nasce dalla riflessione su quanto uno stato sia in grado di proteggere e accogliere un popolo. Samantha Balducci, 24 anni di Sora (FR), ha cucito, pezzi di stoffa di diversa foggia formando un grande arazzo che rappresenta una maschera africana, grazie al contributo di Lassine Doumbia, 22 anni del Mali. Camilla Pratolini, 20 anni di Bagno a Ripoli (FI), ha lavorato su due figure abbracciate, usando come modello per la figura maschile Christian Chioke, Nigeriano di 20 anni e Lamin Kanji, 23 anni gambiano, ha aiutato Camilla dal punto di vista tecnico. Serena Rosati di Prato, 43 anni, ha lavorato insieme a Lassine Doumbia, sulla sensazione e idea della perdita d’identità. Franco Spina, 24 anni calabrese di Paola, aiutato un po’ da tutti i ragazzi nel reperire pesanti sassi dei quali è fatto il suo lavoro, ha realizzato un’installazione che analizza il travagliato viaggio dei migranti. Jiwei Yuan, cinese, 26 anni, ha dipinto un grande quadro che ritrae, Mouhamed Yayetraore 21 anni, del Benin, Oumar Fadiga, 19 anni, del Mali, Ishac Issifou e Marvin Iriemi, 34 anni nigeriano. Gianluca Tramonti, Livornese 23 anni, disegnatore e pittore, prenderà ispirazione dalla coppia nigeriana Fatima Kolawole e Idowu Kolawole.
Durante tutto il progetto Stand Up For Africa, arte contemporanea per i diritti umani, che si concluderà a dicembre 2016, con la presentazione del catalogo che raccoglierà tutte le fasi del progetto, saranno attivati laboratori nelle scuole dell’obbligo e corsi di formazione per insegnanti, con i quali sarà tracciata una trama sottile per costruire un futuro dove forse finalmente tutti gli esseri umani possano godere stessi diritti.
Le mostre rimarranno aperte sino al 30 ottobre. Il 6 ottobre alle ore 21.00 concerto con “Shalom klezmer”, musica dal cuore per il cuore con Wolfgang Fasser – sassofono soprano, Maria Fumarola – violino, Serena Mantini – pianoforte, Michela Munari – violoncello.
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