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Nei boschi ticinesi sorge Ecovillaggio Acero, una comunità di persone che aspirano a vivere in modo consapevole il cambiamento verso un mondo più a misura di uomo e verso una vita più armoniosa. Sperimentano modelli di vita resilienti, si ispirano ai principi di permacultura, accolgono visitatori interessati al loro progetto, organizzano corsi, incontri e laboratori. Purtroppo in questo momento si trovano ad affrontare una prova molto difficile e per superarla hanno bisogno dell’aiuto di tutti. Ne parliamo con Daniele, uno dei membri dell’ecovillaggio.
Puoi ripercorrere brevemente la storia dell’ecovillaggio dalla fondazione a oggi?
Il progetto è nato nel 2009 quando un’ortolana e un’architetta hanno deciso di fondare una comunità, perseguendo degli intenti comuni con persone intenzionate a mettersi in gioco, dando cioè un altro carattere al luogo che fino ad allora era inteso soprattutto come spazio di accoglienza… Piano piano sono arrivate persone che hanno arricchito la comunità piantando radici solide, fino ad arrivare al momento attuale in cui ci sono due famiglie e due single.
In questi anni le persone che vivono all’Acero si sono organizzate e hanno lavorato insieme attraverso degli incontri organizzativi settimanali (chiamati “quadrati”) e degli incontri più emotivi su chiamata (definiti “cerchi”); inoltre hanno creato un centro socio-culturale offrendo concerti, teatri, conferenze, incontri di crescita individuale e di gruppo, esperienze didattiche per le scuole, compleanni, matrimoni e hanno generato un’ampia rete di persone che orbita intorno alla comunità. Abbiamo a disposizione un po’ di terra e la coltiviamo con rispetto, applicando principi di permacultura dove possibile. All’Acero è nato il Gruppo regionale di Permacultura, che da due anni si incontra regolarmente da noi e organizza a maggio il Festival annuale di Permacultura della svizzera italiana.
Quali sono i principi che vi hanno ispirato sinora?
I principi base che ci tengono uniti e che ispirano la nostra comunità sono: la decrescita felice, la resilienza e la permacultura (intesa anche come nuovo paradigma socio-culturale). Siamo apolitici e aconfessionali. Per noi è importante l’accoglienza: non escludiamo chi ha problemi economici (ogni evento che proponiamo e l’adesione all’associazione sono sempre ad offerta libera), le famiglie e i bambini sono sempre ben accetti.
Dal raduno RIVE sono emerse molte novità rispetto a temi come networking, dialogo e promozione dello stile di vita da ecovillaggio. Voi come vi rapportate verso l’esterno?
Il nostro rapporto con l’esterno è finora stato sempre abbastanza prudente poiché la struttura e il terreno dove stiamo non sono nostri: siamo in affitto e abbiamo evitato di fare grossi investimenti. Ora siamo nel momento in cui abbiamo la possibilità di comprare e quindi di fare i giusti investimenti per rendere il luogo e gli abitanti a norma di legge: a quel punto vogliamo e possiamo rapportarci tranquillamente con l’esterno e presentarci come realtà attiva sul territorio della Svizzera italiana a tutta la popolazione attraverso i media (alcuni non vedono l’ora di intervistarci…).
In questi anni abbiamo comunque creato una solida rete di sostenitori e siamo noi stessi inseriti in una rete più ampia di realtà già attive sul territorio, come ProSpecieRara, Lortobio, Circolo Carlo Vanza, Gruppo regionale di Permacultura, Brahma Kumaris, Centro Sociale Autogestito il Molino…
Qual è il grave problema che è sorto recentemente?
Il terreno di 2000 metri quadrati che occupiamo è in affitto. Siamo in regola con i pagamenti fino al 2019, ma quest’anno il proprietario è andato in fallimento, quindi il terreno e gli edifici andranno all’asta, ragione per cui abbiamo una sola strada: ricomprare il terreno. Per quello che riguarda i soldi, stiamo cercando dei finanziatori. Abbiamo costituito un’associazione e siamo in procinto di creare anche una cooperativa agricola di permacultura; in questo modo sarà più facile trovare un prestatore. Nel frattempo abbiamo lanciato una campagna di raccolta fondi su internet per raccogliere il denaro necessario a coprire le spese vive.
Quali obiettivi avete per il futuro, nel caso in cui riusciate a trovare una stabilità?
Dal momento in cui troviamo una stabilità (dinamica) l’associazione venutasi a creare vuole portare avanti le proposte socio-culturali e sviluppare un progetto di permacultura socio-agricola. Restare un centro strategico: ci troviamo infatti in una zona centralissima in Ticino, tra Bellinzona e Locarno, sul piano di Magadino, facilmente raggiungibile con qualsiasi mezzo. Restare in questo luogo diventerà ancora più importante pensando allo sviluppo speculativo che subirà il piano di Magadino con l’apertura di alptransit.
Cosa può fare per aiutarvi chi leggerà questo articolo?
Chi ci legge può aiutarci in diversi modi: aderendo all’associazione Acero versando un contributo libero sul conto CH16 0839 0034 4366 1000 3 della banca Alternativa Svizzera, 4601 Olten 1 Fächer a favore di Acero, Via al ramello 29, 6594 Contone (Svizzera). Iscrivendosi alla nostra mailing list (info@aceroecovillagio.ch) e cercando di venire a trovarci. Visitando il nostro sito o la nostra pagina facebook. Partecipando alla raccolta fondi sul sito We Make It. O semplicemente mandandoci un semplice FORZA!
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