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A inizio stagione, l’Associazione Sportiva Dilettantistica e di Promozione Sociale ASD InforMare ha lanciato la campagna “Secchiello Stop”, supportata per il terzo anno consecutivo da Lions Club Diano Marina, che si pone l’obiettivo di far riflettere gli adulti affinché educhino i bambini a rispettare il mare e i suoi abitanti. Ogni estate, i bambini, ignari di causare tanti danni, prelevano migliaia di animali (gamberetti, paguri, meduse, stelle, granchi, ecc.) per depositarli in un secchiello o sulla sabbia bollente sotto gli occhi divertiti dei genitori.
Gli adulti hanno il dovere di educare i bambini alla nonviolenza partendo proprio dai piccoli esserini che incontrano nel loro cammino; il compito di genitori, educatori, insegnanti, e tutti coloro che lavorano con i bambini, non dovrebbe essere quello di non soffocare ma intensificare l’empatia, anche verso gli animali, sentimento, tra l’altro, naturalmente insito nei piccoli? I bambini, “stregati” dagli animali, spesso, non si rendono conto che violano i loro diritti e la loro dignità. Siamo noi adulti che, con gentilezza e pazienza, dovremmo spiegargli che tutti gli animali (indifferentemente dalla specie) provano dolore se maltrattati, spostati dal proprio habitat, catturati, uccisi o mutilati. Permettere a soggetti in età infantile di trattarli puramente come oggetti è fortemente diseducativo.
Sulle spiagge popolate di bambini non è raro assistere a veri e propri casi di maltrattamento ai danni degli animali marini. E’ un atto inammissibile, vergognoso e un reato penalmente perseguibile, come sancisce l’art. 544-ter c.p., che “punisce chiunque per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione a un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche, rischia la reclusione da tre mesi a un anno o la multa da 3.000 a 15.000 euro”. Prelevare un animale dal proprio habitat per riporlo anche se per breve tempo in un secchiello, in cui l’acqua raggiunte in brevissimo tempo i 40 gradi e in cui ha a disposizione pochissimo ossigeno, non è crudele, senza necessità e inadeguato alle caratteristiche etologiche?
Il Vice Presidente dell’ASD InforMare, Susanna Manuele, durante la presentazione della campagna ha raccontato che “da piccola, come tutti i bambini per non annoiarsi in spiaggia, andava a caccia di animali da mettere nel secchiello, pensando di non far loro del male. L’intento era solo quello di guardarli bene, da vicino, per poi ributtarli nell’acqua. Per meglio far intendere l’importanza dell’ecosistema marino ha indicato come esempio le patelle, molluschi che hanno una parte del corpo, detta piede, che utilizzano per aderire perfettamente alla roccia e, che ha la funzione, durante i periodi di emersione dovuti alla bassa marea, di far trattenere all’animale l’acqua all’interno della conchiglia in modo da permettergli di sopravvivere. Rompere perciò anche solo un piccolo pezzo della loro conchiglia equivale a farli morire.”
La biologa marina Monica Previati, referente scientifico dell’associazione, ha proseguito dicendo: “Questi animali hanno un particolare meccanismo che si chiama homing, grazie al quale sono in grado di ritornare esattamente nel punto da cui sono partiti, punto ben preciso dove la conchiglia aderisce perfettamente alla roccia e che permette loro di sopravvivere anche fuori dall’acqua”.
In spiaggia si possono davvero intrattenere i bambini nei modi più svariati, basta un pizzico di fantasia e tanta voglia di divertirsi insieme a loro. Potremmo utilizzare il secchiello solo per costruire un invidiabile castello di sabbia o per raccogliere ciò che il mare restituisce, per esempio, pezzi di legno lavorati dalle onde, scampoli di tessuto profumati di salsedine e altri oggetti, con i quali costruire storie fantastiche, quelle che ricorderemo anche quando saremo grandi, provando nostalgia per le belle giornate trascorse al mare, giocando con i nostri genitori nelle calde giornate estive.
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