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Chi si confronta giornalmente con i bambini è consapevole che prima o poi verrà colto impreparato su qualche domanda, anche quando pensa di conoscere a fondo l’argomento. I genitori, gli insegnanti e gli educatori sono spronati a rispondere ai mille “perché” dei piccoli.
Stavo insegnando Yoga per bambini a una classe di 6/9 anni, quando nella nostra storia è entrato un gatto e, mentre sperimentavamo la posizione Marjaryasana, giocando a fare il felino con la schiena all’insù, una bambina ha chiesto: “Perché i gatti cadono sempre in piedi?”. Le ho risposto dicendo che non è sempre così, che dipende dall’altezza, se è troppo elevata o scarsa, ma non contenta, la bambina continuava a ripetere la domanda. In fondo non le avevo dato la risposta che desiderava; è noto che il gatto, quasi sempre, cade a terra sulle zampe e, sebbene abbia sempre vissuto e vivo con questi animali, è chiaro, non conoscevo la risposta.
Sono tornata a casa mortificata e sfinita, non per la lezione ma per la domanda. Ho acceso allora il pc per documentarmi, fino a quando non mi sono imbattuta nel libro: “La fisica del miao. Ali, zampe e code raccontano la scienza” di Monica Marelli, laureata in Fisica e giornalista scientifica, che, con questo manuale, ha vinto il premio Frascati Scienza 2009 nella sezione La Scienza per i piccoli. Il giorno successivo sono corsa in libreria ad acquistarlo.
“Come fanno gli adorabili micioni, quando cadono, ad atterrare sulle quattro zampe senza spiaccicarsi come frittelle?”. È questione di fisica: asse di rotazione, movimento di inerzia, conservazione del momento angolare. Possono sembrare parolacce a chi non ha molta dimestichezza con questa materia, ma posso assicurarvi che questo libro scioglie molti dubbi, trattando gli argomenti con leggerezza senza nulla togliere però al rigore scientifico dei temi esposti. L’autrice ha deciso di chiedere “delucidazioni a chi la fisica la usa davvero, ogni giorno, per sopravvivere, gli animali; ne ha intervistati di tutti i tipi: striscianti, pelosi, saltellanti, guizzanti e hanno tutti una cosa in comune, sono dei fantastici insegnanti.Senza farsi scoraggiare da rifiuti o scuse e vincendo la paura per gli squali o il ribrezzo per i ragni, Monica Marelli ha raccolto dodici testimonianze con altrettanti animali, che conoscono la scienza e la spiegano meglio di qualsiasi professore barbuto”.
In pratica, l’autrice, attraverso l’animale prescelto in ogni capitolo, spiega la fisica: lo squalo per l’effetto Magnus, il pipistrello per gli ultrasuoni, il piccolo insettino chiamato gerride per raccontare come riesce a camminare sull’acqua con la stessa leggerezza e eleganza di un pattinatore e la tartaruga, che, per orientarsi, snobba il GPS (Global Positioning System), usando il campo magnetico della Terra.
Lo stile narrativo, le illustrazioni e l’ambientazione lo collocano nella sezione piccoli, ma, come ha asserito Margherita Hack “è un libro di fisica adatto a tutti i bambini dai 9 ai 90 anni. Io, per prima, ho imparato moltissime cose da questa divertente lettura… è un libro che insegna a osservare i fenomeni e che consiglio caldamente a grandi e piccini, perché l’ho trovato un modo divertente e geniale di avvicinare alla scienza e a far capire a cosa serve.” Lo consiglio anche a chi ama gli animali e agli insegnanti. Ai primi perché permette di scoprire alcune curiosità relative alle specie “intervistate”; ai secondi perché questo manuale dimostra che si può insegnare con leggerezza anche un argomento apparentemente noioso, senza traumatizzare i piccoli allievi fino a fargli odiare la materia, trasmettendogli invece il desiderio di imparare.
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