Fattoria delle Coccole, dove gli animali salvati dal macello tornano a vivere
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Che trattare ogni forma di vita al nostro pari sia segno di una mente evoluta, è stato già ripetuto in varie forme da tutti i più grandi pensatori della storia; vederlo affermarsi in forma sempre più dilagante nelle persone comuni è segno che la coscienza di tutta la razza umana sta evolvendo verso il livello dei grandi pensatori dell’umanità. E non è cosa da poco.
Abbiamo incontrato un paio di personaggi, che si sono conosciuti per caso nel corso delle loro attività professionali, che contribuiscono a questo fenomeno: Guido Gerletti, imprenditore e produttore di giocattoli ecologici, e Bianca Tagliabue, organizzatrice di attività per l’infanzia e utilizzatrice dei giochi suddetti. Da questo rapporto di compra e vendita si sviluppano collaborazioni e idee. La più curiosa, non tanto perché proposta da lei ma perché accettata da lui, è quella di portare in azienda due asinelli. “Hai un bel parco intorno alla tua sede, perché non lo rallegriamo con un po’ di animali viventi?”. Bianca sembra aver detto qualcosa del genere in un giorno di scirocco al suo capo, e quello ha detto, “Ok, va bene”. Così Bianca contatta il rifugio degli asinelli e si porta in ufficio Domino e Marcel, due splendidi esemplari d’asino di 7 e 9 anni, che ora scorrazzano nella prima sede visitabile dal pubblico di Appiano Gentile di quella che, da giugno del 2014, è diventata la Fattoria delle Coccole.
“A me sembravano dei giganti rispetto ai cani e gatti cui ero abituata”, ci descrive Bianca, “ma sono stati in grado di diminuire lo stress e la fatica aumentando il buonumore. Se passavi da loro prima di entrare in ufficio, affrontavi la giornata in maniera completamente diversa. Se eri arrabbiato, sembrava ti dicessero: ‘Non ti arrabbiare, le cose contano poco’. E ti accorgevi di come ci si arrabbia per cose futili e quindi rimanevi sereno. Il potere degli animali è questo: sono capaci di trasmetterti questa pace e tranquillità”.
Correva l’anno 2012 in un caldo mese di luglio, e quella fu la genesi di un progetto che Bianca aveva in mente da tempo: un santuario per salvare gli animali dal macello e da altre brutte fini. Dopo Domino e Marcel, al parco-rifugio arrivano due caprette: Gea e l’egocentrico Willy, che ormai è diventato il simbolo della Fattoria, e nel 2013 Peppa e Spider, due maiali salvati da un sequestro che vantano il primato di essere stati i primi suini in Italia ad essere registrati come ‘suini da compagnia’. Sembra una banalità ma il pregio di essere protocollati in questa categoria con i documenti ufficiali, accerta che nessuno potrà mai macellarli se non commettendo un grave reato. Privilegio che tocca anche a loro figlia Violetta, nata in santuario da una scappatella di Spider proprio appena prima della sterilizzazione. E così l’allegra compagnia di animali cresce e con essa la curiosità di molti clienti che visitano l’azienda.
“Gli animali giravano liberi nel parco e quando qualcuno suonava il campanello c’era il connubio di tutti al cancello”, continua ad illustrarci Bianca. “Alle domande un po’ stupite dei visitatori spiegavamo che gli animali hanno i nostri stessi diritti e che non erano poi così diversi da noi: rispondevano quando chiamavi il loro nome ed erano in grado di comunicare. Avendo l’esperienza diretta di un rapporto con questi esseri, le persone capivano e cambiavano stile di vita e alimentazione. Abbiamo quindi capito l’importanza di salvare gli animali, non solo per la vita in se stessa, ma per dar loro l’opportunità di portare avanti la loro missione di farsi vedere e parlare con le persone. Perché loro hanno cose da dire da animali liberi esattamente come le persone libere”.
Con l’aumentare sempre più frequente dei salvataggi e per avere la possibilità di contattare e far vivere la stessa esperienza a più persone, nasce l’esigenza di uno spazio adeguato e soprattutto molto più capiente. Nasce così la Fattoria delle Coccole per come la si conosce ora: un luogo in cui gli animali circolano liberi e protetti, che accoglie nei weekend numerosissimi visitatori e che ha tutte le intenzioni di espandersi.
“I visitatori vengono perché credono che sia una fattoria degli animali”, ci racconta Roberta Marchi, una delle volontarie che prestano servizio alla Fattoria, “e arrivano in un posto che non s’immaginavano neanche potesse esistere. Rimangono stupiti. Un giorno una coppia è tornata è ci ha detto: ‘Grazie, dopo quello che abbiamo visto qui siamo diventati vegani’.
Coincidenza dopo coincidenza, la Fattoria delle Coccole sembra inarrestabile nella realizzazione dei propri progetti. Tramite allevatori e trasportatori vengono a conoscenza di un alpeggio messo a disposizione dalla comunità montana e loro sono in prima fila per aggiudicarselo. Ora, mentre gli animali hanno un pascolo estivo, la fattoria ha anche una struttura di accoglienza dove organizzano, manco a dirlo, i weekend delle coccole, corsi e seminari di ogni genere i cui proventi servono a sostenere le attività dell’associazione, e a breve aprirà anche un eco-museo.
Fino ad ora hanno salvato e si prendono cura di circa trecento animali: 49 mucche, 6 cavalli, 5 asinelli, tanti maiali, pecore, capre, galline, galli, e di tutto un po’. Non contenti, hanno lanciato la Campagna 1000 cuori con l’intenzione di salvarne mille. I costi non sembrano preoccuparli. Lanciano la campagna Cuore Vegan per l’adozione dei loro protetti e ricevono 150 richieste di adozione nel primo mese, e ad oggi hanno una lista di attesa di famiglie adottive. “Chi adotta non è necessariamente vegetariano o vegano”, vuole precisarci Bianca, “ma dopo l’adozione, le persone cambiano alimentazione perché è incompatibile con la loro scelta. Non possono adottare un maiale e poi mangiarne un altro”.
“Io ho sempre creduto nel salvare gli animali, per farli conoscere alle persone. Ci ho creduto e ci sono riuscita”, ci confessa a cuore aperto Bianca. “C’è una cosa che pensi e sogni, poi qualcosa accade e i pezzi del puzzle cominciano a unirsi. Sono pienamente convinta che quando credi fortemente ad un progetto e lo desideri costantemente per anni, poi qualcosa accade. Il mio desiderio ora è che nascano sempre più rifugi di questo tipo”.
E anche questo desiderio si sta avverando perché ci sono ormai più di venti santuari che si occupano di salvare animali dal macello in tutto il territorio italiano e continueranno a nascere, perché la coscienza quando si sveglia è inarrestabile, ed è veramente incoraggiante, oltre che simbolico, vedere che questa corrente di evoluzione che coinvolgerà col tempo tutta l’umanità, stia succedendo proprio in questa splendida Italia che tutti vorrebbero martoriata.
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