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Un database di prodotti alimentari a cui viene dato un “voto di sostenibilità”, per guidare le persone a compiere acquisti consapevoli e per offrire uno spazio utile a quei produttori virtuosi che spesso non hanno i mezzi per essere visibili. Per sapere cos’è e come funziona Quotidiano Sostenibile, abbiamo parlato con Silvia Monteverdi, ideatrice del progetto.
Come nasce l’idea di dar vita a Quotidiano Sostenibile?
Io sono appassionata di consumo critico e per questo anni fa ho creato un blog che recensiva sia prodotti alimentari di largo consumo sia prodotti di altri generi. Ho notato così che i prodotti alimentari ricevevano grande attenzione. Circa un anno e mezzo fa mi sono confrontata con un ragazzo in merito a questo progetto e insieme è nata l’idea di procedere. Ci sono state varie complicazioni a livello tecnico ma da ottobre 2015 il sito Quotidiano Sostenibile è online.
Il database attualmente è in fase beta, ed ha avuto una gestazione travagliatissima, perché un conto è avere in mente un’idea, un conto è metterla in pratica dal nulla. I lavori continuano e c’è ancora molto da fare, ma direi che il grosso è fatto.
Come funziona Quotidiano Sostenibile e in base a quali criteri vengono valutati i prodotti e le aziende che li commercializzano?
Ai prodotti alimentari viene assegnato un “voto di sostenibilità” diviso a sua volta in tre voti: impatto sulla salute (quindi salubrità degli ingredienti), responsabilità sociale e responsabilità ambientale dell’azienda.
Questi ultimi due dati li ricaviamo attraverso questionari che inviamo alle aziende per conoscere le pratiche che loro mettono in atto per avere pieno controllo della filiera e del trattamento dei lavoratori.
I prodotti li inseriamo noi sul sito. Nella scelta dei prodotti da valutare partiamo dai prodotti alimentari di largo consumo più venduti ed estendiamo la scelta a tutti i prodotti che ci vengono segnalati dagli utenti. Siamo partiti da poche categorie di prodotti con l’intenzione di estendere la valutazione a nuove categorie con cadenza settimanale. Le categorie vengono selezionate soprattutto sulla base delle preferenze degli utenti.
Perché avete scelto di focalizzarvi sui prodotti alimentari?
Il settore alimentare ha uno spazio predominante sui contenuti scelti perché partiamo dal presupposto che l’industria alimentare, oltre ad essere la prima causa di emissioni di gas serra a livello globale, comporta delle importanti ripercussioni a livello sociale lungo i vari stadi delle filiere. E se è vero che mangiando compiamo un atto agricolo “per delega” tanto più importanti saranno le scelte che porteranno questo cibo e non un altro sulla nostra tavola.
Chi collabora a questo progetto?
Molte persone hanno messo a disposizione le loro competenze perché amici e/o perché credevano nella validità del progetto. Tra loro un professore di economia, uno statistico, un ingegnere ambientale, una statistica aziendale e un nutrizionista.
Cosa avete scoperto in merito alle performance delle piccole e grandi aziende che avete sinora osservato?
Abbiamo scoperto che esistono aziende molto grosse che forniscono informazioni su tutte le filiere controverse, come quella del cacao. Una sorpresa positiva in questo senso è stata la Ferrero, che ha fatto grandi passi avanti per quanto riguarda la trasparenza. Le aziende piccole solitamente operano in modo virtuoso ma spesso non riescono a comunicarlo per mancanza di mezzi.
Quali sono i risultati riscontrati da quando Quotidiano sostenibile è online?
Siamo online da pochi mesi ma i risultati cominciano a vedersi: le aziende stanno iniziando a rispondere ai questionari e gli accessi al sito sono in costante crescita.
L’idea è piuttosto ambiziosa: recensire un intero supermercato di centinaia di migliaia di prodotti non è possibile da soli. Per questo abbiamo bisogno dell’aiuto dei consumatori stessi che possono dare un grande contributo, fornendoci le informazioni sui prodotti e inviandoci le foto delle etichette attraverso questo link. Le persone, in tal modo, possono possono conoscere il voto di sostenibilità dei prodotti che hanno acquistato e fornire a tutti una guida per compiere scelte di acquisto consapevole, ovvero che tengano in considerazione le caratteristiche del prodotto, il modo di operare delle aziende e l’impatto dell’estrazione degli ingredienti usati per realizzare i prodotti.
Un atteggiamento responsabile nell’atto di comprare può diventare parte del nostro vivere quotidiano e bagaglio culturale da trasmettere alle nuove generazioni.
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