Seguici su:
Niente proroga Ue per l’uso del glifosato, l’erbicida più diffuso al mondo. Ieri a Bruxelles i 28 stati membri dell’Unione Europea hanno infatti deciso di rinviare il voto sul rinnovo dell’autorizzazione all’uso del discusso erbicida – il più diffuso al mondo – perché non tutti si sono trovati in linea con quanto richiesto dalla Commissione europea, che proponeva di rinnovare l’autorizzazione per un massimo di 18 mesi del principio attivo contenuto nell’erbicida Roundup della Monsanto, sospettato di essere cancerogeno.
A pesare al momento del voto sul rinnovo dell’autorizzazione all’uso del glifosato sono state le astensioni di sette Paesi, fra cui l’Italia, insieme a Francia e Germania, poi Austria, Grecia, Portogallo e Lussemburgo. Malta è stato l’unico Paese a votare contro, mentre gli altri 20 Paesi Ue hanno votato a favore.
L’autorizzazione Ue per il glifosato era scaduta alla fine di giugno del 2012 ed è stata prorogata già due volte. La Commissione, dopo non essere riuscita a rinnovare l’autorizzazione per 15 anni, ha proposto un rinnovo parziale, per 12-18 mesi, ovvero fino alla fine del 2017, quando è previsto che l’Echa (l’Agenzia europea per le sostanze chimiche) completi la valutazione degli effetti del glifosato sulla salute umana e l’ambiente.
I 28 hanno così deciso di non scegliere. Secondo la procedura, la stessa adoperata altre volte sull’autorizzazione all’import di organismi geneticamente modificati, in presenza di una ‘non decisione’ da parte dei Paesi Ue, la Commissione europea può ricorrere ad un ‘Comitato d’appello’ chiedendo una nuova votazione e in caso di un ulteriore stallo, dare autonomamente il via libera alla sua proposta.
Il 30 giugno scadrà l’autorizzazione attuale all’uso del glifosato nell’Unione europea. Nel caso in cui l’esecutivo Ue, visto lo stallo dei governi dei 28, decida invece di non rinnovare il permesso per altri 18 mesi, gli Stati membri avranno un massimo di 6 mesi per esaurire le scorte ancora in vendita e un massimo di 18 mesi, in totale, per fare uso di quelle già acquistate.
“Autorizzare il glifosato per altri 9 anni o 18 mesi non cambia molto nella pratica. Finché non ci sarà un chiaro divieto a livello europeo, continueremo a vivere in un mondo che viene inondato con un erbicida che è anche un probabile cancerogeno” dichiara Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura di Greenpeace Italia.
“È scandaloso, ma purtroppo non così insolito per la Commissione tenere sul mercato pesticidi pericolosi dopo la scadenza della licenza. La Commissione ha prorogato l’autorizzazione per sostanze che l’Agenzia europea per le sostanze chimiche ha individuato come altamente dannose per la nostra salute. La novità è che i governi hanno smesso di avallare acriticamente le proposte della Commissione”.
Greenpeace ricorda infatti che solo quest’anno la Commissione ha già esteso le licenze di 37 pesticidi, comprese sostanze che la l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) ha classificato come una seria minaccia per la salute. L’elenco include il flumioxazin della Sumitomo Chemical e il linuron della Bayer, entrambe considerate probabilmente in grado di danneggiare il sistema riproduttivo umano.
In merito al glifosato, secondo Maria Grazia Mammuccini, la portavoce della coalizione italiana Stop glifosato, “l’unica risposta adeguata è l’applicazione rigorosa del principio di precauzione, con la messa al bando definitiva dell’erbicida”.
Al centro della discussione vi è la nocività del potente erbicida, sulla quale la comunità scientifica non ha espresso un giudizio unanime. L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) dell’Oms lo ha giudicato “probabilmente cancerogeno”, mentre Fao e Oms qualche settimana fa hanno diramato un comunicato per sostenere che è “improbabile che l’assunzione di glifosato attraverso la dieta sia cancerogena per l’uomo”. Eppure la coalizione Stop glifosato fa notare il “voltafaccia” dell’Oms che “qualche tempo prima aveva messo in guardia sugli effetti collaterali per la salute dell’ex brevetto Monsanto”.
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento