10 Giu 2016

CycloLenti in Thailandia: denaro e sostenibilità non sono incompatibili!

Scritto da: CycloLenti

Denaro e sostenibilità, un binomio impossibile? Niente affatto. Lo dimostra una moltitudine di progetti che si stanno sviluppando in ogni parte del mondo. Tra questi, tre attività legate all'eco-turismo che Marco e Tiphaine, giunti in Thailandia con le loro bici, hanno avuto modo di conoscere.

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Spesso si è portati a pensare che denaro e attività sostenibili per l’uomo e la natura siano incompatibili. Due fattori che, come polo negativo e positivo, sono destinati a respingersi. Ma è veramente così o come si dice in amore gli opposti si attraggono? Sono in viaggio da due anni e buona parte delle persone che incontro associano una qualsiasi attività che comporti “fare del bene” all’uomo e alla natura ad una sorta di “missione” non redditizia alla quale sacrificare la propria vita.

“Sì, mi piacerebbe farlo, ma purtroppo devo pensare a guadagnarmi la pagnotta per vivere”: è questa la frase o la conclusione più ricorrente alla quale si giunge alla fine di un lungo discorso. Ma deve essere per forza un ideale così lontano? Ventiquattro mesi intorno a questo globo e ho visto di tutto e il contrario di tutto e se dovessi tornare a casa in questo momento porterei con me tantissimi buoni esempi.

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Tra questi c’è di sicuro il posto da cui sto scrivendo ora qui a Chiang Mai in Thailandia. At Baan Khun Homestay, Mamanoi Cookery School e Elephant Jungle Sanctuary sono le tre attività che porta avanti Adrian, malesiano, e la famiglia tailandese di sua moglie. Tre esempi concreti di come fare eco-turismo.

Il primo è un ostello in cui i letti e le altre strutture sono fatte di bambu, legno e materiali di recupero. Immerso in un’oasi di verde, chi viene qui per una notte finisce per rimanerci una settimana. Banani, e piante di qualsiasi genere occupano l’intera visuale contribuendo ad un senso di beatitudine diffuso.

Nella stessa struttura nasce Mamanoi Cookery School, una scuola di cucina tailandese con tanto di orto biologico nel quale si coltivano spezie, erbe, radici e ortaggi usati per preparare i deliziosi piatti tai. Un wok per ogni persona e a fine giornata ti chiederai: “l’ho preparato davvero io tutto ciò?”.

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Infine il santuario degli elefanti. A differenza degli altri business che sfruttano gli elefanti proponendo ai turisti passeggiate sul loro dorso, qui questi enormi e delicati animali sono protetti. Recuperati da circhi o sottratti dai pesanti carichi di lavoro cui sono normalmente sottoposti (qui in Thailandia sono considerati come macchine da lavoro), viene assicurata loro una sorta di pensione. Il santuario è un’area protetta nella giungla in cui sono lasciati liberi e in cui ai turisti viene data la possibilità di interagire con loro cibandoli e lavandoli in un divertentissimo bagno di gruppo.

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L’ostello è un esempio di riutilizzo ed eco costruzioni, la scuola di cucina un modo simpatico e divertente per avvicinarsi alla cultura locale e mostrare che coltivare il proprio cibo è possibile. Infine il santuario rappresenta un modo per sensibilizzare i tailandesi e le persone di tutto il mondo ad una maggiore consapevolezza e rispetto per gli elefanti e gli animali in genere.

Le stesse attività sarebbero potute essere condotte con un profilo diverso, quello più semplice e classico orientato esclusivamente ai soldi, invece si è deciso di optare per un progetto etico e sostenibile. E non mi sembra che i responsabili di questi progetti stiano sacrificando le loro vite! E se tutti facessero così? Sarebbe già un buon inizio, no?

Same same, but different, come dicono i tailandesi: sembra lo stesso, eppure è diverso!

I soldi non sono l’unico mezzo possibile di scambio: propongo loro la mia permanenza e lezioni di cucina tai in cambio di un video di presentazione. Adrian accetta il baratto ed ecco il risultato:

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