Agricoltura Omeodinamica in Casentino
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Dal 9 al 12 giugno a Poppi si terrà il primo corso base di agricoltura omeodinamica, un corso intensivo per apprendere il sistema e iniziare a metterlo in pratica nei nostri orti (domestici o professionali). Un incontro preparato con grande cura dal Biodistretto del Casentino, network di produttori, agricoltori, allevatori, artigiani, associazioni, trasformatori, gruppi di acquisto solidale, gestori di strutture ricettive e singoli individui che mettono a disposizione le proprie competenze per valorizzazione dell’agricoltura, del paesaggio, della “cultura del biologico”, in collaborazione con il Gruppo di Acquisto Solidale del Casentino. Cura che prevede, nello stile solidale del gruppo, soluzioni sostenibili per chi partecipa da lontano, con modalità di vitto e alloggio a costi contenuti.
In attesa di questo incontro tenuto dal prof. Enzo Nastati dell’associazione culturale Arca della Vita di Codroipo (UD) e di cui abbiamo parlato in questo precedente articolo, abbiamo incontrato Andreas Hosthaus della Fattoria di Selvoli, produttore del Biodistretto che ospiterà il corso e che già applica il sistema omeodinamico nelle sua azienda.
La Fattoria di Selvoli è un luogo pieno di cura e amore per la terra, una collina che digrada per aprire la vista sul Castello di Poppi e in cui Andreas e il figlio di Johannes esprimono nella pratica l’attenzione per la natura, per il paesaggio e per i frutti della terra che coltivano.
Per chi fa questo lavoro l’emergenza che vive l’agricoltura è evidente: malattie che colpiscono sempre più i vegetali, gli animali e anche l’uomo dato dall’industrializzazione dell’agricoltura con l’uso massiccio di pesticidi, diserbanti ed altri prodotti chimici che depauperano la terra e rendono sempre più resistenti ad essi le piante.
L’agricoltura biologica sta provando a dare una risposta a questo con risultati spesso non soddisfacenti perché i semi sono ormai in gran parte derivati da manipolazioni e ibridazioni che le rendono sempre più deboli e povere di forze vitali.
La biodinamica sviluppata da Steiner all’inizio del secolo scorso ha provato ad agire per ridare vitalità alla terra, potenziando la capacità rigenerativa del terreno.
L’omeodinamica riprende ed amplia queste conoscenze potenziando con il principio omeopatico i preparati, aumentandone l’efficacia e l’azione specifica.
Una delle sfide del nostro secolo è la capacità nutrizionale di ciò che mangiamo, sempre più ciò che ci troviamo ad acquistare ha valori nutritivi scarsi, dati dai metodi di produzione e conservazione. Rudolf Steiner diceva questo già un secolo fa.
Ripartire da un buon seme “selvatico” è importante per questo, con opportuni preparati si può andare inoltre a stimolare delle qualità silenti presenti nel genoma della pianta, risvegliandole all’attività in modo naturale.
L’omeodinamica riprende l’approccio biodinamico anche nella parte che tiene in considerazione il collegamento del mondo vegetale con l’intero cosmo, delle influenze di tutti i pianeti. Nella gestione delle semine, del raccolto e nella preparazione dei trasformati, ci si riferisce ad un calendario annuale che tiene conto di queste influenze cosmiche. Andreas ha sperimentato la veridicità di questo approccio più volte, sperimentando la semina della stessa pianta in momenti diversi. La pianta da frutto seminata nel giorno giusto per lo sviluppo dei semi, presenta meno foglie, frutti più grandi, regolari e sapidi e ha un raccolto maggiore, la pianta “di controllo” seminata in un giorno diverso sviluppa di più la la parte foliare e produce meno e frutti di qualità inferiore.
L’agricoltore omeodinamico deve essere sempre un buon osservatore del mondo vegetale, osservarne le risposte.
In omeodinamica l’azienda agricola è inoltre vista come un organismo, ogni parte ha la sua funzione ed è collegato in modo armonico.
Tutto questo e molto altro, sarà trattato nel Corso Base di Agricoltura Omeodinamica. Per Informazioni contattare il Biodistretto Casentino: ci sono ancora posti disponibili!
“Fare l’agricoltura oggi non è per niente un mestiere facile. Farla bene, non è un mestiere facile. Farla in maniera tradizionale è facile, oneroso ma facile. Riuscire a fare un’agricoltura sana è facile ma bisogna avere conoscenza, passione e dedizione però si fa una cosa utile, per se stessi e per l’ambiente, per il mondo. E non è solo ad impatto zero ma forse ha anche un impatto positivo.” Andreas
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