#viaggiareispirati 16: wwoofing, e se passassi le vacanze lavorando nei campi?
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Vi ricordate anni fa, quando nacquero i primi agriturismi? L’idea su cui si basavano era che i contadini aprissero le porte delle loro attività agricole ai cittadini, che potevano sperimentare per qualche giorno la vita rurale, alzandosi all’alba, lavorando nei campi, pranzando seduti sotto a un albero e condividendo il cibo e le storie attorno al fuoco la sera. Oggi tutto questo si è un po’ perso, ma è nata un’esperienza forse ancor più suggestiva: il wwoofing.
In realtà il wwoofing nasce nei primi anni settanta in Inghilterra da un’esigenza di una ragazza inglese che, trasferitasi in città, aveva nostalgia della vita semplice e genuina della campagna. Così, cominciò a creare una rete di fattorie nelle quali andava a prestare servizio in cambio di ospitalità. Pian piano questa rete si è allargata diventando un network internazionale, chiamato appunto WWOOF, ovvero World-Wide Opportunities on Organic Farms.
Ma come funziona? È molto semplice! Basta iscriversi al portale nazionale www.woof.it, da cui si può accedere a tutte le strutture italiane e internazionali che ospitano viaggiatori-lavoratori. Naturalmente, per aderire – sia come ospite che come ospitante – bisogna rispettare determinate caratteristiche. L’agricoltura che viene proposta è naturale e genuina, quindi non vengono accettate aziende che utilizzano prodotti chimici, anche se non è esplicitamente richiesta la certificazione biologica.
La fiducia infatti è alla base di tutto: i contadini si impegnano a educare gli ospiti alla vita rurale, mentre gli ospiti si dedicano con passione e consapevolezza ai lavori che vengono loro assegnati. Un altro aspetto fondamentale è la condivisione: i wwoofers non vengono coinvolti solo nel lavoro, ma vengono ospitati in casa, invitati a mangiare alla stessa tavola e a spartire con la famiglia ogni momento della giornata.
Quello del wwoofing è un ottimo esempio di “viaggio da Destinazione Umana”, dove la condivisione di esperienze, la trasmissione di saperi e di ispirazioni e l’intreccio di relazioni umane sono il vero obiettivo dell’esperienza turistica. Infatti, sono diverse le strutture della nostre rete che ospitano i wwoofers. Una è l’agriturismo Statiano, una classica fattoria toscana fondata più di 300 anni fa. Paolo, compagno di Tina, assieme alla quale conduce l’azienda, ha una lunga esperienza nel settore dell’agricoltura biologica. Questo, insieme alla voglia di condividere con gli ospiti le emozioni di una delle zone più caratteristiche d’Italia, li hanno portati a entrare nella rete del wwoofing.
Anche Paola ospita cittadini che vogliono trasformarsi in contadini per qualche giorno nella sua azienda alle porte di Bologna, Cà del Buco. L’intera attività, che è anche fattoria didattica, è fortemente improntata sulla trasmissione dei saperi campagnoli, della vita naturale e dei cicli della terra, sempre declinati con il minimo comune denominatore della stagionalità e della sostenibilità ambientale.
Anche a Tertulia i wwoofers sono benvenuti. Forse perché i due proprietari, Giorgia e Francesco, sono proprio due ex cittadini che non hanno resistito al richiamo della campagna e hanno lasciato la grande metropoli per recuperare il contatto con la natura, accordandosi con i ritmi lenti e ancestrali delle stagioni. Questo li ha portati a condividere la loro scelta anche con chi vuole sperimentarla per pochi giorni, quasi a voler dire ai loro ospiti: “Noi l’abbiamo fatto, provateci anche voi!”.
Altre due strutture di cui abbiamo già parlato in passato su #viaggiareispirati che fanno woofing sono Fattoria Lara e il Parco dell’Energia Rinnovabile. Entrambi situati sulle colline umbre, sono due centri nevralgici della sostenibilità e dell’innovazione rurale. Il primo è un luogo di studio oltre che di pratica, dove fare profonde riflessioni sul rapporto fra l’uomo e la terra e trovare modalità concrete per rinsaldare questo legame. Il secondo è un polo tecnologico che dimostra in maniera lampante come sia assolutamente possibile sviluppare modelli di insediamento sostenibili, autosufficienti e con un’impronta ecologica quasi nulla.
Chiudiamo questa breve presentazione dell’esperienza del wwoofing con un uno sguardo dall’altra parte della barricata, dove si trovano i wwoofers. Se avete voglia, date un’occhiata al racconto di Chiara e Claudio, una coppia di giovanissimi ragazzi che ha voluto provare una vacanza all’insegna della sostenibilità e della condivisione!
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