#Visione 2040 – Locale, circolare, sostenibile: ecco come rivoluzionare l’economia da qui al 2040
Seguici su:
L’economia (dal greco οikos, “casa”, e nomos, “regola”, le regole della casa) non è solo una questione di numeri, di “far tornare i conti”, ma ha molto a che fare con la visione che si ha del mondo, della società, delle relazioni umane; ben lungi dall’essere una scienza esatta, una faccenda per tecnici, essa è piuttosto una riflessione sul chi e sul come si gestiscono le risorse e, in definitiva, sulla maniera in cui vogliamo stare al mondo.
Ecco, da qui al 2040 abbiamo la possibilità di rivoluzionare l’economia, che potrà diventare circolare, centrata sul benessere dell’individuo, della comunità, degli ecosistemi e su una più equa ripartizione della ricchezza. Dalla crisi del capitalismo globale e finanziarizzato nascerà un nuovo modello che, su piccola scala, affianca agli strumenti economici classici monete locali e complementari, economia del dono e della condivisione. Il Pil sostituito da indicatori più utili a misurare il vero benessere, o perché no, la felicità.
LA SITUAZIONE ATTUALE
Dicevamo che l’economia ha a che fare con la distribuzione e la gestione delle risorse. Ebbene le risorse sul pianeta terra sono gestite oggi in maniera iniqua e sconsiderata. Iniqua perché le differenze nella distribuzione sono in costante crescita. Sconsiderata perché non si tiene conto della finitezza delle stesse, né della capacità del sistema terrestre di assorbire l’impatto dei meccanismi di produzione-smaltimento dei beni di consumo.
Questa deriva è l’ultima fase di un processo cominciato secoli addietro, con la nascita dell’economia capitalista e del paradigma della crescita economica, esacerbato in tempi relativamente recenti dalla finanziarizzazione dell’economia mondiale e dall’accentramento di potere e ricchezze nelle mani di pochi gruppi economici.
COSA POSSO FARE IO…
CITTADINO – Posso fare tantissimo! Innanzitutto votare con il portafoglio: ogni volta che acquisto un bene, sto votando! Acquistare cibo locale, stagionale, dal mercato, artigianato locale, energia rinnovabile locale, prodotti e servizi sostenibili, “il fair phone invece dell’ iphone”, ecc. Posso oppormi all’approvazione di trattati internazionali come il TTIP, CETA, TISA, partecipando alla campagna; inoltre partecipare al percorso del Forum per una nuova finanza pubblica e sociale che promuove la ripubblicizzazione della Cassa depositi e prestiti e degli audit sul debito nazionale e locale. Posso capire l’uso che viene fatto dei miei soldi (speculazione finanziaria, armi, ecc) e spostare i miei risparmi in banche o strutture che non alimentano questi circuiti (Banca Popolare Etica, le MAG); e anche iscrivermi al circuito Arcipelago SCEC e iniziare ad utilizzare i buoni della Solidarietà che Cammina nei miei acquisti quotidiani.
IMPRENDITORE – associare la mia impresa ad Arcipelago SCEC o ad altri circuiti alternativi per la circolazione del valore (Sardex, Piemex, Librerex, ecc), o a progetti locali di monete sociali (BUS-Reggio Emilia, Mi fido di noi-Monza Brianza, ReteMutuoCredito-Rimini, ecc.). Ridurre e ottimizzare l’utilizzo di materie prime non rinnovabili e ridurre al minimo (o meglio ancora eliminare) la produzione di rifiuti diretti o indiretti. aderire alla Rete di Economia Solidale (RES) della mia zona; studiare l’Economia del Bene Comune e applicare il Bilancio del bene comune alla mia azienda.
POLITICO – Posso contattare Transition Italia per avviare nel mio comune un progetto di Ri-Economy; parallelamente posso ragionare su meccanismi di moneta locale, camere di compensazione, ecc. Impegnarmi per avviare un percorso di ripubblicizzazione dei servizi locali e ottimizzarne la gestione attraverso la collaborazione fra comuni limitrofi e la partecipazione di cittadini, associazioni, imprese sociali. Collegare le singole politiche sui temi della sostenibilità (orti collettivi, agricoltura periurbana, mobilità, mense pubbliche a km 0, mercati contadini, ecc.) a “piani del cibo” che prevedano strumenti di governance dei sistemi alimentari territoriali partecipativi come i food council. Infine avviare un audit sul debito del mio comune, qualora ci siano indizi ragionevoli sul fatto che sia stato (almeno in parte) contratto irregolarmente.
GLI ESEMPI
La buona notizia è che non bisogna partire da zero! Esistono infatti anche nel nostro Paese molte esperienze positive, testimonianza che un grosso cambiamento è in atto nei modelli economici. Reti come le Res (Rete economia solidale), circuiti di monete complementari come Arcipelago SCEC o Sardex (e simili), movimenti che immaginano e costruiscono modelli alternativi, come Transition Italia, il Movimento per la decrescita felice o il Centro nuovi modelli di sviluppo, infine istituti di finanzaetica come Banca Etica e le MAG.
GRAZIE A…
Tutti coloro che hanno contribuito ad elaborare il documento. Hanno partecipato al tavolo Economia Andrea Baranes di Banca Etica, Davide Biolghini della Rete Economia Solidale, Cristiano Bottone di Transition Italia, Andrea Degl’Innocenti di Italia che Cambia, Francesco Gesualdi del Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Alessandro Pertosa del Movimento Decrescita Felice, Andrea Rapaccini di Make a change e Luca Vannetiello di Arcipelago SCEC.
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento