#Visione 2040 – Educazione alla felicità: ecco come la scuola può cambiare
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Mentre il sistema scolastico tradizionale mostra in maniera sempre più evidente i suoi limiti, si stanno gradualmente diffondendo in Italia e nel mondo nuovi modelli educativi che mettono al centro la libertà e le inclinazioni individuali, la valorizzazione dei talenti, le relazioni umane, la semplicità ed il rapporto con la natura. Continuando in questa direzione e perseguendo come obiettivo la reale felicità degli adulti di domani, come sarà la scuola nel 2040?
Tra 24 anni la scuola sarà basata sulla semplicità, sul rapporto con la Natura e su un’alimentazione sana. Esisterà ancora una solida struttura di teorie pedagogiche, ma si presenterà in forma esperienziale, prediligendo l’apprendimento ludico, basato su progetti e attività concrete. La scuola sarà un luogo di innovazione ed esempio per i contesti e i quartieri in cui si trova, e la trasmissione della conoscenza e la ricerca si affiancheranno e si intrecceranno con lo sviluppo dei territori.
LA SITUAZIONE ATTUALE
Da molti anni ormai il nostro sistema scolastico si dimostra incapace a preparare alla vita. Seduti, fermi, in silenzio, costantemente giudicati e costretti ad inserirci dentro schemi precostituiti e modelli rigidi. Il tutto, il più delle volte, all’interno di edifici squallidi e stanze grigie. La scuola somiglia così ad una sorta di prigione in cui siamo forzati a trascorrere gran parte della nostra infanzia e adolescenza.
Mancanza di motivazione, ansia, conflitto con il mondo degli adulti, abbandono scolastico: il malessere diffuso tra bambini ed adolescenti rivela in modo ormai evidente l’inefficacia del sistema educativo attuale e l’urgenza di un cambiamento. Da dove iniziare?
COSA POSSO FARE IO…
GENITORE – Pensando alla felicità dei propri figli, ogni genitore può iniziare ad informarsi, studiare, guardarsi intorno e trarre spunto dalle buone pratiche già diffuse nel nostro Paese e nel mondo. Piuttosto che porsi in una sterile dinamica di contrapposizione (con insegnanti, istituzioni, altre madri e altri padri), i genitori potrebbero avanzare proposte e critiche costruttive (ad esempio quella di istituire all’interno della scuola delle classi sperimentali di metodo con “stili” pedagogici diversi) e prestare sostegno in situazioni di difficoltà, come nei casi di abbandono scolastico. Farlo insieme è più facile ed efficace dell’agire da soli: perché non creare allora un’associazione di genitori?
INSEGNANTE – Gli insegnanti possono portare nelle scuole metodologie e strumenti diversi, valutando poi gli effetti dei cambiamenti introdotti. Ad esempio in alcuni momenti si potrebbe spezzare la logica frontale e sperimentare una didattica basata sull’apprendimento cooperativo. Nell’introdurre le novità, gli insegnanti possono trarre spunto dai modelli educativi alternativi già esistenti, invitando nelle classi persone portatrici di modalità e contenuti differenti. Si potrebbero poi sperimentare nuove forme di governance, nuovi metodi di assunzione, retribuzione e valutazione; in cui gli studenti saranno più partecipi assieme alle famiglie e alla comunità.
DIRIGENTE SCOLASTICO – In questo processo di cambiamento, i dirigenti scolastici possono fare la differenza. In che modo? Indicando strade nuove, sviluppando progetti con le realtà del territorio e guidando il corpo docente verso una formazione continua che permetta agli insegnanti di scoprire metodologie differenti. I dirigenti scolastici possono inoltre contribuire a diffondere una coscienza ecologica, promuovendo la raccolta differenziata, la coltivazione di orti, le esperienze con la natura.
AMMINISTRATORE PUBBLICO – Chi ricopre un ruolo politico può farsi promotore di campagne sul territorio per informare i cittadini sulle diverse metodologie educative; istituire un circuito di scuole virtuose ed un “Collegio dei dirigenti scolastici”; può sviluppare, in collaborazione con le scuole, una rete di orti urbani e didattici.
GLI ESEMPI
La buona notizia è che non bisogna partire da zero! Esistono infatti anche nel nostro Paese molte esperienze positive, testimonianza che la scuola italiana può realmente cambiare. Per rendersene conto basterà visitare, ad esempio, l’Asilo nel Bosco di Ostia antica, una scuola materna in cui i bambini trascorrono la maggior parte del proprio tempo all’aperto, a contatto con la natura, invece che chiusi fra le quattro mura di un’aula. E che dire della rivoluzione portata nel Cilento da Maria De Biase? La preside, divenuta un modello, è riuscita far adottare in ambito scolastico i principi della sostenibilità trasformando la sua scuola in un oasi di buone pratiche.
GRAZIE A…
Tutti coloro che hanno contribuito ad elaborare il documento. Hanno partecipato al tavolo Educazione Sabina Bello dell’Asilo nel Bosco di Ostia, Danilo Casertano (Associazione Manes e Asilo nel Bosco di Ostia), la preside Maria De Biase, Michele Dotti (educatore), Carlo Ridolfi della Rete di Cooperazione Educativa – C’è speranza se accade @ , Andrea Sola di Educare alla libertà
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