#viaggiareispirati 17: Scoprire il territorio e la sua anima
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Come vi abbiamo raccontato, il tipo di viaggio che proponiamo è fortemente connesso all’aspetto relazionale, tanto che non vi chiediamo mai dove volete andare, ma chi volete conoscere. Ma esistono persone che vivono il legame con il territorio in cui abitano in maniera così intima e intensa che non possono fare a meno di trasmetterlo agli altri, come se il “luogo” fosse una persona da presentare agli ospiti!
Vi portiamo a conoscere alcuni gestori delle strutture della nostra rete che hanno quasi come “missione” quella di scoprire il territorio, indagarne la storia, individuarne le particolarità, in modo da creare con esso un rapporto di rispetto e valorizzazione, un ménage in cui includere gli ospiti. Partiamo da Rosamaria e dal suo progetto Jacurso da vivere e imparare, nato dalla sua passione per l’antropologia, unita all’amore per l’entroterra calabrese.
I viaggiatori, come dice il nome stesso, avranno la possibilità di “vivere” e di “imparare”. Vivere perché potranno sistemarsi in diverse tipologie di alloggi sul territorio di Jacurso, per sperimentare le varie sfaccettature dell’ospitalità. Imparare perché Rosamaria ha organizzato percorsi di approfondimento della cultura e della natura locali, trascorrendo un periodo a contatto con la comunità, ascoltando conversazioni nella lingua del luogo, scoprendo quotidianamente gli usi e gli stili di vita degli abitanti.
Spostandoci a Matera troviamo Sergio, gestore dell’Abbabbio nei Sassi. Se vi ricordate, lo abbiamo già conosciuto in una precedente puntata di #viaggiareispirati. Sergio è responsabile ospitalità dell’Associazione Italiana Turismo Responsabile, accompagnatore turistico professionale, blogger e scrittore. La sua vocazione è proprio quella di scoprire il territorio in maniera consapevole e responsabile: conduce i suoi ospiti in un percorso di conoscenza attraverso la zona dei Sassi, uno dei luoghi più magici e suggestivi d’Italia, cercando di far sì che i viaggiatori ne colgano l’anima e lo spirito ancestrale che ancora albergano qui.
Altri host hanno unito i loro percorsi di vita e di lavoro con la passione per l’ospitalità, aggiungendo quel tocco di unicità tipico del rapporto umano e sincero ai percorsi di viaggio che propongono. È il caso di Edi, che insieme a Lorenzo gestisce il b&b Il Cardo nelle colline umbre. Edi è laureata in architettura ed è specializzata nel restauro, coerentemente con la sua posizione di forte contrarietà all’antropizzazione selvaggia e alla cementificazione. Proprio questi sono i valori che cerca di trasmettere ai suoi ospiti, facendo vedere loro attraverso “l’occhio dell’esperto” la precaria condizione del territorio e sensibilizzandoli sulla sua cura e tutela.
Ma un legame particolare sembra nascere fra l’Appennino e le comunità che lo abitano. Forse perché rappresenta una sorta di spina dorsale che attraversa l’Italia emanando quel fascino selvaggio, lontano anni luce dalle grandi aree urbanizzate della pianura e della costa. Lo testimoniano due gestori della rete che con queste terre hanno un rapporto quasi simbiotico. È il caso di Rosi e Vincenzo, che hanno coltivato a lungo il sogno di trasferirsi qui, nell’Appennino reggiano, coronandolo anni fa, quando aprirono Corte Maddalena.
O di Elisa, che vive e lavora nel b&b di famiglia, Romani, che si trova in un luogo particolarmente significativo dell’Appennino tosco-emiliano. È infatti situato lungo la Via degli Dei, percorso storico che attraversando monti e boschi unisce Bologna a Firenze e che ogni anno è battuto da migliaia di camminatori. Come nei ristori sulle grandi vie dei pellegrinaggi, anche qui storia, natura e socialità si fondono dando al territorio una connotazione unica.
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