“Il nostro pane quotidiano”: una cartoleria solidale per famiglie in difficoltà
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“Il nostro pane quotidiano, il cui nome sottolinea aspetti valoriali comuni a tutti, nasce nel 2013 a Pordenone, da un gruppo di persone che volevano offrire un aiuto concreto a chi ne avesse la necessità, combattendo la cultura del consumo a tutti i costi e dello spreco”, ci racconta Susanna Villa, la Presidente della piccola Onlus.
Nonostante il nome dell’associazione possa suonare un po’ “biblico”, Susanna precisa che si tratta di un’organizzazione laica che porta avanti alcuni progetti di volontariato finalizzati all’inclusione sociale e alla solidarietà, come quello della “cartoleria solidale”, con la quale si combatte lo spreco rimettendo in circolo corredo scolastico ancora in buono stato e riutilizzabile, anziché buttarlo una volta che non serve più al bambino per il quale era stato acquistato.
“Perché spesso non ci accorgiamo che attorno a noi abbiamo già tanto di ciò che serve per fare buone cose. Ecco perché lavoriamo molto sul recupero di materiale usato, soprattutto grembiuli, ma anche zaini e astucci ancora in buono stato e che noi rimettiamo a nuovo. Ma recuperiamo anche sovrapproduzioni, articoli difettati, rimanenze di magazzino o semplici donazioni che ci vengono fatte sia dai privati che dalle aziende per poi donare il tutto a ragazzi le cui famiglie si trovano, per varie ragioni, in difficoltà economica.
Quest’anno scolastico sono venuti da noi 185 bambini e ragazzi inviati dai servizi sociali, o dalle scuole, o da altre associazioni con le quali siamo in rete. A volte non si tratta di semplice difficoltà economica: la fornitura di materiale scolastico è spesso l’occasione di creare delle relazioni con famiglie che sono ai margini o che hanno bisogno di un incoraggiamento per integrarsi.
Aiutare questi bambini e ragazzi significa dare un’opportunità di equità e di crescita, e per queste famiglie aprire una dimensione di speranza che permette di non “sentirsi soli” e che aiuta a continuare a lottare per il proprio futuro. Siamo inoltre convinti che l’inclusione scolastica costituisca una delle più potenti armi di prevenzione nei confronti della marginalità sociale.
Anche per questo non ci limitiamo a consegnare ai ragazzi ciò di cui hanno bisogno per frequentare dignitosamente la scuola: alla base della nostra attività è infatti di fondamentale importanza la costruzione di una circoscritta ma significativa relazione con le famiglie e i ragazzi, imperniata sull’accoglienza, il reciproco riconoscimento e rispetto e la responsabilizzazione. Quindi li conosciamo tutti personalmente, con ognuno di loro c’è una qualche forma di scambio e dialogo e ogni incontro è un momento di arricchimento reciproco di conoscenza della loro vita, delle loro paure e aspettative in un clima di rispetto e discrezione, ma anche di allegria e vivacità che spesso coinvolge anche le famiglie.
Tutto questo lo facciamo senza richiedere fondi pubblici, perché secondo noi la solidarietà volontaria è ben diversa dall’assistenza pubblica, poiché attiva un circolo virtuoso in cui sono le persone con la loro umanità a diventare protagoniste, riuscendo in alcuni casi a creare o ripristinare vere e proprie comunità solidali.
Il nostro progetto in un’occasione è arrivato fino in Africa, più precisamente in Niger, dove il materiale scolastico che siamo riusciti a recuperare (quaderni, penne, matite, colori, gessetti e tutto quanto poteva servire agli 80 bambini e bambine che frequentano la scuola) è stato portato ad una scuola di Tessouma, direttamente dagli amici di Mondo Tuareg Onlus, che a loro volta si sono occupati della ristrutturazione dell’edificio scolastico e ci hanno coinvolti nel progetto.
Fermo restando comunque che il nostro progetto principale, ovvero quello appunto della cartoleria solidale funziona soprattutto per ragazzi del territorio, che per un terzo sono italiani e per due terzi stranieri. La nostra difficoltà più grossa è quella di intercettare le famiglie italiane che hanno bisogno d’aiuto, poiché sfortunatamente il più delle volte si vergognano di farlo sapere. È per questo motivo che stiamo pensando a delle forme alternative, percepite come meno “assistenziali” come le giornate di libero scambio del libro di testo usato.
Nel prossimo futuro infatti vorremmo continuare a promuovere piccole iniziative auto-sostenute e sostenibili, e soprattutto farle conoscere il più possibile (ecco perché vi abbiamo contattati!) in modo, speriamo, da poterne stimolare di altre. In particolare quest’estate vorremmo organizzare giornate di libero scambio del libro di testo usato, sempre nell’ottica della sostenibilità e del non-spreco.”
Ci sono vari modi per sostenere l’associazione Il nostro pane quotidiano: ad esempio partecipando alla raccolta di materiale scolastico; organizzando una piccola raccolta fondi in un’occasione speciale della vostra vita (compleanno, matrimonio, anniversario, etc.); ospitando l’associazione nel corso di un evento; proponendovi come volontari per le varie attività; con una donazione in denaro all’associazione o donando il 5 x 1000 alla onlus.
Per tutti i dettagli su come aiutare leggete qui
Il sito de Il nostro Pane quotidiano
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