2 Mag 2016

#Visione2040 – Impresa etica: ecco come farla

Scritto da: Redazione

Vi presentiamo i risultati del tavolo Imprenditoria di #Visione2040, nell'ambito del quale sette imprenditori hanno lavorato per quattro mesi elaborando una ricetta che prevede indicazioni concrete da mettere in pratica per costruire un nuovo modello imprenditoriale etico e sostenibile.

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Il mondo imprenditoriale ha una grande responsabilità nel costruire il percorso che ci porterà al 2040. In quell’epoca quello di impresa etica sarà un modello affermato e il benessere delle persone e il rispetto dell’ambiente saranno al centro delle attività produttive. I concetti chiave saranno economia circolare, condivisione, riduzione dell’impatto ambientale, etica del lavoro.

 

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LA SITUAZIONE ATTUALE

 

Il punto di partenza è una crisi sistemica di cui non si intravvede la fine. Il risultato è un modello economico caratterizzato da un “effetto clessidra” che separa l’offerta di prodotti e servizi di basso costo e qualità dai servizi di lusso, di alta qualità e costo. Questo provoca forti squilibri sociali e difficoltà spesso letali per chi cerca di competere con una concorrenza estera – prevalentemente asiatica – con standard qualitativi e di prezzo bassissimi.

 

Ma ci sono anche aspetti positivi. Uno dei più importanti è il grande “giacimento del saper fare” di cui molte imprese sono depositarie, che spesso viene visto come un bene comune al servizio della crescita dell’impresa stessa e di tutto il comparto produttivo. Questo è un valore che va assolutamente preservato.

 

Il 2040 non è lontano, mancano “solo” 24 anni. Per progettare e realizzare un nuovo modello imprenditoriale entro quella data, è necessario che ciascuno di noi – dipendente, imprenditore, amministratore – si dia da fare. È per questo che nell’ambito di #Visione2040 abbiamo elaborato indicazioni chiare rivolte a queste categorie per iniziare, qui e ora, a costruire insieme una impresa etica del futuro.

 

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COSA POSSO FARE IO…

 

…SINGOLO CITTADINO – Ciascuno di noi può attivarsi nel suo piccolo. Non sei un imprenditore? Non fa niente! Puoi dare il tuo contributo per esempio cominciando a coltivare il tuo territorio e orientando i tuoi acquisti preferendo aziende che operano nella tua zona e che rispettano criteri etici e di sostenibilità ambientale.

 

…IMPRENDITORE – Se sei un imprenditore hai una grossa responsabilità! Prima di tutto, entra in contatto con il territorio in cui operi, cercando di coglierne potenzialità e vocazioni. Individua dei partner, crea delle reti, ragiona nella logica della cooperazione e non della competitività. A questo proposito, è fondamentale puntare al bene comune: stila un bilancio del bene comune, opera con trasparenza e democrazia, definisci obiettivi condivisi con le persone con cui lavori.

 

Non puoi neanche prescindere dall’impatto ambientale. Per ridurlo, calcola la tua impronta ecologica e cerca di contenerla il più possibile. Nel costruire i nuovi prodotti, adotta gli approcci dell’eco design e della blue economy. Fai un piano di riduzione dei consumi energetici e investi sulle fonti pulite e rinnovabili.

 

…AMMINISTRATORE – Anche chi ricopre ruoli politici ha una grande responsabilità. La principale, è quella di fungere da ponte e collante fra imprese, cittadini e territorio. Chi cerca di fare imprenditoria etica e sostenibile va aiutato e agevolato, mentre chi mette in atto logiche predatorie che impoveriscono il territorio, ne causano il degrado ambientale e dragano la ricchezza per trasferirla altrove va contrastato.

 

Daniela Ducato

Daniela Ducato


 

GLI ESEMPI

 

Già oggi esistono esempi di impresa etica e imprenditori virtuosi che possono essere da spunto e da stimolo per chi vuole impegnarsi seriamente nella costruzione di un nuovo modello. Sono aziende sane e di successo, per le quali oltre al profitto esistono altri obiettivi da perseguire. È il caso d Loccioni, impresa marchigiana fortemente radicata sul territorio che assume i giovani e li affianca agli anziani per valorizzare le caratteristiche di entrambi. Oppure di Morellato, che ha vinto la crisi rifiutando una commessa milionaria per motivi etici e puntando invece sul comparto della sostenibilità ambientale. O ancora, la bella favola della Cooperativa Lavoratori Zanardi, nata da un workers buy out in cui i dipendenti hanno reagito allo spettro del fallimento rilevando la società e rilanciandola.

 

GRAZIE A…

 

… tutti coloro che hanno contribuito a elaborare il documento. Hanno partecipato al tavolo imprenditoria Silvio Bruschi della Bruschi Spa, Massimiliano Capalbo di Orme nel parco, Fabrizio Cotza del Winner Group, Daniela Ducato del gruppo Edilana, Edilatte, Edimare, Riccardo Goghero di Etinomia – che ha anche ricoperto il ruolo di facilitatore –, Evelyn Oberleiter del Terra Institute e Angelo Riva di Cittadellaluce.

 

Per consultare il documento integrale cliccate qui.

 

 

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