Per un etica a marcia indietro
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“Etica a marcia indietro perché questo può essere un modo per sottrarla al tempo che logora e invecchia ogni cosa che nasce. Se sentiamo il bisogno di alimentare i grandi valori che in sé ingloba dobbiamo muoverci nella direzione opposta. Non tanto volgendoci a ricordi che bruciano di perdite o di rancori, né che avviluppano di nostalgie quanto alla sorgente della fiducia, della fiducia e basta. Il nostro impegno sociale non sarà altro che lasciarla scorrere per nutrire di essa ogni nostra parola, pensiero, azione.”
Con queste parole Rodolfo Savini, presidente de La Pagoda-Onlus, ricercatore e particante di yoga e meditazione dagli anni ’80, presenta l’incontro pubblico di venerdì presso il Centro Creativo Casentino di Bibbiena.
L’associazione La Pagoda è attiva dalla fine degli anni ’90, quando un gruppo di praticanti laici ha iniziato il suo impegno nel sostenere e promuove l’importanza della meditazione di consapevolezza e l’impegno sociale e umanitario. L’associazione ha sede in località La Quercia Grossa a Pieve a Socana, nella pagoda realizzata a metà degli anni ’70 dall’ingegnere Luigi Martinelli con l’impulso di dare espressione anche in Italia alla tradizione buddhista.
L’associazione è aperta a tutti, “le pratiche svolte sono improntate sulla base del rispetto reciproco e della tolleranza nella convinzione che la vera unità può anche essere trovata in mezzo alle differenze che esistono tra l’uno e l’altro, quindi in essa confluiscono diverse correnti del buddhismo e della società civile, in una convivenza in armonia con le varie esigenze”.
L’impegno sociale e umanitario, l’importanza della concentrazione per la conoscenza del sé, l’altruismo, la compassione e la pace sono tutti valori sviluppati dall’associazione attraverso la meditazione, lo yoga, le escursioni nella natura, seminari o insegnamenti di monaci facenti parte delle comunità buddhiste e non.
L’intento dell’associazione è quello di “dedicare uno spazio di tempo quotidiano alla pratica formale; riportare l’attenzione al corpo e al respiro; al mantenere accesa la consapevolezza durante l’intera giornata, coltivando la benevolenza in ogni genere di attività, da soli, con gli altri e con l’ambiente; lasciare andare le idee preconcette su sè stessi e il mondo, tornando continuamente a vedere le cose da una posizione di non conoscenza; riconoscere direttamente al loro sorgere la gioia e la sofferenza della vita; testimoniare a noi stessi e agli altri che la compassione ha la possibilità di creare pace in ogni circostanza; creare un mondo più pacifico in cui tutti gli esseri possano sentirsi uniti e vivere con serenità e amore il mistero della vita.”
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