31 Mag 2016

Ecovillaggio San Cresci: diventare grandi e ritornare alla terra!

Scritto da: Simona Valesi

Dall'idea di un'imprenditrice milanese, che ha deciso di cambiare vita, è nato il progetto dell'ecovillaggio San Cresci, nel comune di Borgo San Lorenzo, poco distante da Firenze. L'obiettivo? Creare un nuovo modello di comunità, dove lo stile di vita è sano e di alta qualità, sostenuto dai valori di solidarietà, condivisione, rispetto per l’ambiente e ogni forma di vita.

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Non è da tutti prendere tutti i risparmi di una vita e metterli nella realizzazione di un sogno di alti valori, rivoluzionario e controcorrente; come non è da tutti, dopo una vita di successo imprenditoriale ed economico, rendersi conto che si è solo una pedina di uno scenario fatto apposta per distruggerti. Forse ci si arriva quando si ha quella sensazione di poter avere materialmente di più, ma qualsiasi roba verghiana tu possa accumulare non ti appaga lasciandoti affamato dentro.

Nel Mugello, 35 chilometri fuori Firenze, presso Borgo San Lorenzo, si sviluppa il progetto San Cresci

Nel Mugello, 35 chilometri fuori Firenze, presso Borgo San Lorenzo, si sviluppa il progetto San Cresci


Allora benvivere diventa la parola d’ordine. Appassionata da sempre di filosofia antroposofica steineriana, l’imprenditrice milanese Roberta Zivoli decide di vendere tutto e fondare il più grande eco-villaggio d’Italia con la missione principale di mettere al centro l’uomo. È mentre guarda Obama che parla di sostenibilità in televisione che ha un’illuminazione, e pensa: «Ma guarda questi americani che vengono a parlarci di sostenibilità quando qui da noi è dal 1800 che siamo ecosostenibili».

 

«Ho capito tante cose», dice Roberta, «ho lavorato tutta la vita venti ore al giorno per avere la casa al mare, in montagna e poter frequentare certi ambienti e non mi sono accorta che qui in città siamo topi. Beviamo diossina, respiriamo polveri sottili cardiotossiche e mangiamo roba coltivata male e piena di chimica. Quando ho compreso che noi che viviamo nelle città facciamo il gioco di qualcuno che ci vuole distruggere sono stata male. Sono andata da mio marito e gli ho detto: “Ho capito cosa faremo da grandi”».

 

E Bruno Dei, il compagno di una vita insieme, non poté che darle ragione e seguirla anche in questa nuova avventura. Partecipano a un bando d’asta dell’università di Firenze e si aggiudicano la tenuta San Cresci, un territorio incontaminato di 657 ettari nel comune di Borgo San Lorenzo a 30 chilometri a nord della capitale toscana, con boschi, terreni coltivabili, una ventina di sorgenti d’acqua potabile e una vena termale di acqua sulfurea, una villa medicea con la sua fattoria e otto case coloniche.

 

Il Centro San Cresci è il progetto pilota, ma già in cantiere c’è in programma di recuperare altri borghi abbandonati nei dintorni

Il Centro San Cresci è il progetto pilota, ma già in cantiere c’è in programma di recuperare altri borghi abbandonati nei dintorni


Diventerà il futuro Centro San Cresci, un modello di comunità con circa quattrocento residenti dove lo stile di vita è sano e di alta qualità, come dovrebbe essere in ogni angolo del mondo: sostenuto da solidarietà e alti valori, rispetto per l’ambiente e ogni forma di vita, condivisione, riciclo, riuso, energie rinnovabili, agricoltura biologica, senza sprechi né inquinamento.

 

Il progetto San Cresci prevede una rivisitazione evolutiva di ogni fase del ciclo della vita dalla nascita al distacco dal corpo. Ci sarà una casa della nascita naturale per non vivere più il parto come una malattia; una casa della salute naturale dove si applicheranno tutte le forme più avanzate di medicina non convenzionale; un albergo termale; una scuola all’avanguardia e, a conclusione di una vita attiva, una casa della migliore età dove gli anziani potranno essere amati e rispettati come archivi storici di cultura e saggezza e non come suppellettili inutili da rottamare in una RSA.

 

Ogni neonato riceverà in eredità un ettaro di terreno per diritto di nascita, perché possa essere d’incentivo a ritornare alla cultura dell’agricoltura e della terra, e a questo proposito Roberta lancia un allettante invito: «Venite a ben vivere in un mondo rurale. La campagna chiama, se no ci portano via la vita. Ci autodistruggiamo senza accorgercene alimentando quel mostro che sono le città». Il progetto non è per niente utopistico: ad oggi la maggior parte delle abitazioni sono state assegnate e le famiglie residenti arrivano da tutta Italia: Milano, Piacenza, Napoli, Vasto, Firenze, Roma.

Campi

«Siamo i ripopolatori di San Cresci», scoppietta orgogliosa Roberta, «la mia missione è di lasciare alle generazioni future una possibilità di vita sana. Non lasciamo in eredità ai nipoti né appartamenti né conti in banca. Non vogliamo essere corresponsabili della loro autodistruzione. C’è il libero arbitrio e loro possono fare quello che vogliono ma noi offriamo loro un’alternativa di valori più alti».

 

Hanno pensato a tutto: all’acqua, alle terme, all’energia, che verrà autoprodotta con pannelli solari e biomassa prodotta dai boschi. La villa La Quiete sarà il centro culturale di accoglienza per i visitatori esterni con un ristorante che servirà menù vegetariano, vegano e tradizionale del Mugello e sarà rifornito da colture autoprodotte e frutti dell’orto cresciuti in permacultura e con tecniche biodinamiche. La cappelletta diverrà un centro conferenze per la diffusione di saperi all’avanguardia, e il resto lo offre già la natura: i tre tigli secolari della villa regalano ombra profumata in un’aria che è davvero un piacere respirare, la vista è impagabile e inconfondibilmente toscana, col suo susseguirsi di morbidi seni su cui un gigante pagherebbe per riposarsi; e il succo di fiori di sambuco autoctono, con cui mi danno il benvenuto i volontari Filippo e Andrea, assegnati a catalogare tutte le erbe spontanee, è un’ambrosia dai poteri straordinari che risveglia sensi sopiti da un tempo ormai perso dalla nostra memoria.

 

Ti fermi al ciglio della strada e tutto ciò che vedi intorno fa parte del podere San Cresci. Questo riserva un raro privilegio ai San Cresciani che potranno dire con orgoglio: “Tutto ciò che vedi un giorno sarà tuo!”, ma solo se saprai difenderlo come Roberta e il suo team stanno dimostrando oggi.

 

Il Centro San Cresci è il progetto pilota, ma già in cantiere c’è in programma di recuperare altri borghi abbandonati nei dintorni per dare la possibilità a chi vive in città di tornare in campagna per un buon vivere, perché Grandi, in tutti i sensi, e secondo la filosofia di Roberta, lo si possa diventare tutti.

 

Il progetto San Cresci è finanziato dalla Fondazione Europea Cammino Futuro Onlus www.fecf.eu , alla quale è possibile devolvere il proprio 5 per mille, senza che costi nulla e investendo sul futuro.

 

 

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