Io faccio così #112 – Economia e Felicità: come votare con il portafoglio!
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Roma, Lazio - “Sora Maria entra in un supermercato prende in mano due succhi d’ananas per i nipotini. Le coltivazioni in Congo da cui provengono sono gestite da una multinazionale della frutta che si è accaparrata la terra dei coltivatori pagandola sottocosto allo stato congolese. I contadini si sono visti costretti a lavorare nelle terre una volta loro con una paga che imbarazzerebbe buona parte dei condomini del palazzo della Sora Maria. La Sora Maria non sa nulla di tutto questo e acquista il succo d’ananas”.
Così recita una parte del manifesto dell’associazione di promozione sociale Economia e Felicità, nata nel 2013 dall’iniziativa di un gruppo di amici romani. “Questa associazione è nata quasi per scherzo, per fare degli incontri per iniziare a parlare di economia sociale e civile e per diffondere il concetto di votare con il portafoglio” ci spiega Gabriele Mandolesi, co-founder dell’associazione. “Questo tema è piaciuto talmente tanto che, quando organizzavamo questi incontri, ci siamo trovati i teatri pieni. E quindi abbiamo deciso di cominciare a fare anche delle cose pratiche”.
Economia e Felicità ha come punto fondante l’idea che noi, con i nostri consumi, giochiamo un ruolo fondamentale all’interno del mercato e dell’economia, perché ogni volta che compriamo qualcosa stiamo implicitamente legittimando ciò che c’è dietro: se è prodotto in maniera etica e sostenibile, se i lavoratori che partecipano alla filiera produttiva hanno condizioni contrattuali e lavorative rispettose… oppure tutto il contrario di ciò.
Dunque il punto di partenza dell’Associazione Economia e Felicità è stata l’educazione ad un consumo critico e consapevole, per cercare da un lato di premiare le aziende più responsabili e dall’altro far assimilare il concetto che migliaia di consumatori insieme, con i loro acquisti, possono influenzare profondamente il sistema economico ed i processi produttivi per cercare di innestare un cambiamento positivo e innescare una concorrenza virtuosa tra le aziende (e non solo) etiche che rispettano certi parametri. Il voto con il portafoglio, appunto.
Il cash mob etico
Ma come si fa a votare con il portafoglio? “La prima attività di cui ci siamo occupati, insieme all’associazione Next, è stata il cash mob etico. La proposta è stata vederci tutti insieme in un supermercato, entrare e comprare i prodotti del commercio equo e solidale. L’idea era quella di cominciare ad abituarci a consumare criticamente, però non da soli – ci spiega Gabriele – sia per mostrare l’impatto di un’azione collettiva che per farlo in maniera divertente tutti insieme, per riconoscersi in una collettività che sta facendo un percorso”. Nel primo Cash mob etico realizzato a Roma nel quartiere Monteverde parteciparono centocinquanta persone, un successo sia numerico che di contenuto perché Economia e Felicità realizzò per l’occasione delle schede prodotti, allo scopo di informare i partecipanti del cash mob etico su quali erano i processi produttivi e contrattuali che l’azienda produttrice della singola merce metteva in pratica: “la maggioranza dei partecipanti aveva studiato quelle schede, anche prima di venire al cash mob, e sceglievano anche in base alla storia del prodotto. E questo è lo scopo primario della nostra realtà”.
Il Bank Mob
E’ indubbio che come e dove spendiamo i nostri soldi sia uno strumento fondamentale che noi cittadini abbiamo ancora in mano, per premiare o punire determinate condotte. Oltre alla spesa, un altro aspetto centrale della nostra esistenza è il risparmio, dove mettiamo i nostri soldi. Un argomento molto spinoso: “la finanza è ormai pervasiva, è responsabile di molti dei problemi che oggi viviamo e le persone, per quello che abbiamo potuto constatare come Economia e Felicità, sono sempre più scettiche nei confronti delle banche. Ma anche la scelta della banca alla quale affidare i nostri soldi è una scelta che facciamo come consumatori. Anzi, l’impatto di questa scelta sulle nostre vite è enorme, perché le banche usano i nostri soldi per erogare finanziamenti!”.
Molte banche usano questi soldi per finanziare attività come gli armamenti e l’azzardo, dimenticandosi dell’economia locale e reale, spesso investendo anche in operazioni speculative. Tutto ciò, nella maggior parte dei casi, con scarsa trasparenza perché non è semplice scoprire come vengono impiegati e dove vengono investiti i soldi dei correntisti.
A partire da questa riflessione e in linea con la sua filosofia di azione, Economia e felicità organizza anche il Bank Mob: seguendo lo stesso schema, l’associazione ha organizzato prima degli incontri per approfondire il tema, dal quale si è creato un gruppo di persone che insieme un giorno hanno deciso di chiudere il proprio conto, spiegando le ragioni del perché lo facevano, e andandolo ad aprire in una banca che rispetti i principi di prossimità, di supporto alle imprese e aiuto all’economia reale.
“L’unica banca che abbiamo trovato e che ha queste caratteristiche in Italia è Banca Etica, perché aderisce ai principi della finanza etica: sul sito della banca possiamo trovare l’elenco di tutti i finanziamenti erogati, cosicché se non si è d’accordo su come vengono utilizzati i tuoi soldi sei libero di andartene. L’idea a lungo termine del Bank Mob è che più siamo a trasferire il nostro conto in un’altra banca più la banca che perde clienti prima o poi dovrà soddisfare le nostre richieste di consumatori responsabili”.
Guarda il video del Bank Mob di Banca Etica a Roma
Lo Slot Mob
Non meno importante di tutte queste attività è il lavoro fatto da Economia e Felicità – insieme ad altri movimenti e associazioni – sull’azzardo. L’Italia negli ultimi anni è diventata il più grande mercato dell’azzardo in Europa e uno dei più grandi al mondo, con risvolti drammatici per l’economia e la salute di molte famiglie.
“Ci hanno chiamato molte persone che stavano vivendo molto male questo problema, si sentivano impotenti rispetto al degrado generato dall’azzardo: ci hanno chiamato perché volevano fare un’azione pratica per denunciare il problema e cercare una possibile soluzione”. L’idea di Economia e Felicità è stata quindi di fare uno slot mob: “ci sono persone in Italia che hanno un bar o un’ attività e che hanno deciso di non vendere nessuna forma di azzardo. Sono tante, più di quanto immaginiamo, che in periodi di crisi economica hanno deciso di rinunciare ad un guadagno facile pur di non alimentare questo sistema. Perché non premiarli?”.
Il riconoscimento pubblico segue quindi lo stesso schema: un gruppo numeroso di persone si ritrovano e, tutte insieme, decidono di fare colazione o un aperitivo nel bar che ha detto no all’azzardo. Il successo è stato esponenziale: “eravamo partiti per fare tre slot mob – ci racconta Gabriele – e siamo finiti, dopo due anni, ad averne fatti centodiciotto. Siamo stati tempestati di telefonate da tutta Italia da persone che volevamo organizzare uno slot mob nelle loro rispettive città, noi abbiamo solo suggerito il format e li abbiamo aiutati nella comunicazione dell’evento, abbiamo insistito affinché ognuno si prendesse la responsabilità nella propria città e li organizzasse con la gente del luogo”.
I risultati di un’azione nata quasi per gioco sono stati importanti: sindaci, assessori regionali fino ad arrivare a politici di livello nazionale hanno chiesto ad Economia e Felicità e ad altri movimenti di dare una mano dal basso, allo scopo di portare avanti delle iniziative legislative per cercare di dilagare la pratica dell’azzardo. Uno degli ultimi risultati ottenuti è un divieto parziale di pubblicità: dalle 7 alle 22 sulle reti generaliste non si fa più pubblicità dell’azzardo, “noi avevamo chiesto il divieto totale, non siamo riusciti ad ottenerlo però è stato bello vedere come numerose manifestazioni locali hanno avuto un’influenza e dei risultati nazionali”.
In questo articolo non abbiamo mai definito l’azzardo come gioco, non per caso ma come scelta consapevole, nata da una riflessione di Gabriele Mandolesi. “Una caratteristica dei nostri slot mob è che noi portiamo i giochi, ma quelli veri! Uno dei grandi inganni dell’azzardo è che loro lo chiamano gioco, l’azzardo. Se io ti dico andiamo ad azzardare c’è un accezione negativa che fa capire la reale pericolosità dell’azione. Il gioco invece richiama a qualcosa di innocuo, positivo e leggero, caratteristiche che sono l’esatto contrario dell’azzardo. Abbiamo detto no a questa operazione di marketing, infatti noi nei nostri slot mob portiamo il biliardino, il ping pong perché il gioco è qualcosa che ti mette in relazione con le altre persone. L’azzardo, invece, ti isola”.
Per il futuro, Economia e Felicità spera di poter organizzare altri bank mob a livello nazionale e di farli diventare virali come la campagna slot mob; sull’azzardo, la speranza è quella di poter ottenere risultati ancora più forti per regolamentare il settore “e per farlo dobbiamo rafforzarci come movimento e far sentire alla politica che c’è un pezzo grosso dell’Italia che lo vuole fortemente.” Sempre, naturalmente, votando con il portafoglio.
Il sito dell’associazione Economia e Felicità
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