9 Mar 2016

Io faccio così #111 – San Saturnino: "ecco come si può affrontare l'emergenza sociale a Roma"

Scritto da: Paolo Cignini

Accoglienza di bambini, anziani e senza tetto in un contesto particolare come quello di Roma. È di questo che si occupa la Cooperativa Sociale San Saturnino che nel corso dei suoi ventisei anni di attività, ha saputo innovare e rinnovare la metodologia e l'idea stessa del fare assistenza sul campo. Scopriamo come.

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Roma, Lazio - “Io dico sempre che noi ci occupiamo da zero a centosette anni”. Una frase, questa di Marilena Nocente, che sintetizza bene il lavoro della Cooperativa Sociale San Saturnino Onlus, della quale è presidente. Ma oltre a ciò, c’è di più: la Cooperativa è infatti l’esempio di come prendersi cura di bambini ed anziani non sia affatto sinonimo di improvvisazione, ma al contrario di come gestire con professionalità e qualità situazione che, nate dalla difficoltà, possono trasformarsi in risorse importanti per il presente e il futuro.

La Cooperativa è nata a Roma nel 1979 come associazione di volontariato, dall’idea di un gruppo di donne che si erano prese cura della famiglia e avevano iniziato una esperienza di assistenza domiciliare a anziani del territorio. Con il tempo, l’associazione si è poi evoluta in Cooperativa Sociale specializzandosi nella promozione, progettazione e nella realizzazione di servizi psico-socio-sanitari ed educativi per tutte le età, dai bambini agli anziani

Oggi la Cooperativa conta centoundici soci collaboratori ed è una tra le realtà più importanti a Roma nel campo dell’assistenza verso bambini, anziani e famiglie in difficoltà e nell’emergenza sociale.

La cooperativa gestisce diversi servizi, sia residenziali (tre case famiglia) e semi residenziali (spazi baby) per bambini, che domiciliari per famiglie in difficoltà. Inoltre gestisce altri servizi di emergenza sociale sia per anziani (domiciliari e un centro diurno) che per senza fissa dimora (unità di strada), lavorando a stretto contatto con la pubblica amministrazione.

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“La nostra identità sta nell’aver investito sul valore del lavoro sociale, c’è un lavoro enorme che fanno assistenti ed educatori impegnati in questi settori che non fa notizia. Quello che chiediamo è di tenere alto il livello della professionalità di cura, per evitare l’improvvisazione, e di essere al passo con i tempi rispetto alle nuove emergenze. Per ottenere questo, bisogna riconoscere una stabilità del lavoro, ecco perché tutti gli assistenti hanno un contratto a tempo determinato o indeterminato. Oltre a questo, vogliamo dare sempre una risposta adeguata e al passo con i tempi rispetto alle nuove emergenze”.

Un esempio modello del lavoro della Cooperativa con i più piccoli è la Casa dei Bambini “Il Giardino”, un centro residenziale che accoglie bambini da zero a dieci anni in due unità abitative: una prima casa che ospita un gruppo di bimbi da zero a tre anni e una seconda che ospita il rimanente gruppo di bambini dai quattro ai dieci anni. La casa famiglia si trova a Santa Maria delle Mole, una frazione del comune di Marino, è stata aperta a settembre del 2014, ha iniziato ad accogliere nell’ottobre del 2014 e ad oggi è al pieno della capienza. E’ un esempio dell’attività della cooperativa perché unisce la necessità dell’accoglienza ai bambini con una metodologia innovativa e attenta alle singole esperienze dei piccoli ospiti.

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“Qua succedono tante belle cose. Intanto c’è la vita, ci sono i bambini e tutto quello che un bambino comporta” spiega Elisabetta Temperini, assistente sociale e responsabile della Casa Famiglia. “I bambini che sono nella struttura sono sottoposti a provvedimento del tribunale di Roma, i genitori per vari motivi non possono occuparsi di loro e il Tribunale decide che sia la Casa Famiglia a occuparsene in attesa di trovare una situazione più stabile”.

La divisione in due case comporta anche abitudini e metodi diversi per i due gruppi di bambini, ed è funzionale alla filosofia di lavoro della Cooperativa San Saturnino: “I bimbi più piccoli della prima casa hanno la possibilità di fare una vita molto naturale: siamo orientati verso il libero movimento” ci spiega Elisabetta “e i bambini non vengono mai posti in una posizione che loro non abbiano raggiunto spontaneamente. Per questo non utilizziamo seggiolini, box e tutto ciò che possa in qualche modo possa impedire il libero movimento del bambino, ma solo dei tappeti dove i bambini, esercitandosi grazie allo stimolo di oggetti e attrezzature specifiche, possono sperimentare il movimento e da soli raggiungere le varie posizioni fino a quella eretta. Il tutto senza mai forzare il bambino nel raggiungimento dei vari step, perché ognuno dei piccoli deve raggiungere una sicurezza interna nel movimento ed ognuno ha i suoi tempi per raggiungere la posizione eretta”.

A questo scopo, le attrezzature accennate sopra sono supporti in legno e, più in generale, nella casa sono privilegiati materiali naturali coerenti con la pedagogia montessoriana che la casa famiglia propone.

Nell’altra casa “i bambini si svegliano presto perché vanno a scuola, accompagnati da un pulmino. Loro si lavano e si preparano in autonomia, perché noi lavoriamo molto affinché i bambini siano capaci di prendersi cura di loro stessi. Poi nel pomeriggio ognuno ha la sua attività. Conducono una vita assolutamente normale. La domenica e il sabato si organizzano attività fuori, come fossero in famiglia”.

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Gli assistenti e gli operatori che sono con i bambini sono educatori qualificati, formati dalla Cooperativa per quanto riguarda la proposta Montessori come proposta educativa rispetto all’autonomia, che sono con i bambini h24, ruotando giorno e notte. La scelta, in linea con le linee guida della Cooperativa, è di stabilizzare la posizione degli operatori per evitare di cambiare il punto di riferimento ai bambini in continuazione. All’interno della Casa Bambino Il Giardino sono due le equipe educative, separate per età per evitare il turnover, evitando cosi che girino sui bambini troppe persone diverse.

Un altro servizio molto particolare offerto dalla struttura sono gli incontri protetti: “I bambini ospiti di questa casa che ricevono ancora le visite dei genitori, li incontrano in forma protetta, cioè in una stanza dotata di specchio unidirezionale, dietro il quale c’è sempre un operatore che vigila e osserva la visita” spiega Elisabetta Temperini “e questo ci da modo di cogliere alcuni aspetti delle relazioni tra bambini e familiari e che spesso sono elementi importanti che possiamo offrire al tribunale nel valutare il grado di genitorialità di queste persone”.

La cooperativa gestisce anche servizi emergenza sociale sia per anziani (domiciliari e un centro diurno) che per senza fissa dimora

La cooperativa gestisce anche servizi emergenza sociale sia per anziani (domiciliari e un centro diurno) che per senza fissa dimora

La Cooperativa San Saturnino è il simbolo di un approccio diverso alla solidarietà e all’accoglienza delle categorie più fragili, e per questo maggiormente bisognose di affetto, della nostra società: i bambini e gli anziani. È un modello perché unisce l’aspetto emotivo alla necessaria e avanzata professionalità nel settore dell’accoglienza, cercando di innestare un cambiamento culturale che spesso manca al nostro Paese in questo settore: si può essere professionali e calorosi, senza che l’aspetto umano danneggi quello lavorativo, come troppo spesso siamo abituati a pensare. Oltre la professionalità e l’umanità, aggiungiamo anche l’innovatività, la voglia di rimanere al passo con i tempi, soprattutto nelle proposte pedagogiche, affinché una casa famiglia possa essere anche un luogo di riscatto piuttosto che un rifugio senza meta.

“Mi piace la parola cambiamento, penso al movimento, al miglioramento. Fare un percorso è anche pieno di difficoltà, ma ciò che cambia è dinamico e pieno di potenzialità” ci confida Marilena Nocente alla fine del nostro incontro, “Io lavoro per una Italia che cambia. Il cambiamento ti deve appartenere, lo devi volere, ma anche se difficile se il cambiamento è governato e diretto si trasforma in qualcosa di positivo”.

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