Io faccio così #110 – A Pescara uno Spazio (in) Più per la condivisione reale
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Abruzzo - Dare libero sfogo alla creatività e alla socialità, contribuendo al miglioramento della qualità della vita comunitaria. Con questo obiettivo nasce a Pescara SpazioPiù, un centro culturale ed un luogo di incontro aperto a tutti, per valorizzare il potenziale di ognuno mettendo in relazione singoli soggetti, ma anche associazioni ed altre realtà della società civile.
A raccontarci la storia e gli obiettivi di questo progetto è Raffaello Caiano, psicoterapeuta e coordinatore del centro culturale SpazioPiù, che nasce dall’esperienza dell’associazione di psicologi ASPIC Counseling & Cultura con l’intento di passare dalla psicologia dell’individuo alla psicologia di comunità, dando voce alle persone e mettendole in relazione.
“Ci siamo confrontati con un malessere diffuso e collegato alla solitudine delle persone. In risposta a questo abbiamo pensato di dar vita ad uno spazio che offrisse la possibilità di incontrarsi e di relazionarsi, in modo costruttivo e intorno a tematiche sia culturali che ludiche. SpazioPiù vuole anche dare sostegno alle idee, alla creatività e alla voglia di partecipare”.
“SpazioPiù per me è un’idea che viene da lontano – racconta Raffaello – dalla consapevolezza di un bisogno maturato in anni ed anni di esperienze, fin da quando da ragazzino mi incontravo con gli amici al ‘parchetto’ o in altri desolati luoghi cittadini. Sentivamo la mancanza di spazi per l’aggregazione, la creatività, la cultura”.
“Negli anni successivi quel ‘bisogno di comunità’ è stato ampiamente intercettato dal mercato e abilmente snaturato: abbiamo assistito alla nascita di pub ed altri luoghi di aggregazione con finalità pseudo-culturali che altro non hanno prodotto se non l’integrazione di un bisogno potenzialmente rivoluzionario all’interno del sistema di produzione e consumo”.
Raffaello e gli altri psicologi dell’associazione si sono quindi domandati in che modo avrebbero potuto contribuire a colmare le carenze della rete di sostegno sociale, consapevoli che la solitudine, l’incomunicabilità e l’alienazione data dai ritmi frenetici propri del nostro tempo sono le prime cause del disagio.
“Registriamo un grande bisogno di comunità che, seppur intercettato dai social media, non è affatto soddisfatto, anzi!”. “Credo – afferma Raffaello – che ci siano grandi risorse che a livello personale, sociale e culturale non utilizziamo. Oggi ancor meno di ieri, ingannati dalla sensazione di essere ‘social’ rimanendo isolati davanti a uno schermo. E credo che abbiamo il dovere di coltivare talenti e virtù umane senza lasciare che l’imbarbarimento e il nulla prevalgano”.
Da qui l’idea di dar vita a SpazioPiù, per favorire un processo di rafforzamento delle relazioni reali, basate su solidarietà, condivisione e progettualità. “Uno spazio di incontro di ispirazione olistica e sociale che pratichi una politica di ascolto e sostegno rispetto ai bisogni e alle idee della società civile di cui è parte ed espressione”.
Spazio Più offre quindi la possibilità di incontrarsi, frequentare e proporre corsi di vario tipo, organizzare eventi culturali, leggere un libro o condividere una cena, scambiarsi idee da realizzare insieme, partecipare alle riunioni delle associazioni che lo “abitano”, prendersi cura del proprio benessere, di quello degli altri e anche del pianeta.
Il centro organizza iniziative di vario tipo: dal teatro alla danza, dai laboratori creativi alle esposizioni, dagli incontri sulla genitorialità alle sedute di discipline orientali.
Tra gli eventi organizzati dal centro vi è il Festival SpazioPiù “Un altro mondo c’è già”, vetrina degli stili vita sostenibili e delle realtà del territorio locale, dagli orti cittadini alle piccole imprese virtuose.
Per favorire l’inclusione sociale, è stato recentemente pensato il servizio “Si può fare”, uno spazio diurno per fornire accoglienza alle persone con difficoltà psichiatriche per favorire l’integrazione di coloro che vivono nel ritiro sociale e nella solitudine.
Tra i progetti in cantiere vi è poi l’apertura di un punto ristoro a chilometro 0, per promuovere conviviali e corretti stili di alimentazione e consumo.
Le persone che frequentano SpazioPiù sono interessate alla crescita personale ma anche a stare insieme al di fuori dei tradizionali circuiti del tempo libero, condividendo idee e percorsi.
“Io percepisco – ci dice Raffaello – che in questo periodo ci sono molte persone che stanno facendo grandi passi in avanti sul piano personale, spirituale, relazionale e progettuale. Si stanno sviluppando dei nuovi modi di pensare”.
“L’Italia che cambia è l’Italia che smette di delegare e comincia a fare le cose con creatività. È fondamentale in questo la collaborazione: lavorare in rete significa attivare dei processi di condivisione per riuscire a costruire un bene comune”.
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