Sviluppo locale ed economie solidali. Un DES Casentino?
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“Sviluppo locale ed economie solidali: percorsi ed intrecci possibili”. Questo il tema del seminario partecipativo in programma a Poppi sabato 13 febbraio dalle 14.30 presso l’Auditorium della Scuola Primaria. L’iniziativa promossa dall’Università di Firenze – Dipartimento di scienza dell’informazione e psicologia, con la collaborazione del servizio CRED/Ecomuseo dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino, Comune di Poppi, Biodistretto Casentino e GAS – Gruppo di Acquisto Solidale del Casentino propone un primo confronto che potrebbe portare alla realizzazione di un Distretto di Economia Solidale, partendo dalla presentazione del progetto di ricerca avviato in Casentino a cura di Giovanna Del Gobbo dell’Università di Firenze.
Diversi soggetti che a livello locale sono attivi sul territorio e che si riconoscono nei principi e nei valori contenuti nella definizione di Distretto di Economia Solidale: “Una realtà territoriale, economica e sociale che persegue la realizzazione dei seguenti tre principi: cooperazione e reciprocità, valorizzazione del territorio, sostenibilità sociale ed ecologica attraverso il metodo della partecipazione attiva dei soggetti alla definizione delle modalità concrete di gestione dei processi economici propri del distretto stesso” (RES 2002), si confronteranno su potenzialità, risorse, sfide per lo sviluppo locale.
L’espressione “Distretto di Economia Solidale” è stata coniata nel 2002 a Verona quando la Rete italiana di Economia Solidale (RES) si riunì per la prima volta creando la “Carta per la Rete Italiana di Economia Solidale”.
I DES sono un’opportunità per creare un’economia locale,equa, solidale e sostenibile, radicata nel territorio, democratica e socialmente orientata. Tutti i soggetti coinvolti nella rete operano in sinergia per innescare nuovi processi economici, trovando nuovi modi per soddisfare le proprie necessità di acquisto, vendita, scambio e dono di beni, servizi e informazioni. La conoscenza, il reciproco sostegno, la condivisione di valori sono la base per creare questo nuovo modello, già sperimentato in molte realtà italiane.
Quali sono gli elementi caratterizzanti di un’economia solidale?
Nuove relazioni tra i soggetti economici basate sui principi di reciprocità e cooperazione. “Pur garantendo la pluralità dell’offerta e delle forme di scambio, i soggetti appartenenti al distretto si impegnano a realizzare gli scambi prioritariamente all’interno del Distretto stesso, favorendo l’instaurarsi e il diffondersi di relazioni sociali ed economiche fondate sulla cooperazione e sulla reciprocità.”;
Giustizia e rispetto delle persone (condizioni di lavoro, salute, formazione, inclusione sociale, garanzia dei beni essenziali);
Rispetto dell’ambiente (sostenibilità ecologica);
Partecipazione democratica (autogestione, partecipazione alle decisioni);
Impegno nell’economia locale e rapporto attivo con il territorio;
Disponibilità a entrare in relazione con le altre realtà dell’economia solidale condividendo un percorso comune;
Impiego degli utili per scopi di utilità sociale.
Un’economia fondata sulle relazioni, sul rapporto diretto e attivo tra consumatori e produttori, in cui la dimensione economica viene posta a servizio di quella sociale e politica. Un’economia del territorio che valorizza le risorse locali, le caratteristiche peculiari dei luoghi (beni comuni, conoscenze, saperi tradizionali, peculiarità ambientali, ricchezze sociali e relazionali), che tutela il territorio, che produce “ricchezza in condizioni di sostenibilità ecologica e sociale”.
Nell’incontro di sabato interverrà anche Deborah Lucchetti, coordinatrice della Campagna Abiti Puliti, sezione italiana della Clean Clothes Campaign, coalizione internazionale che da 20 anni promuove i diritti del lavoro nell’industria tessile globale, e presidente di Fair, cooperativa sociale nata per promuovere economie solidali. Esperta di lavoro, diritti umani, globalizzazione e economie solidali interverrà sul tema: “Economia sociale e solidale: nuovi percorsi e reti di azione locale”.
A seguire un momento di discussione facilitato da Glenda Galeotti, Gilda Esposito, Silvia Francario dell’Università di Firenze per costruire insieme una vision di sviluppo economico locale a partire dai punti di forza e dai bisogni degli attori locali e dalle risorse del territorio.
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