4 Feb 2016

E se fosse il matrimonio “contro natura”?

Che sia omo o etero, l'amore può essere sancito per legge? In altre parole, il matrimonio può essere considerato naturale? Mentre si assiste al dibattito mediatico e politico sul riconoscimento delle unioni civili, Alessandro Pertosa e Lucilio Santoni ci invitano a pensare (anche) altro.

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Ci sono uomini che amano donne e donne che amano uomini. Ci sono uomini che amano uomini e donne che amano donne. Poi ci sono uomini che si sentono donne e amano uomini; o donne che si sentono uomini e amano donne. E la lista potrebbe continuare, anche perché la sessualità di ogni persona è mobile, non definita una volta per sempre. Tutto questo è naturale. Perché in natura si dà. Come l’amore e la passione, il desiderio sessuale e il piacere; è naturale l’attrazione fisica per l’altro o per l’altra, ma il matrimonio no.

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Il matrimonio monogamico è un contratto stipulato contro la natura dell’essere umano. Perché non è naturale amare un solo uomo o una sola donna, e per di più con la pretesa che duri tutta la vita. È magari civile; è culturale; è religioso, ma non naturale. Per natura siamo attratti ogni giorno da uomini o da donne diversi. Per natura desideriamo stringere relazioni, anche sessuali, con i più belli e le più belle, cogli inter-essanti e colle inter-essanti d’ogni tipo. Perché la bellezza e l’inter-esse muovono il mondo.

Ma col tempo l’umanità si è accorta che attorno al sesso si scatenavano spesso lotte, competizioni e guerre. Non che sia una cosa strana, intendiamoci: nel regno animale succede lo stesso. Ma l’uomo ha pensato bene di disinnescare la bomba della competizione sessuale, ponendo un limite, un argine al naturale desiderio di possedere ogni bello e ogni bella. Anche perché a quel desiderio si mescolava sempre un certo disagio, un’impossibile pacificazione, un rapporto problematico (come pure accade con la morte). Nasce così il matrimonio. Ch’è un possesso reciproco sancito per legge. Si prende moglie, si prende marito e si finisce per ammazzare l’amore (etero o omo è lo stesso), con l’illusione di guadagnare in tranquillità. E chi ha sempre perseguito il potere sa che chi governa il sesso (e la morte), governa i corpi e le anime.

 

Pensiamo poi al gran vaneggiare che si fa sulla famiglia. Dall’oikos alla familia il concetto ha sempre significato il luogo del dominio del padre. Per nulla naturale, la famiglia è frutto di un sistema di relazioni e di rapporti stabiliti per legge. In origine era composta da mogli, figli e servi. E in seguito col tempo si è asciugata, fino a diventare mononucleare con l’avvento della società tecnologico capitalista.

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Per giunta c’è la questione del sacramento. Che, diciamolo pure, non sta proprio in piedi. Il sacrum facere, da cui appunto sacrificio, è un fare sacro che attiene allo spirito, non al nomos. Ed è davvero singolare che siano proprio i cristiani (eredi di quell’uomo ch’è venuto a compiere la legge per interiorizzarla nel cuore) a parlare di matrimonio naturale voluto da Dio. Perché quegli stessi cristiani non sanno, o fanno finta di non sapere, che i loro stessi precursori non si sono sposati nei modi e nelle forme a cui siamo abituati da secoli. I primi seguaci di Cristo, infatti, conservarono l’antica cerimonia pagana, modificata secondo la sensibilità cristiana. E il primo resoconto di un matrimonio cristiano in occidente non compare prima del IX secolo, restando comunque ancora molto simile alle nozze dell’antica Roma (1). E solo nel 1215, nel corso del Concilio Lateranense IV , la Chiesa regolamentò la liturgia  per il matrimonio e gli aspetti giuridici relativi ad esso. Quindi altro che rito cristiano, altro che sacramento voluto da Dio.

 

I sacramenti, oltretutto, non attengono al civile. Se ci pensiamo, il battesimo, la comunione, la cresima, la confessione, il sacerdozio, l’estrema unzione non intercettano lo spazio giuridico. I registri in cui si appuntano i nomi dei battezzati o degli ordinati non hanno valore legale. Per il matrimonio, invece, si pretende sia diverso. Col matrimonio si esige la confusione fra Cesare e Dio. Ma, ancora, se qualcosa attiene alla legge non riguarda lo spirito. E se non riguarda lo spirito non ha a che fare col sacro.

 

Il cosiddetto matrimonio cristiano è soltanto il sedimentato di una tradizione che non ha niente di naturale. E per questo è culturale. E in quanto tale è anche soggetto a continue revisioni.

 

1.  K. Armstrong, The Gospel According to Women, London, 1986.

 

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