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Continua a piovere ma l’arrivo della primavera è evidente nella natura che ci circonda: i colori che mutano, gli uccellini al tramonto, i primi fiori sui prati. Nell’area protetta del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi questa è la stagione delle nuove nascite. Ed il momento in cui è probabile incontrare nei boschi i cuccioli di lepre, capriolo, cervo, daino o di altri animali selvatici. I cuccioli, se pur apparentemente soli, non sono abbandonati ma in genere i genitori e in particolare le madri sono vicine, in cerca di cibo e comunque vigili sulla prole.
“La condotta corretta -ricorda l’ente Parco- è quella di allontanarsi nel più breve tempo possibile per permettere alla madre di tornare dal proprio piccolo e portarlo al sicuro in un altro luogo. Gli animali che vengono prelevati devono essere svezzati all’interno di strutture specializzate e spesso non riescono a sopravvivere. Una volta raggiunta l’età adulta, non saranno più in grado di integrarsi tra i propri simili e saranno costretti a vivere in cattività.” Nel caso di animali in pericolo si può contattare il Corpo Forestale dello Stato al 1515, segnalandone la posizione.
Il soccorso, l’assistenza e la protezione stessa degli animali selvatici è però a rischio, la vastità dell’area di competenza del Parco e la mancanza di un ente preposto al loro recupero causa un sempre maggior numero di decessi.
Gli animali feriti o malati segnalati all’interno dell’area protetta erano, fino alla scadenza della convenzione stipulata da Asl e Provincia, soccorsi da veterinari dell’azienda sanitaria. Al momento non sono state attivate nuove convenzioni e il Parco ha a servizio una sola veterinaria. Per questo sarà presentata un’interrogazione in Regione, in cerca di una soluzione che diventa più urgente proprio in primavera con la stagione delle nascite.
Altro appello da parte dell’Ente Parco del Coordinamento Territoriale per l’Ambiente del Corpo Forestale dello Stato, rispetto al corretto comportamento da tenere nell’interazione con gli animali selvatici, riguarda la loro alimentazione. Sempre più spesso chi incontra questi animali gli offre cibo, per avvicinarli in cerca di un contatto più diretto. Questo, inducendo negli animali un’eccessiva confidenza con gli esseri umani, da una parte li espone ad un maggior rischio di essere catturati con facilità da malintenzionati e dall’altra può causare comportamenti aggressivi da parte di animali come il cinghiale.
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