Sasso Fratino candidata come Patrimonio Mondiale Naturale Unesco
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Poco tempo fa abbiamo dato notizia delle importanti scoperte frutto degli studi promossi dal Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi in collaborazione con l’Università della Tuscia all’interno della riserva integrale di Sasso fratino. Ricerche dendroecologiche che hanno portato alla scoperta di faggi coevi di Cristoforo Colombo e Leonardo da Vinci.
La Riserva di Sasso Fratino, la prima riserva naturale integrale d’Italia, costituita nel 1959, non è solo una foresta di faggi longevi all’interno della quale l’attività dell’uomo è preclusa se non per fini scientifici ma anche habitat di una fauna particolare tra cui il picchio nero (Dryocopus martius), il più grande dei picchi europei.
Adesso la riserva di Sasso Fratino si candida, insieme ad altri sette siti italiani compresi nel parco nazionale D’Abruzzo, Lazio e Molise, nel parco nazionale del Pollino, nel parco nazionale del Gargano e nei Comuni di Oriolo Romano e Soriano nel Cimino, ad essere riconosciuta come Patrimonio Mondiale Naturale Unesco.
L’Unesco, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, dal 1972, sulla base di un trattato internazionale conosciuto come Convenzione sulla Protezione del Patrimonio Mondiale, culturale e naturale, si impegna nell’identificazione, nella protezione e nella tutela e nella trasmissione alle generazioni future dei patrimoni culturali e naturali di tutto il mondo. Con patrimonio naturale si intendono quei luogi dalle rilevanti caratteristiche fisiche, biologiche e geologiche, nonché habitat di specie animali e vegetali in pericolo e aree di particolare valore scientifico ed estetico.
Quella di sito patrimonio dell’umanità è dunque la denominazione ufficiale delle aree registrate nella lista del patrimonio dell’umanità, o nella sua accezione inglese World Heritage List.
La candidatura italiana si inserisce in un progetto articolato a cui partecipano altri undici stati europei, con l’intenzione di candidare a patrimonio Unesco le migliori faggete vetuste europee.
Per Luca Santini, presidente del parco nazionale delle Foreste Casentinesi si tratta di “una candidatura fortemente voluta dal Parco, un’ulteriore opportunità di promozione a livello internazionale delle nostre foreste, dei nostri ambienti per il loro grado di tutela, conservazione e valorizzazione.
L’eventuale riconoscimento rappresenterebbe un traguardo straordinario e ad oggi ci sono tutti i presupposti per poterlo raggiungere. La collaborazione che abbiamo instaurato in questa fase con il Ministero dell’Ambiente e gli altri parchi nazionali dimostra che questo progetto inter-territoriale ha un grande potenziale che mette in rete ancora di più i parchi nazionali e promuove così uno sviluppo sostenibile“
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